L’AQUILA La firma è arrivata poco dopo la mezzanotte di ieri, 8 settembre (anche se il documento porta la data del 7), ma l’armistizio tra la maggioranza primaria e quella secondaria, non mette fine alla «guerra» delle poltrone, nonostante D’Alfonso parli di «agosto superato: adesso ricomincia il cantiere». Innanzitutto perché il documento sottoscritto da D’Alfonso, D’Alessandro e Di Pangrazio da una parte e Gerosolimo, Olivieri e Monticelli dall’altra, non chiarisce i termini dell’accordo (generico sia sulle soluzioni alle questioni di programma, che sulle deleghe da assegnare al nuovo assessore), sia perché il fronte di sinistra della coalizione ha chiuso le porte a qualsiasi ipotesi di rimpasto senza una verifica politica e di programma.
IL NO DELLA SINISTRA RADICALE
In altri termini Sel ha ribadito, con tanto di voto all’unanimità della sua assemblea, che Mario Mazzocca dalla poltrona di assessore non si muove. «Non si capisce perché un assessore che ha lavorato bene per un anno debba lasciare la sua carica - spiega il segretario di Sel, Tommaso Di Febo - tra l’altro il sottosegretario non può fare interrogazioni, né proporre delibere». Sel teme insomma per la sua agibilità politica e dalla sua posizione non intende muoversi. «Un po’ come il gioco della sedia che facevamo quando eravamo ragazzini - ironizza Sara Marcozzi dei Cinquestelle - la maggioranza trotterella intorno alle sedie per accaparrarsene una anche a scapito di chi vi era seduto prima. Come se queste fossero le priorità dei cittadini». Al momento, però, l’unico ad essersi alzato è Camillo D’Alessandro, che in cambio ha ricevuto stima, lodi e deleghe a profusione, ma il cui posto non interessa né a Mazzocca, né a Sel, tantomeno a Gerosolimo (che l’assessorato lo vuole anche e soprattutto per mettere una bandierina politica per Abruzzo civico che sia più vistosa di quella di Sel). Insomma il rebus della squadra di governo resta irrisolto alla vigilia della seduta di giunta convocata oggi alle 16 (e non sconvocata), a meno che D’Alfonso, oggi in visita in Valle Peligna, riesca a convincere Gerosolimo a concedergli ulteriore tempo.
IPOTESI PROROGA?
Una tregua che segua all’armistizio, insomma, per superare le difficoltà con Sel e il consiglio regionale convocato per martedì prossimo, già pregno di argomenti caldi. Ma Gerosolimo ha già detto che si muoverà solo dopo i fatti, anche perché la carta resta l’unica a cantare o almeno a dire la verità. La delega alla Cultura, Estetica e Creatività, ad esempio, affidata a Leandro Bracco diversi mesi fa, «non è mai stata formalizzata - denuncia Forza Italia - un comportamento che, oltre che istituzionalmente scorretto, prende sistematicamente in giro non soltanto il collega di turno, il consiglio regionale e gli operatori dell’informazione, ma tutti gli abruzzesi». Chissà forse un chi va là che gli azzurri vogliono dare a Gerosolimo. A D’Alfonso, allora, non resta che riaprire il confronto con Sel (ma in tempi rapidissimi) o prendere una decisione unilaterale o, ancora, sacrificare un assessore Pd, anziché solo un sottosegretario (Silvio Paolucci o Donato Di Matteo). A cercare di far tornare il senno nel centrosinistra è l’Idv che, dopo la sparata su Asl unica e deleghe assessoriali, vira su più miti bisogni: «Nel prossimo consiglio - avverte Lucrezio Paolini - vi saranno argomenti importanti per la nostra regione; ora il nostro dovere di consiglieri regionali è quello di confrontarci e non di trovare pretesti che dividono la maggioranza. Dobbiamo fornire risposte concrete ai bisogni dei nostri concittadini».