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Data: 10/09/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Atac, altolà di Gabrielli «Ritirate lo sciopero o sarà precettazione». Martedì prossimo lo stop previsto dai sindacati dei trasporti ma è il primo giorno di scuola, la città piomberebbe nel caos.

Ai sindacati dei trasporti che vorrebbero scioperare martedì prossimo, proprio nel giorno in cui riapriranno tutte le scuole della città, il prefetto di Roma ieri ha chiesto di fare un passo indietro. Altrimenti ricorrerà alla precettazione, come peraltro gli ha chiesto di fare l’Autorità garante per gli scioperi.
Per tutta la giornata di ieri negli uffici di Franco Gabrielli a Palazzo Valentini sono sfilate le sette sigle che hanno indetto le proteste sulla metro e sui bus di Atac e della Roma Tpl. Quindi Ugl, Usb, Sul, Cgil, Cisl, Uil e Faisa Cisal. A tutti i sindacalisti, l’ex capo della Protezione civile ha ripetuto la stessa cosa: in una giornata così complicata sul fronte della viabilità, non si possono bloccare i mezzi pubblici.
L’ultimatum del prefetto scadrà oggi alle 14. Ai sindacati è stato chiesto di prendersi qualche ora per valutare la proposta di rinviare la serrata, per evitare che coincida con la riapertura degli istituti. Ma da quanto trapelava ieri, molte sigle avrebbero già fatto capire di non essere orientate a fare sconti.
IL GARANTE
Ecco allora che la precettazione sembra una mossa obbligata. A chiederla, due giorni fa, come anticipato dal Messaggero, era stata l'Authority degli scioperi, con una delibera votata in commissione e spedita due giorni fa a Palazzo Valentini. Troppe, secondo i garanti, le proteste convocate in contemporanea dai sindacati in un giorno così difficile sul fronte della viabilità. «Roma non può permettersi di ritrovarsi con le metro chiuse e i bus a singhiozzo per colpa delle proteste», è stato il ragionamento dei garanti. A incidere sulla decisione dell'Autorità sono stati anche i 30 giorni di sciopero bianco dei macchinisti della metro, «un periodo - si legge nella delibera - caratterizzato da ritardi, riduzioni di corse e disservizi che si sono protratti per l'intero mese di luglio». «Lo sciopero, dal punto di vista formale, era stato convocato in modalità corrette - ha spiegato il presidente dell'Authority, Roberto Alesse - Ma in Commissione si fa un esame anche dal punto di vista dell'opportunità». Da qui è partito l’invito al prefetto a ricorrere all'articolo 8 della legge sugli scioperi, la 146 del 1990, quello che prevede il “lavoro coatto” dei dipendenti in casi straordinari.
LE SIGLE
Gabrielli lo aveva già applicato per lo sciopero dello scorso 27 luglio. L’ipotesi era stata ventilata anche per la protesta del 7 agosto, poi però il prefetto decise di «tenersi il colpo in canna» in vista di possibili proteste alla ripresa delle scuole. E mai previsione fu più azzeccata.
A differenza del 27 luglio, quando era stata solo una sigla, l’Ugl, a non voler ritirare lo sciopero, tanto da far scattare la precettazione, stavolta il fronte dei sindacati alza un muro di gomma quasi all’unisono. Anche i confederali sembrano intenzionati a dire di no alla richiesta di «buon senso» arrivata dalla Prefettura. «L’incontro non è andato bene - dice Stefano Rinaldi della Cgil Roma Tpl - ritireremo lo sciopero solo nel caso in cui ci convocasse l’assessore Esposito per sbloccare gli stipendi, che i lavoratori aspettano da due mesi. Il clima tra gli autisti è molto teso». Anche l’Ugl nei giorni scorsi ha fatto capire di non voler arretrare. Paventando la possibilità che alcuni lavoratori non rispettino neanche l’ordine di precettazione. «Come sigla saremo obbligati a onorare le disposizioni della Prefettura - ha spiegato la segretaria del settore metro-ferro, Valentina Iori - Ma, con il clima esasperato che si vive in azienda, non so se alcuni lavoratori garantiranno l'ordine pubblico. E non solo il giorno dello sciopero».

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