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Pescara, 24/11/2024
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Data: 05/09/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Jobs Act: via libera ai controlli a distanza. Approvati dal Cdm gli ultimi 4 decreti attuativi: cig estesa a 1,4 milioni di lavoratori, addio alle dimissioni in bianco

ROMA «Una riforma di grande rilievo e portata a termine in tempi rapidi». Il governo esulta nel giorno del sigillo finale sul Jobs act, sancito dall’approvazione definitiva dei quattro decreti attuativi che ora dovrebbero consentire alle nuove regole del mercato del lavoro di entrare nella piena operatività. Nuove tutele e welfare esteso per i lavoratori, più opportunità e semplificazioni per le imprese è il binomio su cui ha puntato l’esecutivo. Un equilibrio mantenuto anche «grazie al lavoro del Parlamento che ci ha aiutato a migliorare le norme» ha detto il ministro del Lavoro Giuliano Poletti al termine del Consiglio dei ministri. L’impianto iniziale della delega è stato nella gran parte confermato anche nel decreto legislativo sulle semplificazioni che modifica l’articolo 4 dello statuto dei lavoratori. Si tratta delle norme controverse sui controlli a distanza degli impianti mobili come telefonini, smartphone e tablet, per i quali non sarà più necessario (come con quelli fissi e telecamere) l’accordo con i sindacati. «L’utilizzo di questi strumenti sarà nel pieno rispetto della privacy - garantisce il ministro - i lavoratori saranno informati prima e i dispositivi non potranno avere applicazioni mirate al controllo sul comportamento dei dipendenti». Sulla posta elettronica e i social network, la norma resta ambigua, anche se ai fini disciplinari difficilmente un magistrato potrà assumerle come prove. Nel riordino degli ammortizzatori sociali, la novità importante arriva dall’estensione della tutela per circa 1 milione e 400 mila lavoratori, per le aziende da 5 a 15 dipendenti che non avevano copertura. La Naspi (la nuova indennità di disoccupazione) sarà stabilizzata sui 24 mesi, estendibili a 36 se sono utilizzati i contratti di solidarietà. Il nuovo meccanismo funzionerà con la formula bonus malus: le aziende che la utilizzano dovranno pagare aliquote più alte. Il governo ha poi deciso di mettere fine alla pratica delle “dimissioni in bianco” utilizzate spesso dalle aziende a fini ricattatori, specie nei confronti delle donne, licenziate a causa della maternità. Non sarà più possibile presentare dimissioni volontarie retrodatate, i moduli saranno registrati e potranno essere scaricati dal sito del ministero solo nell’imminenza della firma da parte del lavoratore. «Mettiamo al centro il lavoro più stabile» - ha spiegato Poletti ricordando i primi dati positivi delle ultime settimane, e ora scatta «la fase due per l’implementazione e il monitoraggio delle nuove norme». Interventi che riguarderanno gli altri due decreti legislativi che prevedono l’istituzione dell’Ispettorato unico del lavoro (che riunisce l’attività dell’Inps, Inail e delle Asl), e della nuova Agenzia nazionale delle politiche attive. La rete del nuovo collocamento partirà già dall’inizio del 2016. Mentre la maggioranza esulta per il traguardo raggiunto, con alcuni distinguo della sinistra Pd, dure le critiche delle opposizioni. Sinistra ecologia e Libertà mette all’indice le norme sui controlli a distanza e i nuovi meccanismi della cassa integrazione. Per il Movimento 5 Stelle le tutele «saranno inefficaci» e rilanciano la proposta del reddito di cittadinanza.

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