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Pescara, 24/11/2024
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Data: 06/09/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Pensioni più alte dei sindacalisti, il governo in campo Sono oltre 17 mila gli assegni “d’oro”. L’ipotesi di un intervento retroattivo. Il sottosegretario Zanetti: «Un privilegio immotivato».

ROMA Il numero lo aveva rivelato poco tempo fa il ministro del lavoro Giuliano Poletti in Parlamento. I sindacalisti che incassano dall’Inps una pensione maggiorata sono 17.319. Un piccolo esercito. E, come ha spiegato lo stesso istituto previdenziale diffondendo una simulazione sugli assegni percepiti dagli ex rappresentanti dei lavoratori, si tratta maggiorazioni fino al 66%. Super pensioni, insomma. Tutta colpa (o merito, a seconda dei punti di vista), di una leggina del 1996, il decreto legislativo numero 564, con la quale è stato consentito ai lavoratori in aspettativa o distaccati presso i sindacati, di poter aggiungere ai contributi figurativi derivanti dal loro lavoro, anche contributi aggiuntivi eventualmente versati dalla sigla sindacale di appartenenza. E qui sta l’inghippo, perché la regola applicata a questi contributi aggiuntivi è quella del retributivo. O meglio, la versione più conveniente del vecchio sistema, quella che consente di calcolare l’assegno della pensione in base all’ultimo stipendio percepito. Insomma, per questi 17 mila e passa sindacalisti, in teoria, potrebbe essere stato possibile lavorare pochi mesi, o anche uno soltanto, per avere accesso ad una pensione calcolata come se quello stipendio fosse stato percepito per tutta la vita lavorativa.
LA QUESTIONE La questione delle pensioni d’oro era stata sollevata da un parlamentare di Scelta Civica, Giulio Cesare Sottanelli, che aveva presentato un’interrogazione a Poletti e poi, insieme a Irene Tinagli del Partito Democratico, aveva scritto una lettera a Tito Boeri dell’Inps per chiedere chiarimenti. E non a caso, il giorno dopo, proprio da un esponente di governo centrista, il sottosegretario Enrico Zanetti, arriva la presa di posizione più forte contro le super-pensioni dei sindacalisti. «Se si pensa che nel 1995, con la riforma Dini, si chiese a tutte le giovani generazioni di rinunciare al calcolo della pensione su base retributiva», dice Zanetti, «risulta indecente che già l’anno successivo, con una normetta, si sia reso quel calcolo retributivo ancora più conveniente per i sindacalisti. Chi all’epoca votò la norma in Parlamento, e ancor più chi diede via libera dal ministero del Lavoro», aggiunge Zanetti, «dovrebbe vergognarsi». Poletti ha precisato che dal 2012, da quando è entrata in vigore la riforma Fornero, per i sindacalisti non è più possibile utilizzare i commi di favore previsti dalla legge 564. Anche per loro oggi vale il sistema di calcolo contributivo. Resta però aperta la questione dei privilegi per coloro che già sono in pensione e hanno ottenuto i super assegni. «A Poletti», spiega Sottanelli, «avevo chiesto anche di indicare la durata media dei distacchi, perché potrebbe emergere qualche dato anomalo, come mini sindacati creati ad hoc solo per assumere persone a cui far innalzare le pensioni con il trucchetto della legge 564». Su questo punto, però, il deputato non ha ricevuto al momento risposta dal ministro.
LE MISURE All’interno del governo, intanto, si starebbe facendo strada l’idea di un intervento anche retroattivo su queste pensioni d’oro. A farsene portavoce è, ancora una volta, il sottosegretario Zanetti. «Scelta Civica», spiega, «è da tempo in prima linea per una revisione retroattiva dei vitalizi dei parlamentari, con gli stessi criteri bisogna procedere alla cancellazione di questi privilegi altrettanto immotivati». In realtà su questi benefici, fanno notare alcune fonti di governo, una parte della responsabilità ricade sulla stessa Inps. La contribuzione aggiuntiva in base alle norme, infatti, doveva essere espressamente autorizzata dall’istituto di previdenza. I sindacalisti intanto, continuano a difendersi. «Chi ha diritto all’aspettativa è un dirigente che è stato eletto e che si distacca da un posto di lavoro», ha detto all’Adn Kronos Gigi Petteni, segretario confederale Cisl. E siccome è una carica elettiva e non si sa quanto duri», ha aggiunto, «lo Statuto dei lavoratori prima e la legge poi hanno previsto contributi figurativi da poter aggiungere agli altri contributi. Come previsto per i Sindaci».

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