L’AQUILA La giunta regionale tornerà a riunirsi domani dopo una lunga pausa, chi sarà seduto nel tavolo dell’esecutivo e soprattutto con quale ruolo, tuttavia, resta un’incognita. Perché entro oggi il presidente Luciano D’Alfonso scioglierà gli ultimi dubbi del rimpastino estivo, attribuendo deleghe e funzioni per far quadrare il complesso puzzle delle alleanze e degli equilibri dei numeri. Di certo non ci sarà l’ormai ex sottosegretario Camillo D’Alessandro che, come annunciato ieri, si è dimesso dal ruolo di governo portando con sé tuttavia le deleghe dei Trasporti, del Turismo e delle Infrastrutture. Al suo posto, ma Sel non ancora scioglie definitivamente le riserve (anzi la sezione di Pescara ribadisce che «il lavoro svolto da Mazzocca debba continuare all’interno dell’assessorato»), dovrebbe sedere l’assessore uscente all’Ambiente Mazzocca, anche lui portando con sé le deleghe che detiene dall’inizio della legislatura.
IL RUOLO VUOTO
Il nuovo assessore di Abruzzo civico, Andrea Gerosolimo, insomma, avrà la sua poltrona ma una scrivania con pochi «cassetti»: Aree interne, Formazione e Lavoro, e Grandi Eventi, senza tuttavia quelli più importanti, ovvero l’operazione Abruzzo Open day e il Giubileo che saranno affidati a D’Alessandro. Niente Cultura, inoltre, perché la sua battaglia contro i finanziamenti a spot ha urtato e non poco la sensibilità degli aquilani (la vicenda dell’Istituo sinfonico abruzzese è ancora appesa ad un filo), niente Turismo che resta nelle mani di D’Alessandro (della serie: sacrificarsi si, ma giusto per far vedere) e niente Ambiente che Mazzocca vuole continuare a gestire, anche in virtù dei tanti fronti aperti (gasdotto e centrale Snam, Ombrina, ecc.) e che richiedono una conoscenza dettagliata e un continuum nei rapporti con i ministeri competenti.
IL GIOCO DELL’OCA
Alla fine, insomma, tolto D’Alessandro che non avrà più l’auto di servizio a disposizione, ma che in compenso, oltre alle pesanti deleghe, avrà anche il compito di «coordinatore del lavoro di esecuzione del programma di giunta, gruppi di maggioranza e consiglio» (l’investitura è del presidente in persona), con tanto di responsabilità sul Masterplan, nessuno rinuncerà a nulla o quasi. Anche se il Pd chietino, per voce del segretario provinciale Chiara Zappalorto, già si sente sottorappresentato. Gli assessorati ufficiali restano sei, ma i posti di comando diventano otto, considerando anche quello già affidato a Leandro Bracco. La questione non è solo di forma, ma di sostanza: perché titoli a parte, la differenza tra un assessore, un sottosegretario e un consigliere delegato, non è di poco conto dal punto di vista operativo. I primi hanno infatti una struttura tecnica di supporto, che redige delibere, fa leggi, verifica gli atti, il secondo e i terzi, invece, no. E l’Ambiente, dal punto di vista burocratico, non è proprio come gestire uno stand all’Expò. Così come la gestione delle infrastrutture, dei trasporti e dei due veri, grandi eventi in programma, creerà probabilmente qualche problema d’identità alla macchina regionale, oltre che al nuovo assessore. Sempre che Gerosolimo accetti la nomina.