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Data: 09/09/2015
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Regione: D'Alfonso, «soluzione pronta». D'Alessandro, «leader pure senza ruoli». Gerosolimo sarà assessore: «basta fondi a pioggia sulla cultura»

L’AQUILA - “La crisi di Giunta la affronto con gli atti, emetto atti. L’atto di nomina è pronto, deve essere rubricato. Poiché avete cura e premura per la vicenda, domani (oggi, ndr) sarete i primi a sapere il numero di protocollo”.

Usa l’eloquenza e l’ironia, il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, raggiunto telefonicamente da AbruzzoWeb, per annunciare la ‘soluzione in tasca’ per la crisi che da qualche settimana sta strangolando l’azione amministrativa del suo governo.

L’atto di nomina cui fa riferimento è quello del nuovo assessore Andrea Gerosolimo, consigliere di Abruzzo civico, che per entrare nell’esecutivo necessita, però, dell’uscita di uno tra i 6 attuali assessori.

Sul prescelto per la fuoriuscita, che avrà probabilmente il nobile paracadute della nomina a sottosegretario alla Presidenza, poltrona lasciata libera dal dem Camillo D’Alessandro, il presidente dà un indizio a questo giornale: “Uscirà quello di cui avete abbondantemente scritto”, vale a dire l’attuale assessore all’Ambiente Mario Mazzocca di Sinistra ecologia libertà.

Anche se l’ipotesi di un’uscita del dem Donato Di Matteo continua a serpeggiare tra i corridoi di palazzo Silone. Meno probabile quella di Silvio Paolucci, che pure ha confessato rinuncerebbe volentieri alle tre pesanti deleghe (Sanità, Bilancio e Personale) ma che lascerebbe sguarnito il Chietino dopo l’addio di D’Alessandro, e questo non può essere.

Il più gettonato per l’addio, sentendo il pur criptico D’Alfonso, resta Mazzocca. Eppure Sel, proprio ieri sera, come anticipato ad AbruzzoWeb dal segretario regionale, Tommaso Di Febo, ha votato contro la soluzione sottosegretario, subordinando ogni diverso intento a un vertice di maggioranza.

Come riuscirà il governatore a sbloccare l’impasse? “Chiamatemi domani e saprete”, annuncia teatrale dando appuntamento a oggi per la soluzione del problema.

Il presidente regola, infine, con una battuta gli strali del segretario regionale dell’Italia dei valori, Lelio De Santis, che a questo giornale lo ha definito “indebolito” da questa odissea-rimpasto. “È come dire che vogliamo che la mamma sia più buona”, taglia corto.

Alla vigilia di una giornata decisiva, parla ad AbruzzoWeb anche il sottosegretario dimissionario D’Alessandro, che spiega come non servano per forza “biglietti da visita o ruoli per essere autorevoli”, possibile bordata di volee al nuovo assessore e annuncia in virtù del nuovo ruolo di ‘coordinatore della maggioranza’ assegnatogli da D’Alfonso riunioni ogni lunedì per stoppare le sgradite sorprese al momento delle votazioni. Insomma, fa capire di essere decisamente “in campo”.

Infine il nominando Gerosolimo, a questa testata espone alcune prudenti posizioni in politichese e in particolare si dice possibilista a rivedere le sue posizioni sul salvataggio della Sinfonica che ha fatto saltare ad agosto, sottinteso, una volta che avrà messo le mani sulla carica da assessore a cui ambiva più d’ogni altra cosa.
D’ALESSANDRO: “NON SERVONO BIGLIETTI DA VISITA”

Camillo D’Alessandro, dopo che Sel ha detto no al sottosegretario ha pensato che le sue dimissioni siano state in qualche modo sprecate?

C’è in corso un approfondimento programmatico da parte di Sel, non posso dire ora che finiranno comunque per accettare perché so che è un dibattito serio, però non vedo grandi problemi. Con la disponibilità della casella che ho lasciato libera, oggi è più facile che tutti ci mettano qualcosa e che la crisi si risolva. Bisogna fare presto, però, perché ogni giorno perso è un giorno che gli abruzzesi non capiscono.

Il sottosegretario è un ruolo di strettissima fiducia del presidente, non un settimo assessore. Questa diversa natura rappresenta un ostacolo in più?

È vero che si tratta di una fattispecie particolare rispetto all’assessore, tuttavia, nel momento in cui il nuovo sottosegretario continua a seguire le materie che seguiva, i limiti potrebbero essere superati.

Ma come la mettiamo con quanto osservato dal capogruppo di Forza Italia, Lorenzo Sospiri, per il quale un sottosegretario, invece, non può avere deleghe?

Basta leggere il combinato disposto degli articoli dello Statuto regionale: il presidente può incaricare il sottosegretario a seguire determinate materie, quest’ultimo partecipa alla Giunta, ma non ha diritto di voto.

Al di là delle sue dichiarazioni di prammatica sulla necessità di garantire il bene della coalizione, ma chi glielo ha fatto fare a compiere il primo passo, lasciando la poltrona?

Ci ho pensato molto, non era scontato che arrivassi a questa conclusione. Ma io vado in giro e il popolo che ci ha votato non lo capisce, questo dibattito. Capiscono che abbiamo avuto una valanga di voti, quasi il doppio degli altri, e che non esiste alcuna scusa per bloccare anche di un secondo l’azione amministrativa. Questo gesto lo potevano fare tutti, ma per la mia esperienza, per il rapporto che ho con il presidente D’Alfonso e per il mio ruolo di presidente regionale del Partito democratico mi sono convinto serenamente a essere io la soluzione. Se non sei la soluzione,come ho detto, sei parte del problema.

E le voci su accordi per una candidatura da capolista alla Camera quando sarà o addirittura da prossimo presidente della Regione?

Questo sarebbe malgoverno, e io l’ho conosciuto e combattuto per 5 anni e mezzo. E poi, mettiamo che avessi fatto questi accordi, chi mi può garantire oggi? Mica ho l’anello al naso! I ruoli si guadagnano sull’autorevolezza della gente. E l’autorevolezza non deriva dall’essere chiamato assessore o sottosegretario. Credo di poter svolgere un ruolo senza biglietto da visita e come ha annunciato il presidente sarò coordinatore della maggioranza, ruolo non formale ma tutto politico che voglio interpretare al meglio.

Ebbene da coordinatore, come si fa a mettersi in Giunta e governare fianco a fianco con Abruzzo civico che, assieme al vostro ribelle Monticelli, stava facendo saltare per aria la maggioranza?

Non considero quelli di Ac dei traditori, credo che abbiano sbagliato molto nella modalità di conduzione dell’ultimo Consiglio perché far mancare numero legale non è un atto politico, ma un atto che ferisce l’istituzione. Siamo pagati per dire sì o no, non per non andare in aula. Detto questo, in oltre un anno e mezzo hanno sempre avuto un profilo collaborativo, hanno votato tutto in commissione e Consiglio e sostenuto tutto, tranne quell’ultima seduta mai hanno fatto mancare il numero legale (ma D’Alessandro dimentica il voto contrario sui punti nascita dei due di Ac assieme al ribelle dell’epoca Pierpaolo Pietrucci e al solito Monticelli, ndr).

La differenza di vedute con il movimento di Giulio Borrelli, però, resta.

C’è un dibattito sulla politica sanitaria e sulla cultura, un confronto serrato. Il mio ruolo serve anche a questo, non è un titolo. Ogni lunedì riunirò la maggioranza e affronteremo i temi e le leggi iscritte nelle commissioni, i proponenti relazioneranno, si definirà lì l’indirizzo. È un metodo inventato quando ero capogruppo Pd, anche se eravamo all’opposizione. Ma la regola sarà che si decide il lunedì, non si rimanda e, una volta deciso, tutti si adeguano. Mi dispiace per l’opposizione, ma paradossalmente questa situazione aiuterà la maggioranza a rimettersi in sesto.

Eppure nel centrosinistra non mancano voci dissonanti. L’Idv ha parlato di strapotere del Pd...

Serve una riflessione oggettiva. Nell’assetto abbiamo fatto in modo che tutte forze politiche avessero una rappresentanza nel governo o nel Consiglio. Il Pd, però, è l’unica forza del centrosinistra che ha eletto uno e più consigliere in tutte e quattro le province. Al governo regionale, di conseguenza, non si può non garantire al Pd la presenza di almeno un assessore per ciascun territorio. Da qui la naturale configurazione. Il Pd, poi, ci ha messo anche molta generosità nella composizione delle liste civiche per consentire l’impegno di amici del Pd e questo ha sottratto un po’ di voti al partito, anche se è servito alla coalizione. Insomma, l’analisi è più complessa e comunque non mancheranno occasioni di confronto con l’Idv, visto che ai tavoli il loro consigliere Lucrezio Paolini, che è anche vice presidente del Consiglio, partecipa regolarmente e pone questioni.
GEROSOLIMO: “SOLUZIONE DELLA CRISI? NON CI PENSO”

“Le mie deleghe da nuovo assessore? A parte quella alle Aree interne, non ho parlato di questo con il presidente. Con D’Alfonso sto parlando di temi come sanità e cultura, stiamo trovando una sintesi e stasera avrò un nuovo incontro”.

Così il prossimo componente della Giunta Gerosolimo glissa sui meccanismi del rimpasto che stanno inceppando la maggioranza di centrosinistra anche grazie alla sua fronda.

“Il problema dell’assessorato esiste da 14 mesi - rimarca - e su come e se intenda risolverlo Luciano francamente non ci impazzisco, vedo comunque i segnali di una soluzione”.

Con il suo collega Olivieri e il dem di appoggio Monticelli, Gerosolimo è stato il “giustiziere” dell’Istituzione sinfonica, facendo saltare il salvataggio da 800 mila euro e agendo da ‘assessore ombra’ nei meeting con le istituzioni culturali abruzzesi.

Uno dei punti del patto per l’ingresso in Giunta è il varo di una nuova legge quadro del settore. A che cosa servirà?

“Sarà uno strumento che garantisce tutto il mondo della cultura abruzzese, con regole certe per tutti. Verranno meno quei finanziamenti a pioggia che ci sono stati in passato”.

Quindi saranno giubilati anche gli 800 mila euro dell’Isa? “Non ho detto questo”. Ma se venisse riproposto identico il provvedimento di finanziamento che ha fatto saltare ad agosto, lui e gli altri due voterebbero ancora contro? “Ancora non ne abbiamo parlato”, la laconica risposta.

Alla domanda se andrebbe lui a fare il sottosegretario alla Presidenza qualora nessuno volesse uscire dalla Giunta, Gerosolimo risponde in politichese stretto: “Penso ai problemi dell'Abruzzo”.

Ma una sua nomina a sottosegretario “al momento non è oggetto di discussione tra noi e D'Alfonso”.

Tradotto, sarà assessore. Ovvero quello che ha sempre voluto dall’inizio.

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