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Pescara, 23/11/2024
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Data: 04/09/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Le magliette fermano il consiglio sul mare. L’opposizione protesta e la maggioranza fa saltare la riunione

PESCARA Ma è «offensiva» una maglietta bianca con scritto «Alessandrini dimettiti»? Ieri, in consiglio comunale si sarebbe dovuto parlare del mare sporco di Pescara dopo i 30 mila metri cubi di liquami finiti nell’acqua per una rottura della fogna, il 28 luglio scorso, in via Raiale. Avrebbero dovuto parlare il sindaco Pd Marco Alessandrini, che ha firmato un divieto di balneazione ma non l’ha reso noto ai pescarese, il direttore dell’Arta Giovanni Damiani, l’ente che ha scoperto in quei giorni un picco di escherichia coli, il presidente dell’Aca Vincenzo Di Baldassare e il direttore tecnico Lorenzo Livello, gestore della rete fognaria. E invece sono rimasti tutti in silenzio. A parlare è stato il pubblico: «Buffoni», «vergogna», «andate a lavorare», queste le grida indirizzate ai politici. Sì perché, anziché parlare del mare, si è dibattuto di quanto può essere «contraria al decoro» una maglietta con una scritta politica. È cominciata in lite, è proseguita in lite ed è finita in lite e senza lo straccio di una risposta. E allora quando si farà il consiglio sul mare? Non si sa neanche questo: «La data non è stata aggiornata. Lo farà la conferenza dei capigruppo», così il presidente Pd Antonio Blasioli ha sciolto il consiglio. Che non sarebbe stata una passeggiata si è capito già dalle 16,30 quando i consiglieri si sono trovati davanti un’aula piena. Che si è fatta sentire come se fosse allo stadio. Nelle ultime file, c’era anche Andrea Camplone, l’allenatore e balneatore, i parlamentari Gianluca Vacca (M5S) e Antonio Castricone (Pd), i consiglieri regionali Domenico Pettinari (M5S) e Lorenzo Sospiri (Forza Italia), insieme a decine di residenti ed ex amministratori. Citando l’articolo 45 del regolamento del consiglio, Blasioli ha chiesto ai consiglieri di Forza Italia, Ncd e Pescara Futura di togliere la maglietta «offensiva», ma Marcello Antonelli, capogruppo di Forza Italia, ha risposto che loro quella maglietta se la sarebbero levata «solo con l’intervento dei Marines. La maglietta rappresenta una posizione politica». Blasioli ha colto la palla al balzo e ha fermato il consiglio per un’ora tra le proteste del pubblico. Durante lo stop, con i microfoni lasciati accesi, la consigliera M5S Enrica Sabatini si è rivolta proprio al pubblico: «Pretendiamo la sfiducia del sindaco. Ormai non è più una questione di colore politico ma di sicurezza. Dobbiamo togliergli le chiavi della macchina perché ci sta portando verso il baratro. Questa è un’amministrazione pericolosa per quanto è irresponsabile. Loro vogliono rimandare la discussione e la colpa è di quelli che non vogliono perdere la poltrona». Passata un’ora, il centrodestra si è ripresentato in aula con la stessa maglietta. Blasioli ha chiesto ancora di toglierla, ma Guerino Testa (Ncd) si è rifiutato mostrando il petto nudo. Carlo Masci (Pescara Futura) ha detto: «La maggioranza vuole nascondersi. La nostra maglietta è un’esortazione». E così è arrivato il secondo stop: un’ora e mezza di niente con la scusa di una riunione dei capigruppo. Questa la replica del capogruppo Pd Marco Presutti: «Il centrodestra non vuole parlare del merito ma trasformare la questione in uno strumento per far cadere l’amministrazione. Vogliono strumentalizzare l’istituzione del consiglio. E poi non ho capito perché il centrodestra non si è presentato alla conferenza dei capigruppo dove si poteva trovare una soluzione. Ecco perché sostengo che volevano solo portare avanti una polemica politica. Speriamo che sia stato un episodio e che si possa riprendere un rapporto per Pescara. Serve correttezza. Questa amministrazione, invece, vuole affrontare il problema alla radice per attuare impegni già finanziati per il risanamento del fiume e dei depuratori e non far ripetere tali problemi. Loro in 5 anni non sono riusciti neanche ad approvare il prg portuale, cosa che noi faremo tra un mese». Non è così per la Sabatini: «Pescara è ostaggio di destra e sinistra».

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