PESCARA «Sel è un nostro alleato e tale rimane. E' parte strategica dell'alleanza regionale e non vogliamo rinunciarci sia in termini di programma, sia in termini di valori. Quindi nessuna rottura. A fronte di questo, tutti gli incarichi ricoperti dal Partito Democratico sono a disposizione». Arriva al termine di una riunione serale il via libera del Pd al rimpastino nella giunta regionale. E arriva nella maniera meno prevedibile, consegnando cioé al governatore Luciano D’Alfonso la possibilità di tirare fuori dalla giunta un assessore del Pd, piuttosto che sacrificare l’assessore di Sel Mario Mazzocca, per far posto ad Andrea Gerosolimo, uno dei due consiglieri regionali (l’altro è Mario Olivieri di Vasto) della lista Abruzzo Civico che insieme a Luciano Monticelli (Pd) avevano a Ferragosto mandato in crisi il governo regionale di centrosinistra. La decisione è stata presa dal segretario del Pd Marco Rapino, con il gruppo dei deputati pd, i presidenti di Provincia, i quattro segretari provinciali del Pd e il gruppo dei consiglieri regionali. «La nostra Regione ha bisogno di avere alle sue spalle un Partito Democratico forte, coeso e compatto», è stato detto ribadendo la fiducia nello storico alleato Sel, ma creando di fatto due possibili situazioni e un possibile grosso dibattitto all'interno di Sel stessa. Vediamo perchè. Tutto ruota intorno al nome di chi Gerosolimo prenderà il posto all'interno della giunta. Il Pd ha detto che D'Alfonso può sacrificare un suo uomo nelle caselle a sua disposizione. In un'ottica di equilibri geopolitici, le indicazioni ricadono sull'assessore Donato Di Matteo che, forte dei suoi 6mila voti, è comunque il quarto rappresentante dell'area pescarese insieme a Marinella Sclocco (assessore al Lavoro e alle Politiche sociali che rappresenta la presenza rosa) Mazzocca e al governatore D'Alfonso. L'area pescarese è l'unica ad avere quattro rappresentanti in giunta, di qui l'ipotesi Di Matteo che si troverebbe così a fare il consigliere regionale, con L’Aquila che vedrebbe salire a tre i suoi rappresentanti (Lolli, Di Pangrazio e Gerosolimo) negli incarichi di punta del governo regiuonale. Il piano B è più complicato: Gerosolimo prende il posto di Mazzocca con quest'ultimo tuttavia che verrebbe investito della carica di Sottosegretario alla giunta regionale al posto di Camillo D'Alessandro. In questo caso dunque il "sacrificato" sarebbe D'Alessandro, malgrado sia presidente del Pd, titolare di deleghe importanti come Trasporti e Turismo, e uomo di fiducia dello stesso D’Alfonso. Sel avrebbe un ruolo di prestigio al fianco direttamente del governatore. Ma si troverebbe davanti anche a un grosso dubbio politico: un’alleanza così forte con il Pd dovrebbe trovare coerenza in altre realtà istituzionali e vincolerebbe quindi l’autonomia dello stesso partito relativamente al Pd. La posta in palio salirebbe e sembra che una parte di Sel abbia avanzato la proposta del Sottosegretariato a Mazzocca insieme alle attuali deleghe che detiene l’ex sindaco di Caramanico, fra le quali quella importantissima dell’Ambiente. E D’Alessandro uscirebbe in punta di piedi? Per lui si parla dell’incarico di capogruppo regionale, incarico che però non sembra interessare. Di certo c’è che nell’opzione B, i rappresentanti dell’area di Chieti nella giunta scenderebbero a uno solo (Paolucci), L’Aquila a tre, Pescara resterebbe a quattro e Teramo a due. E che questo movimento precluderebbe un più largo giro di attribuzione di deleghe. «Tutti i rappresentanti coinvolti hanno avallato la linea espressa dal segretario regionale per cui, allo stato attuale delle cose, siamo chiamati a fare scelte e a lavorare nella maniera più proficua possibile, affinché vengano raggiunti risultati ottimali dal punto di vista economico e sociale», spiegano al Pd. Dove è stato per ora lasciato in stand by il caso Monticelli.(a.mo.)