PESCARA L’intervento più atteso, ieri, era il suo. Il sindaco Pd Marco Alessandrini avrebbe dovuto raccontare cosa è successo il 28 e 29 luglio scorso a Pescara quando 30 mila metri cubi di liquami sono finiti in mare fino al primo agosto, giorno in cui lo stesso sindaco ha firmato un divieto di balneazione rimasto nel cassetto. Sindaco tutti aspettavano lei e, invece, è rimasto zitto. Le è piaciuto il consiglio? «Purtroppo, lo scopo era buttarla in cagnara e non penso che aiuti. Poi, penso anche che sia necessario un minimo di dignità delle istituzioni che rappresentiamo». Si è sentito offeso per la maglietta dell’opposizione con scritto «Alessandrini dimettiti»? «L’opposizione fa il suo mestiere, ma qualche volta lo fa male come in questo caso. Trovo incredibile questa strumentalizzazione: capisco che la politica sia uno sport duro e non mi preoccupa, ma tutto questo ha generato un allarme che non c’è anche se qualcuno pensa il contrario. C’è chi ha paragonato il mare di Pescara al caso di Bussi, invece, non è così». Cosa avrebbe voluto dire? «Che non ho dato seguito all’ordinanza del primo agosto perché, sulla base dei precedenti e dei contatti con la comunità medico-scientifica, avevo la ragionevole certezza che subito sarebbe tornata la balneabilità. Quando, nel fiume, si usa l’acido peracetico nella proporzione di 0,04 per milione di metri cubi, poi, il mare si pulisce. Mi sarebbe piaciuto che della qualità del mare e del numero dei ricoveri in ospedale, in linea con quello dell’anno scorso, avessero parlato i tecnici senza spirito di parte». Ma per una schermaglia politica, questi tecnici non hanno potuto riferire. È giusto? «Trovo incredibile l’atteggiamento del centrodestra che, nel 2012, ha fatto esattamente la stessa cosa con un’ordinanza che ha seguito il medesimo iter. I problemi sono gli stessi del 2012 e del 2015 ma con un atteggiamento farisaico, che vuol dire ipocrita, si è sempre implacabili con i nemici e gli avversari e assai indulgenti con gli amici e i sodali. Ma poi avrei voluto chiedere: siamo davvero sicuri che le condizioni delle acque di Pescara siano peggiorate o forse c’è un problema strutturale del fiume che resta malato, forse ci stiamo dimenticando che ci sono scarichi abusivi? Qui c’è chi alimenta le grida e chi lavora per cercare di risolvere i problemi con una fatica quotidiana e ne vale la pena. Siamo il Comune di Pescara e non la Nasa e abbiamo avviato i lavori delle fogne (Dk15), attualmente lungo la golena nord; abbiamo ragionevole fiducia che 8,5 milioni di euro dello Sblocca Italia destinati ai depuratori siano dati a Pescara e stiamo lavorando con la Regione per anticipare il finanziamento al 2016 anziché al 2017; infine, a settembre sarà approvato il Prg portuale che porterà a sfondare la diga foranea. Inoltre, abbiamo firmato un protocollo con la Regione per il risanamento del fiume». La sala del consiglio era piena. Poi, la gente è andata via protestando: come immagina che siano rimaste queste persone? «Se ne sono andate con la bocca asciutta anche se, a dirla tutta, era un parterre molto politicizzato. Ma non finirà qui». Allora, si rifarà questo consiglio? «In un consiglio straordinario non parlano solo i consiglieri ma anche rappresentanti titolati. Noi volevamo far parlare anche ex amministratori, non eletti, in gergo dicesi trombati, alcuni dei quali mi hanno anche denunciato ma, forse, qualcuno non voleva che il consiglio si svolgesse per gettarla ancora di più in caciara. Però, sono sempre pronto a chiarire». C’è un’indagine in corso. Chiarirà anche in quel caso? «Qui si agitano venti di guerra giudiziaria. Staremo a vedere. Per ora, quando sono tornato in ufficio, ho trovato solo due richieste di risarcimento danni di due signori che si sono fatti il bagno, uno in centro e l’altro a Porta Nuova in zone non interessate dalla questione ordinanza. Qualcuno, invece, ha denunciato il fatto in procura: credo che faccia parte del corredo di responsabilità del sindaco perché si pensa che la politica debba trasmigrare in altri palazzi». Sindaco, si aspetta un avviso di garanzia? «Sarei sorpreso del contrario, ma so che ci siamo comportanti secondo buon senso non emettendo un provvedimento privo di riscontri fattuali, destinato a generare allarme e a non giovare all’immagine della città sul piano turistico». Dica la verità: la vuole una di quelle magliette? «L’ho chiesta per scherzo. Ma una vecchia locandina in stile “La Stangata” mi era piaciuta di più».