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Pescara, 24/11/2024
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Data: 09/09/2015
Testata giornalistica: Prima da Noi
La sfida - Presidente Saga: «se Di Stefano trova di meglio me ne vado». Mattoscio: «la mia indennità ai giovani ricercatori abruzzesi»

PESCARA. Ha accettato l’incarico alla Saga ad una sola condizione: «che lo svolgimento dell’incarico potesse qualificarsi come una disinteressata occasione per restituire all’intero Abruzzo qualcosa della mia, per quanto considerabile modesta, pur sempre fortunata esperienza professionale».

Così Nicola Mattoscio in una lettera aperta indirizzata al deputato di Forza Italia, Fabrizio Di Stefano, ribadisce che il suo incarico è a titolo gratuito. Una precisazione che segue quella del governatore Luciano D’Alfonso e il direttore generale Luca Ciarlini dopo che il parlamentare di centrodestra nei giorni scorsi ha annunciato un esposto per verificare la legittimità degli incarichi affidati al presidente del cda di Saga, Mattoscio, e al presidente di Tua, Luciano D’Amico.

Intanto proprio ieri in Saga il colpo di scena con le dimissioni in massa del cda, rivelatosi in realtà solo un espediente tecnico in ottemperanza alla modifica dello Statuto sulla riconfigurazione del capitale.

Tornando all’incarico: Mattoscio non percepisce alcuna cifra, nemmeno quei 20 mila euro che emergono dai documenti pubblici sul sito dell’Ateno D’Annunzio e su quello della Regione Abruzzo (sezione trasparenza).

Lo ha garantito a PrimaDaNoi.it anche il governatore D’Alfonso dopo che avevamo fatto notare che la cifra era indicata sui siti istituzionali.

LE MIE TRE CONDIZIONI

Mattoscio racconta che per accettare l’incarico offertogli al vertice della Saga dettò al governatore tre condizioni: «che potessi svolgere la funzione osservando, in buona fede, esclusivamente criteri professionali, senza alcuna ingerenza se non quella derivante dai soli compiti istituzionali dei soci»; «che i soci stessi si impegnassero a rendere sostenibile, anche finanziariamente, un progetto credibile di risanamento della società e di consolidamento del ruolo dell’aerostazione in piena compatibilità con il quadro normativo europeo»; «che potessi pubblicamente disporre, come decisione personale, dell’indennità legittimamente e credo anche doverosamente prevista per la carica, eventualmente ridimensionata anche se già abbastanza contenuta, per costituire un fondo da destinare a giovani e meritevoli ricercatori abruzzesi. Il presidente D’Alfonso condivise con particolare enfasi tali condizioni, e da lui poi interpretate e riferite con il suo personale stile comunicativo».

E Mattoschio insiste: « pur essendo pienamente consentito dalla legge e da un regolare deliberato assembleare, non ho percepito alcuna indennità, né rimborso spese, né ho usufruito di alcun mezzo aziendale. Dunque, sottraggo dalle mie risorse personali per finanziare quanto necessario allo svolgimento delle attività di Presidente dell’Aeroporto».

Ribadendo la correttezza di tutta la procedura e nessuna incompatibilità Mattoscio spiega: «continuerà il mio mandato limitatamente ai tempi necessari all’on. Di Stefano per poter indicare una personalità che, con un curriculum confrontabile al mio e possibilmente migliore, accetti di svolgere le stesse mansioni alle medesime condizioni».

Ma Mattoscio dichiaro che sarà dalla sua parte, «anche a fronte di eventuali resistenze dei soci, per favorire l’avvicendamento proposto, impegnandomi pubblicamente a convocare tempestivamente l’Assemblea della società con il necessario punto all’ o.d.g., appena avrò notizia in merito: sarebbe una bella opportunità da cogliere per la nostra Regione».

Infine chiede a Di Stefano di approfondire in ogni direzione i suoi legittimi dubbi in tema di incarichi, «a cominciare anche da quelli conferiti nel recente passato dalla sua parte politica a figure ricadenti nelle mie medesime fattispecie professionali».

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