MILANO Andare in pensioni prima della scadenza, ma senza costi per lo Stato. Possibile? «Lo stiamo studiando» dice Matteo Renzi «ma si annuncia una cosa sulle pensioni solo quando si è sicuri di farla». E dunque, per il momento di certezze non ce ne sono, anche se il premier sostiene che entro qualche mese conta di rimettere in discussione le regole imposte dalla legge Fornero sulla previdenza. «Oggettivamente dobbiamo trovare un meccanismo per cui chi vuole smettere di lavorare un po’ prima rinunciando a un pezzo di pensione possa farlo».
TEMPI DI ANTICIPO E TAGLI
Renzi parla a Porta a Porta in una sorta di riapertura ufficiale della stagione politica dopo la pausa estiva riempita per lo più da chiacchiere. Tengono banco le questioni economiche, le tasse, il rilancio del sud, il deficit pubblico. E le pensioni, appunto. Anche se sul tema della previdenza la cautela è un atto dovuto: «Bisogna capire il quanto: sia sui tempi di anticipo della pensione, sia sulla riduzione delle entrate per chi esce dal mondo del lavoro prima del dovuto. Fino a quando non avremo le idee chiare è inutile parlare».
IL FUNERALE DELLA TASI
Idee chiare, invece, mostra di averle sulla tassazione degli immobili. La minoranza del partito dopo i suoi annunci di luglio (all’assemblea nazionale del Pd) ha ripetutamente criticato l’ipotesi di abolire Imu e Tasi. Critiche che non lo sfiorano: «Il 16 dicembre sarà l’ultima volta che gli italiani pagheranno le tasse per la prima casa». Un favore ai ricchi, come sostiene qualcuno dentro il Pd? «Chi si è spezzato la schiena 30 anni per pagare un mutuo è giusto che non paghi. I veri ricchi sono quelli che hanno una seconda o una terza casa, e loro saranno ancora tassati».
Quasi certamente il provvedimento verrà inserito nella legge di stabilità. E per prevenire eventuali malumori dei sindaci - che col prelievo fiscale sugli immobili rimpinguano le loro casse piuttosto esangui - Renzi ostenta certezze: «Quello che togliamo ai Comuni col taglio di Imu e Tasi lo restituiremo paro-paro sotto forma di assegno». Sicuro? «Su questo mi impegno, assolutamente». E’ già che c’è ribadisce pure l’impegno di tagliare entro il 2017 le tasse sul reddito d’impresa (l’Ires) e l’anno successivo l’Irpef.
Prima di tutto ciò, però, il governo deve superare l’ostacolo della riforma del Senato. I tempi sono stretti, una mediazione con la sinistra del partito è complicata, e Renzi non pare disposto a grandi concessioni. «Il punto delicato è sulle competenze tolte al Senato su richiesta di una parte del mio partito e che adesso vogliono reintrodurre. Si mettano d'accordo, li chiamiamo a un confronto all'americana e entro il 15 ottobre risolviamo la partita. Poi saranno gli italiani a dire sì o no col referendum».
GLI ANTI-RENZI
Renzi, comunque, si sente stabile. E si mostra assai poco preoccupato dalle iniziative di chi ambisce a sostituirlo alla guida del partito: «Ci sono tantissimi anti Renzi: Rossi (il governatore della Toscana che ha annunciato l’intenzione di candidarsi per la segreteria, ndr), Emiliano, Speranza, Bersani che lo è ad honorem, e D'Alema anche se non credo che corra, ma magari farà il king maker. Va bene così, è giusto che ci sia chi la vede diversamente. Io non ho paura di perdere la seggiola e non sto provando nemmeno a tenerla, se no farei un accordo con tutti».