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Pescara, 24/11/2024
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Data: 07/09/2015
Testata giornalistica: Il Centro
«Noi traditori? Poniamo temi reali non di bottega». Giulio Borrelli (Abruzzo Civico) replica a Melilla. «Se Sel vuole andare a votare si accomodi, poi vediamo se col Pd ma senza liste civiche tornerà al governo della regione»

PESCARA Non è piaciuto a Giulio Borrelli quella parola “traditori” utilizzata dal deputato di Sel Gianni Melilla a proposito dei due consiglieri regionali di Abruzzo Civico Andrea Gerosolimo e Mario Olivieri che prima di Ferragosto hanno messo in crisi la maggioranza facendole mandare il numero legale in consiglio. Per Melilla, i due consiglieri del movimento guidato da Borrelli (ai quali va aggiunto il piddino Luciano Monticelli) avrebbero «tradito il mandato degli elettori», mettendo in crisi «per una poltrona» una regione intera. La poltrona è quella di assessore che Abruzzo Civico rivendica dalla chiusura delle urne e che ora sarebbe alla portata di Gerosolimo. Borrelli, lei è il coordinatore di Abruzzo civico, dunque anche lei ha “tradito”, secondo Melilla. «Non vogliamo polemizzare con nessuno, ma non possiamo accettare attacchi strumentali e infondati». Ma la posizione di Sel rischia di allontanare la soluzione e il vostro assessorato. «Come si concluderà la vicenda assessorato non lo so, oggi come oggi la conclusione rimane sospesa, ma non è questa la questione centrale». Però è dall’inizio della legislatura che chiedete un posto in giunta. «Abbiamo sostenuto la giunta di centrosinistra dall'esterno per oltre un anno pur in presenza di un vulnus della volontà degli elettori, che chiunque sia in buona fede può verificare. Qualcuno però non ha voluto vedere perché interessato a mantenere le proprie postazioni del tutto sovradimensionate rispetto alle scelte dei cittadini». I suoi avversari dicono che ragiona col manuale Cencelli in tasca. « Altro che manuale Cencelli: qui c’è chi vuole giocare ad asso pigliatutto». C’è anche chi riconosce le vostre ragioni. «Sì, oggi c’è qualcuno che vedendo rimesse in discussione la propria sovrarappresentanza scopre, dopo aver taciuto per 15 mesi, questioni di metodo e di contenuto. Meglio tardi che mai. Ma le discussioni non sono sull’assessorato, nè sul reddito minimo garantito né sull’ambiente». E su cosa allora? «Sulla riorganizzazione della sanità, sui finanziamenti alle istituzioni culturali, sul riassetto delle società partecipate. Di questo stiamo discutendo. Problemi che abbiamo posto e che continueremo a porre indipendentemente dai posti in giunta». Sel minaccia il ritorno alle urne. «Ci sono vecchi modi di fare politica che appartengono a un certo ceto politico non a noi, compreso il finto richiamo alle urne». Finto? «Noi diciamo: volete tornare alle urne? Accomodatevi e vediamo se una coalizione frontista Pd-Sel senza liste civiche tornerà alla guida della Regione».

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