L’AQUILA Ore decisive, per sapere se sul Gran Sasso si potrà sciare, nella stagione invernale 2015-2016. Il nodo da sciogliere è la sicurezza della vecchia seggiovia delle Fontari, che deve necessariamente essere revisionata, con una spesa di circa 100mila euro, per tirare avanti ancora un anno. Il progetto di sostituzione dell’impianto, già finanziato con 6 milioni, è stato nuovamente bloccato dal fronte ambientalista e c’è fermento, all’interno di Comune e Centro Turistico del Gran Sasso: dopo un primo faccia a faccia tra il sindaco Massimo Cialente e il presidente del Ctgs Umberto Beomonte Zobel, domani è previsto un altro tavolo: il sindaco, che al momento dell’emanazione dell’avviso pubblico per la privatizzazione dell'azienda aveva ribadito il suo no all’ennesimo intervento di manutenzione, ha ammorbidito la sua posizione, ma vuole garanzie, da parte della ditta costruttrice, sulla sicurezza della vetusta seggiovia quadriposto. Garanzie che pretende anche il direttore della stazione sciistica Marco Cordeschi, visto che sempre domani verrà effettuato un sopralluogo tecnico, per valutare quanti e quali lavori occorrono per rimetterla in funzione. Intanto, continuano la polemiche, con la Filt-Cgil che ritiene gravissimo il fatto che «la riapertura della stazione sciistica sia ancora in bilico, a poche settimane dal possibile avvio della stagione invernale e con la prevendita degli abbonamenti già iniziata». Mentre Rifondazione Comunista insiste sulla necessità di «accantonare il nuovo progetto delle Fontari e riprendere quello datato 2013». La storia si ripete: anche quest’anno gli sciatori guardano il calendario e sospirano. Ci sono due date imminenti: il 15 ottobre scadono i termini dell’avviso ricognitivo rivolto agli imprenditori interessati a gestire impianti e strutture ricettive e a partecipare a un piano complessivo di investimenti che potrebbe superare i 52 milioni di euro. L’8 dicembre, invece, dovrebbe inaugurarsi, come da tradizione, la nuova stagione. «Ne abbiamo sentite molte» incalza il segretario della Filt-Cgil Domenico Fontana «sul Centro Turistico del Gran Sasso. Nessuno si sorprende più di nulla. Noi invece, che ancora abbiamo a cuore il destino di quell’azienda, dei suoi dipendenti e di coloro i quali intorno ad essa hanno provato ad intraprendere una qualche attività turistica, continuiamo a rimanere sconcertati. I problemi tecnici esistono per essere risolti. Ancora più grave è affrontarli con tempi risicati, visto che gli stessi sono noti da tempo». «Ovviamente», conclude Fontana, «dalle parti di Rocca di Cambio e Ovindoli qualcuno festeggia e ringrazia». Rifondazione ricorda che «il progetto per la sostituzione delle Fontari presenta forti criticità sul piano dell’impatto ambientale ed è tuttora fermo in commissione Via, con il ministero dell’Ambiente che ha sospeso la delibera del consiglio direttivo del Parco Gran Sasso. Riteniamo quindi necessario che venga riproposto il progetto del 2013, sul quale gli enti interessati hanno già espresso parere favorevole, e che entro sei mesi venga redatto il programma attuativo del Piano d’area del Gran Sasso».