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Pescara, 23/11/2024
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Data: 03/09/2015
Testata giornalistica: Prima da Noi
Dite alla Pezzopane (Pd) che è al governo: firma per referendum contro le trivelle. A parole contro la deriva petrolifera ma in aula l’unica coerenza che conosce è quella del partito

ABRUZZO. Votati ed eletti per rappresentare gli abruzzesi. La loro rappresentanza si esplica essenzialmente con il voto in Parlamento dove deputati e senatori decidono le sorti delle leggi da approvare o bocciare. E si è visto che decidono anche delle nostre tasche, delle nostre malattie, dell’aria che respiriamo e delle cose che mangiamo.
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La premessa –più che superflua- è utile, però, a comprendere alcune dichiarazioni che da settimane giungono da esponenti del Pd che votano senza battere ciglio i provvedimenti imposti dal governo (sotto la dittatura della “fiducia”, altrimenti tornerebbero a casa…) e poi cercano di limitare i danni della perdita di consenso con dichiarazioni ad effetto che rimangono però nel mondo delle chiacchiere.

E’ una posizione difficile e precaria quella dell’attuale centrosinistra, e del Pd in particolare, specie se si parla di petrolio o di produzione energetica (che si tratti di elettrodotti impattanti o di centrali a biomasse o inceneritori vari) così è per i parlamentari abruzzesi e così è per gli esponenti dello stesso partito a livello locale e regionale. Stanno premendo forse troppo sull’acceleratore più attenti a compiacere lobbies e petrolieri che al proprio consenso ma così una rielezione diventa cosa più che ardua.

Anche il presidente Luciano D’Alfonso più volte a chiare lettere ha dichiarato di essere contro le trivelle firmando anche alcuni atti di giunta che sono nettamente dalla parte di chi è contro le trivelle, salvo poi verificare i reali effetti di tali atti. Il sospetto che si è diffuso ormai da tempo è che si stia giocando a più livelli e più sottilmente per cercare di guadagnare tempo e –come detto- di limitare i danni (perdita consenso) creati essenzialmente dai vertici dell’attuale governo Pd-Pdl.

Eclatante è l’esempio della senatrice Stefania Pezzopane, renziana di ferro: non siamo riusciti a trovare un solo voto contrario al volere del suo partito e del primo ministro, che già da settimane continua a ribadire di essere contraria al petrolio e alle trivelle, dimenticandosi tale posizione nel momento del voto.

Oggi la senatrice abruzzese torna all’attacco percorrendo ancora una volta questo scivoloso ed insidioso terreno delle dichiarazioni opposte ai voti espressi.

Così oggi afferma: «il Governo fermi i pozzi a Ombrina Mare. Regioni promuovano consultazioni con cittadini», dimenticando che il governo…. è lei.

Ma c’è di più: «oggi ho firmato il referendum di Possibile.it contro le trivelle in Abruzzo», dichiara a mezzo stampa Pezzopane, «continuo a ritenere che la trivellazione ad Ombrina Mare, nel cuore di uno dei posti più belli dell'Adriatico come la Costa dei Trabocchi diventata parco nazionale, sia un grave errore. L'Adriatico è un mare dall'equilibrio delicato e precario e per questo credo che, se il governo non risponderà a questi appelli per bloccare l'installazione delle piattaforme petrolifere in mare, le Regioni interessate dovrebbero farsi promotrici di referendum ad hoc, perché decidano direttamente i cittadini».

«Sono sempre stata contraria all'insediamento petrolifero ad Ombrina Mare - spiega ancora Pezzopane - per ovvi motivi ambientali. E per questo il Senato ha approvato un mio ordine del giorno per lo stop al progetto, che prevede 6 pozzi, una piattaforma, il posizionamento di una nave. Poi sullo Sblocca-Italia che prevedeva le trivellazioni il governo ha posto la fiducia e dunque ho votato in coerenza con la mia appartenenza al gruppo Pd. Ma continuo a ritenere un errore la prospezione, la trivellazione, lo sfruttamento dei giacimenti lungo le coste più belle e più delicate del nostro Paese, come appunto la costa teatina e per questo credo che le Regioni, che in molti casi hanno preso ferme posizioni contrarie, promuovano referendum in modo che a decidere siano i cittadini». Poi, però, l’ultimo atto, quello dei (suoi) ministri Franceschini e Galletti ha spianato la strada ad Ombrina.

La coerenza è una qualità certe volte necessaria se non vitale così come in certe occasioni bisognerebbe difendere le proprie idee (quando si è davvero convinti) con ogni mezzo e c’è persino chi le ha difese con la propria vita.

Coerenza politica a discapito della coerenza dei propri principi? A chi giova? Alla Pezzopane chissà, agli abruzzesi di sicuro no.

Per la prossima volta l’Abruzzo per migliorare almeno di un pochino avrebbe bisogno soltanto di politici un po’ più coerenti e un po’ meno chiacchieroni.

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