Iscriviti OnLine
 

Pescara, 24/11/2024
Visitatore n. 740.933



Data: 09/09/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Imu e Tari, istituti religiosi è boom di evasione fiscale. Il rapporto dell’Agenzia delle entrate di Roma: crediti difficili da recuperare.

ROMA Le Orsoline. La congregazione delle Mantellate, le Carmelitane, le suorine del Sacro cuore di Gesù, le Ancelle di Maria Immacolata, i frati trappisti delle Tre Fontane. L’elenco dei piccoli e grandi “presunti evasori” stilato dal Dipartimento risorse economiche del Comune di Roma è un interminabile rosario da sgranare. Un contenzioso che si trascina da più di dieci anni che ha creato non pochi problemi agli 007 del Fisco. Perché un conto è sequestrare i beni della Banda della Magliana o fare le pulci ai vip di Cortina, un altro bussare alla porta di una casa generalizia per recuperare i cespiti dovuti all’erario comunale.
CAPITALE OFFSHORE

Sarà per questa “timidezza” di fondo, o meglio ancora per gli imbarazzi della politica tutte le volte che si sfiora il patrimonio del Vaticano, che gli agenti inviati dal Campidoglio sono tornati spesso a mani vuote. Il Comune reclama il mancato pagamento di Ici, Tasi, Tari e Imu. E persino il mancato versamento per l’occupazione del suolo pubblico.
Le strutture ricettive di proprietà di enti e istituzioni religiose il più delle volte alle ingiunzioni rispondono picche. O meglio; si affidano ai loro legali o nella migliore delle ipotesi pagano le prime rate e poi basta. Sono somme che in alcuni casi superano anche il milione di euro. Sotto le lenti sono finite 299 strutture censite, alcune situate in posti strategici per il turismo romano. Dove si pagano anche 200 euro per una stanza. Ce ne sono in via Veneto (Cappuccini) o a Prati con vista sulla Basilica di San Pietro (Carmelitani). A gestirli sono 187 soggetti diversi, tra congregazioni, confraternite, ordini religiosi, case per ferie. Sessanta alberghi, 112 musei, scuole o chiese e 31 ristoranti, Trenta sono evasori totali: non hanno mai sborsato un euro. Non hanno il codice fiscale né la partita Iva. Ignoti al Fisco ma regolarmente pubblicizzati sul web e anche - caso limite - sul sito istituzionale del dipartimento Turismo di Roma Capitale www.turismoroma.it.
IL PARADISO (FISCALE)

Una città offshore all’ombra del Cupolone emersa grazie alle interrogazioni del consigliere comunale radicale Riccardo Magi. Che spiega: «I dati ufficiali del Comune mostrano come l’elusione fiscale di queste strutture sia sistematica e massiccia. Il dato è eclatante se consideriamo che ci stiamo preparando a un Giubileo senza fondi extra quindi con interventi pagati con le tasse dei romani mentre queste strutture ricettive che faranno il tutto esaurito evadono sistematicamente».
Per non pagare le tasse dovrebbero dimostrare di svolgere un’attività «non commerciale» e di praticare tariffe dimezzate rispetto alle media della zona in cui operano. Un regolamento ambiguo che sembra studiato per alimentare il contenzioso ed eludere le tasse. «Ci accusavano di voler colpire il terzo settore - riprende Magi - ma qui siamo di fronte a veri e propri alberghi che fanno concorrenza sul mercato a strutture private».
Anche dopo la modifica della normativa voluta dal governo Monti la norma è rimasta ambigua e ha reso molto difficile all'amministrazione le contestazioni e il recupero del mancato introito. Per dare un’idea: a fronte di un previsto recupero di 1,5 milioni di euro relativo all’Ici non versata, il comune nel 2011 è riuscito a intascare dagli istituti religiosi solo 9.338 euro. Le procedure non facilitano il lavoro del fisco locale che il più delle volte viene portato in giudizio dinanzi alla commissione regionale.
I soggetti destinatari di azioni di recupero per evasione o elusione di Ici e Imu nel periodo 2012-2015 sono stati 233 per un importo stimato di 19,1 milioni di euro. Irregolari sono risultati 152. La situazione migliora leggermente se si parla di Tasi: su 246 controllati, 92 soggetti (37,4%) sono risultati regolari, mentre 69 (28%) non hanno mai corrisposto tributi. Ci sono le Piccole Ancelle di Cristo Re di via Aurelia 125 con un contenzioso di 320 mila euro; le Figlie di San Giuseppe, 576 mila euro; le Orsoline della Sacra famiglia, 334 mila; la congregazione delle Mantellate Serve di Maria, 1.163.000; l’Ordine del SS. Salvatore di Santa Brigida, 145.000. Nel girone dei cattivi pagatori per qualche motivo misconosciuto sono finiti anche l’Opera nazionale per il Mezzogiorno d’Italia, 164.000 e anche l’Inpdap, 474.000. Un paradiso (fiscale) tutto italiano.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it