L’AQUILA Sulla carta è un adeguamento tariffario al tasso di inflazione che dal 2012 ha toccato complessivamente il 4,7%, ma nei fatti l’aumento del biglietto del trasporto pubblico su gomma, in vigore dal 24 agosto, sfiora con gli arrotondamenti circa il 10%. Su tutti l’esempio del biglietto ordinario della corsa unica urbana, passato da 1 euro a 1,10 euro. E ancora quello a tempo (90 minuti) passato da 1,10 a 1,20 euro o il giornaliero che da 2,50 passa ai 2,70 euro del servizio urbano fino ai 3 euro dell’area "unico" (area metropolitana). Aumenti anche per gli abbonati: il settimanale illimitato suburbano passa dalla forbice (a seconda delle tratte attraversate) 8,80-26,30 euro a quella di 9,30-27,60 euro, mentre il mensile dai 28,80-57,60 ai 30,20-60,30 euro. Così come l’annuale che aumenta di 5-15 euro circa.
GLI ADEGUAMENTI
Adeguamento necessario secondo il presidente di Tua, Luciano D’Amico, impegnato in questi giorni nella chiusura del contratto con i dipendenti delle tre società fusesi: «Entro questa settimana contiamo di chiudere il lavoro fatto con i sindacati - spiega - e comunque non oltre la fine del mese arriveremo a definire i contratti di secondo livello». Ma il vero scoglio da superare resta quello dell’estensione del titolo di viaggio unico in tutta la regione e su tutti i mezzi del trasporto pubblico (gomma e ferro), privilegio oggi riservato solo all’area metropolitana Chieti-Pescara. «Nella seconda metà di settembre faremo un incontro tecnico con Trenitalia e con gli altri gestori su gomma - spiega il presidente - per definire le modalità di incasso e divisione dei biglietti. Dopo di che la Regione potrà procedere a deliberare l’operazione senza la necessità di fare una legge».
I TEMPI FISSATI DALLA DELIBERA
I tempi, d’altronde, li stabilisce la stessa delibera che ha determinato gli aumenti: entro il 31 dicembre, è scritto, si dovrà definire l’accordo tra Tua, Panoramica e Satam. «Con il titolo di viaggio unico esteso in tutta la regione - continua D’Amico - potrà partire la vera rivoluzione del servizio di trasporto pubblico che, voglio sottolineare, non prevede tagli ma razionalizzazioni, ovvero l’eliminazione delle corse doppione gomma-gomma e gomma-ferro: in tutto 1 milione 300 mila chilometri in meno». Sarà un’operazione lunga, ma D’Amico, a dispetto dei rumors e degli esposti per presunte incompatibilità (presentato da Di Stefano), non ha intenzione di lasciare: «Il mio mandato scade a giugno 2016 e ho tante cose da fare, con De Laurentis (suo ipotizzato successore, ndr) lavoro in perfetta sintonia - spiega il rettore prestato ai trasporti - infine il mio incarico è perfettamente compatibile con la mia professione accademica: Di Stefano fa riferimento ad una legge del 1980 che è stata superata dalla normativa. Se viene qui glielo spiego».