L'AQUILA - È nella privatizzazione del Centro Turistico del Gran Sasso, dopo i primi due bandi andati deserti, l'unica chance per salvare l'hotel di Campo Imperatore dal degrado dovuto a una gestione affidata a singhiozzo che impedisce di fare investimenti ai gestori.
Ma tra crisi politiche e lungaggini burocratiche, a sentire alcuni osservatori privilegiati della vicenda la privatizzazione agognata resta ancora un miraggio.
Sono 10 i milioni di euro che diventerebbero disponibili per gli investimenti, provenienti dalla percentuale del 4% dei fondi sul terremoto destinata allo sviluppo, ai quali se ne aggiungono altri 30, per ora tuttavia solo virtuali, di cui una ventina di provenienza Cipe.
Un nodo non di poca rilevanza neanche dal punto di vista politico, visto che sulle diverse visioni del modello di sviluppo del comprensorio si è scatenata la crisi nella maggioranza che guida il Comune, con un emendamento che per poco non ha mandato sotto il centrosinistra e ha scatenato le ire del sindaco, Massimo Cialente.
Fondi sostanzialmente inutilizzabili, visto anche il pasticcio del bando per la nuova seggiovia delle Fontari pubblicato sulla base di un progetto sprovvisto di Valutazione di impatto ambientali, e zero appetibilità commerciale, secondo quanto contestato dagli oppositori. Insomma un cane che si morde la coda.
Intanto Campo Imperatore versa nel degrado, l'ostello è ormai chiuso da anni e la gestione dell'albergo naviga a vista a causa degli affidamenti di 8 mesi in 8 mesi.
Il Comune prova a cercare un privato interessato al rilevamento della intera stazione e, per questo, ha emesso ad agosto un nuovo bando con il quale cerca manifestazioni d'interesse.
Ma lassù, commenta laconico Raffele Daniele, consigliere comunale Unione di centro e presidente della commissione di Vigilanza, "anche Sergio Marchionne farebbe debiti".
"Ho smesso di attaccare il presidente del Centro turistico, Umberto Beomonte Zobel, perchè i numeri sono drammaticamente fisiologici", confessa poi.
E la dimensione del vicolo cieco in cui ci si è cacciati è data dal fatto che, dopo due bandi andati deserti, l'amministrazione potrebbe procedere per affidamento diretto eppure non lo fa.
Proprio perché la stazione non è appetibile per un privato, che sarebbe stretto "tra i vincoli degli Usi civici e del Parco nazionale del Gran Sasso per eventuali investimenti infrastrutturali", rileva ancora Daniele.
Le risorse disponibili non sono poi utilizzabili per ripianare i debiti del Ctgs che secondo alcune stime ammonterebbero a 6 milioni di euro e lievitano ogni anno, "non essendo in nessun modo i costi sopperibili dai ricavi".
E poi, "la funivia ha una portata di 3 mila persone al giorno e per investire bisognerebbe portarne su 10-15 mila", senza contare che "sul Gran Sasso si scia 35 giorni l'anno" quindi, asserisce un Daniele che ammette di dire "una cosa di sinistra", "si deve guardare a un'offerta più variegata del turismo montano, puntando a un diverso modello di sviluppo".
"Nel nuovo piano industriale, e prima ancora nel piano triennale delle opere pubbliche - spiega il presidente Zobel, dal canto suo - sono previsti 2 milioni di euro per la ristrutturazione dell'albergo di Campo Imperatore".
La condizione pietosa della struttura? "Concordo, è impensabile pensare a qualsiasi intervento, in presenza di una gestione medio temporale" dice, in riferimento ai bandi che dal 2012 affidano a singhiozzo la struttura all'imprenditore Paolo Pecilli.
Gestione che scadrà a fine settembre, quando l'albergo potrebbe addirittura chiudere i battenti se il gestore confermasse la volontà di non rispondere al nuovo bando e in attesa di nuovi eventuali pretendenti.
Il Comune, d'altra parte, in previsione di quella privatizzazione di cui, come ricorda Daniele, si parla da anni, "non vuole avere vincoli con eventuali subentranti" precisa Zobel.
E autonomamente, il Ctgs "non può decidere di emettere bandi che vadano oltre la stagione".
Anche per l'ostello è pronta la progettazione per il restauro, ma si prevedono tempi lunghi per tutti i permessi necessari. E all'hotel Cristallo Zobel annuncia "per la fine dell'anno" la fine dei lavori.
LA CGIL: "GLI IMPIANTI NON APRONO? GRAVISSIMO! ALLE ROCCHE RINGRAZIANO..."
"Ne abbiamo sentite molte sul Centro Turistico del Gran Sasso. Nessuno si sorprende più di nulla" dice Domenico Fontana della Filt Cgil, in merito al rischio, paventato dal direttore di esercizio ingegner Marco Cordeschi, dall’amministratore unico del Ctgs ingegner Beomonte Zobel e dal sindaco Massimo Cialente.
"Noi invece, che ancora abbiamo a cuore il destino di quell’azienda dei suoi dipendenti e di coloro i quali intorno ad essa hanno provato a fatica ad intraprendere una qualche attività turistica, continuiamo a rimanere sconcertati di fronte a dichiarazioni gravissime rilasciate alla stampa da coloro che all’azienda dovrebbero garantire un’ordinata gestione sia amministrativa che tecnica".
"Noi pensiamo sia gravissimo, a poche settimane dal possibile avvio della stagione invernale e mentre è iniziata la prevendita degli abbonamenti, far circolare la notizia di un possibile problema tecnico che potrebbe impedire la riapertura della stazione".
"Questa che ovviamente è una nuova variante dei problemi dell’azienda, che spesso si misura con quelli economici, a noi pare gravissima ed inaccettabile. I problemi tecnici esistono per essere risolti. Ancora più grave è affrontarli con tempi risicati, visto che gli stessi sono noti da tempo".
"Grave ancora che il direttore esercizio dell’azienda, sotto contratto da più di un anno, si rivolga ora alla ditta costruttrice per farsi dare pareri che ovviamente avrebbe potuto richiedere con il dovuto anticipo. Gravissima la superficialità e il distacco con cui l’amministratore unico si impegna a restituire gli incassi della prevendita in caso di mancata apertura".
"All’amministratore Unico di una SPA pubblica - conclude Fontana - si dovrebbe chiedere di più. Dovrebbe garantire una corretta ed ordinata gestione che assicuri la continuità della vita aziendale ed anche il reddito di chi vi lavora direttamente e indirettamente.
Ovviamente dalle parti di Rocca di Cambio ed Ovindoli qualcuno festeggia e ringrazia".