L'ombra di Parentopoli torna a scuotere l'azienda del trasporto pubblico di Roma Capitale. E' il gruppo di Sinistra e libertà, fuori dalla giunta Marino e ora in appoggio esterno alla maggioranza dopo le dimissioni del vicesindaco Luigi Nieri, a scagliare l'accusa: «La procedura di esuberi dell'Atac (approvata il 26 giugno con tutte le sigle sindacali) - denunciavano ieri in Campidoglio i consiglieri Imma Battaglia e Gianluca Peciola - è irregolare perché non tocca minimamente chi è stato assunto durante il periodo di Parentopoli». Carte alla mano i consiglieri Sel sciolinano i numeri, convinti della ragione. «Da 323 esuberi previsti - accusano - ne sono rimasti solo 33 e tra questi non è rientrata nessuna delle 80 assunzioni effettuate durante l'amministrazione di Gianni Alemanno». A perdere il posto di lavoro o a vederlo ridimensionato, per i vendolani, sarebbero «30 persone oneste, qualificate, con maggiore anzianità e assunte prima dello scandalo».
Dalla sala del Carroccio, Battaglia annuncia: «O il piano viene bloccato oppure noi non saremo più disposti a stare nella maggioranza». Immediata la replica dell'azienda di trasporti che ha già provveduto a inviare tutta la documentazione al tribunale di Roma, chiedendo alla magistratura di verificare «la piena legittimità degli accordi sugli esuberi», riservandosi, inoltre «ogni eventuale azione a tutela dell'immagine della società dopo l'esito dell'accertamento giudiziale». Con la stessa velocità intercorsa tra le accuse e le repliche, arriva anche il commento del neo-assessore ai trasporti del Comune, Stefano Esposito. «Vorrei tanto che a Roma si rispettasse la legge, soprattutto in fatto di trasporto pubblico, ma pare che la politica in Atac ci debba per forza mettere lo zampino. Quel tipo di accordo non l'avrei mai sottoscritto (di fatto l'ha ereditato) ma ora è doveroso che la magistratura intervenga per far chiarezza. Se verrà accertata qualsiasi irregolarità, saranno diverse "le teste" che salteranno».
GLI ESUBERI
Ma qual è la situazione reale che si cela dietro il piano di esuberi concordato più di tre mesi fa? Ad aprile 2014, fa sapere l'azienda pubblica di trasporti, in Atac figuravano 1.628 amministrativi a fronte di un organico complessivo di 11.976 dipendenti. In sostanza, troppi. Si concorda un piano di esuberi per 323 dipendenti. Iniziano i confronti con i sindacati che fanno scendere le eccedenze a 208 unità. Ad oggi nei vari step del piano figurano 72 riqualificazioni finali, di queste 36 già espletate e le restanti in corso d'opera. Al netto di quale sia il conteggio reale, in breve tempo Atac è tornato al centro del dibattito politico. «Una rabbia a scoppio ritardato quella di Sel sul caso esuberi», accusa il senatore del Nuovo centro destra, Andrea Augello, che mesi fa presentò al riguardo un'interrogazione parlamentare. L'opposizione accusa l'Atac di aver alterato i criteri - come lo stato di famiglia e l'anzianità di servizio - per individuare i dipendenti da ricollocare e chiede per questo l'azzeramento dei vertici dell'azienda, puntando il dito contro Giuseppe De Paoli, direttore del personale in Atac, per la cui assunzione l'amministratore delegato Danilo Broggi è stato raggiunto da un avviso di garanzia.