RABBIA E PROTESTE Una vera e propria odissea quella vissuta dai passeggeri del volo VK714 della Air Vallée, rimasti bloccati l’altro ieri all’aeroporto di Tirana. Il loro volo sarebbe dovuto decollare alle 12,40 di lunedì ma solo ieri mattina sono atterrati all’aeroporto di Pescara dopo aver passato la notte in albergo. Una quarantina di loro erano letteralmente furiosi ancora ieri, nient’affatto placati per essere rientrati a casa. Alcuni viaggiavano per lavoro, altri per vacanza, molti con tutta la famiglia al seguito. Come nel caso di Roberto Sterlecchini, accompagnato da moglie e figlia. Il suo racconto è la sintesi di un incubo: «A Tirana siamo rimasti in aeroporto otto ore senza ricevere informazioni - protesta il pescarese -. È vero che ci hanno sistemato in hotel,malo hanno fatto solo quando era sera, dopo averci sballottato per tutta la giornata». Aggiunge Maria Letizia Dragani, che oggi sarebbe dovuta tornare al lavoro: «Siamo stati trattati malissimo, nella più totale disorganizzazione e mancanza di professionalità - ha detto all’Ansa -. Mentre l’aereo era in movimento si è registrato il guasto. Ci hanno fatto scendere e prima ci hanno detto che saremmo partiti alle 16,30, poi alle 17.30 e poi ci hanno addirittura fatti salire su un pulmino, dove siamo rimasti chiusi al caldo per oltre mezz’ora. Il pulmino ci avrebbe dovuti portare verso l’aereo che sostenevano di avere affittato e invece, solo alla fine della giornata, ci hanno caricati su un altro pulmino, spiegandoci che ci avrebbero portati in hotel e che saremmo partiti il giorno dopo». Più delicata e motivo di maggior disagio la situazione di Rita Latella: «Ho problemi di salute e sono rimasta senza medicine. Siamo stati abbandonati per tutto il tempo, senza neanche poter comunicare, visto che il wi-fi, all'aeroporto di Tirana, per gli operatori non albanesi dura solo 10 minuti. Credo che mi rivolgerò ad un avvocato per chiedere i danni». E non sarà la sola a farlo, viste le proteste. SAGA, ISIDORO A RISCHIO All’Aeroporto d’Abruzzo, intanto, c’è fermento e anche tensione all’indomani delle dimissioni in blocco del cda della Saga. Un passaggio tecnico, ha spiegato il presidente Nicola Mattoscio, per la modifica dello statuto. Con la Regione azionista unico va azzerata la vecchia composizione che riconosceva poltrone di rappresentanza agli altri enti coinvolti. Un passaggio dietro il quale c’è chi vede la volontà di escludere dal cda Emidio Isidoro, inserito per conto del Comune, protagonista di una vivace seduta di cda il 23 luglio che per poco non ha portato alle dimissioni di Mattoscio e del vice, Ricci. Il segno, a quanto pare, era già stato superato allora.