L'AQUILA «I tre consiglieri che hanno fatto venire meno la loro fiducia alla giunta regionale, hanno tradito il mandato ricevuto dagli elettori. Non si può, per una poltrona, mettere in crisi la Regione intera». Il giudizio del padre putativo di Sinistra ecologia e libertà (Sel) in Abruzzo, il deputato Gianni Melilla, è tranciante nei confronti della crisi di mezza estate scatenata in giunta a causa dell'impuntatura politica su temi difficili come la cultura, il lavoro e la sanità, dai due di Abruzzo civico, Andrea Gerosolimo e Mario Olivieri, e Mauro Monticelli del Pd. Tranciante perché per Melilla, politico di vecchia scuola, la politica, appunto, «è una cosa seria». E la può fare soltanto chi ha la responsabilità di portare avanti «la baracca», chi è capace di rappresentare una coalizione come quella che governa oggi la Regione. «Se io fossi stato al posto di D'Alfonso, sarei andato in consiglio regionale e avrei detto: “questo è il programma e questa è la giunta che propongo, se ho la fiducia bene, altrimenti torniamo alle urne. Ma solo con le persone che sono state leali"». Ergo: senza "traditori". Una soluzione proposta al presidente Luciano D'Alfonso. E la crisi, alla fine, si è risolta con quello che Abruzzo civico voleva: un posto in giunta, quello di Gerosolimo, al quale si deve ancora trovare la giusta collocazione, perché la politica è un gioco di incastri ed equilibri. Ma Sel è disposta a cedere l’assessorato di Mazzocca? «Ci aspettiamo che il nostro assessore Mario Mazzocca, che ha sempre lavorato bene, venga mantenuto in giunta. Tuttavia domani alle 17,30 è prevista una riunione con l'assemblea regionale di Sel e porteremo le nostre conclusioni condivise a D'Alfonso a inizio settimana. Non siamo disposti a fibrillare in eterno, si deve decidere in fretta perché c'è una Regione da governare, con migliaia di disoccupati, imprese e commercio in crisi. Ci sono alcuni punti nel programma che restano per noi intoccabili e li abbiamo ribaditi di recente a D'Alfonso: reddito minimo garantito, no alle trivelle, una verifica radicale di tutte le risorse europee da mettere a servizio dell'occupazione. Vedremo le risposte, tenendo conto che noi siamo stati sempre onesti con la giunta e rinnoviamo il sostegno». Sel è pronta a dire sì anche al posto di Sottosegretario a Mazzocca? «Se il Pd su quei punti programmatici è d'accordo, l'esperienza può continuare nelle forme che insieme decideremo. Non ne facciamo una questione di poltrone. Ci aspettiamo, però, la stessa lealtà dal Pd. Mi fido del modo in cui D'Alfonso traghetterà la Regione fuori dalla crisi». E come finiranno gli equilibri locali, tra Sel e Pd, con Mazzocca Sottosegretario? «Sel distingue le proprie posizioni rispetto a quelle nazionali e locali, mantenendo la propria l'autonomia. A livello nazionale, per esempio, abbiamo una posizione critica verso il Pd e di opposizione al governo Renzi. Quanto all’Abruzzo, in alcune città abbiamo raggiunto un'intesa con il Pd, in altre, come Chieti, non è stato così. Siamo come il vecchio Partito Comunista nel suo rapporto con i socialisti. Si combattevano a livello nazionale, ma poi c'erano realtà locali in cui governavano insieme. E come la vecchia scuola comunista ci ha insegnato, noi discutiamo fino in fondo i problemi e poi decidiamo insieme. Dovrebbe essere così anche nelle coalizioni ma, poi, vincono gli interessi territoriali e personali. Succede spesso quando ci sono delle liste civiche...».