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Data: 10/09/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Accusa & Difesa - Il deputato teramano Sottanelli «Certi privilegi vanno annullati». I segretari di Cgil, Cisl, Uil «Legge giusta, chi ne abusa ci danneggia»

L’ACCUSA»

PESCARA Giulio Sottanelli, deputato abruzzese di Scelta civica sta aspettando che il presidente dell’Inps Tito Boeri completi i conti e gli dica quanto pesa sul bilancio dell’istituto e dunque sulle tasche degli italiani la legge 564/96 che ha concesso ai sindacalisti in distacco (almeno fino alla riforma del sistema pensionistico del 2012) una pensione integrativa calcolata con il sistema retributivo sull’ultimo stipendio percepito. Onorevole Sottanelli, la stessa domanda l’aveva fatta in aula al ministro Poletti. «Sì chiedevo quante persone hanno utilizzato la norma, la durata media del distacco e quanto questa norma ha influito sul bilancio dell'Inps. Ma mi hanno dato solo il numero dei sindacalisti che percepiscono la pensione integrativa». Che sono 17.319. Il ministro Poletti però ha difeso la legge, o almeno ne ha spiegato le ragioni, che sono poi quelle del sindacato. «Era però importante conoscere la durata media del distacco per capire se qualcuno ha abusato della norma. In effetti si possono verificare casi, soprattutto nelle piccole e piccolissime sigle sindacali, che qualcuno abbia abusato approfittando degli amici degli amici, perché la legge ha effetto anche nel caso di pochi mesi o addirittura di un solo mese di distacco». Però, onorevole, le leggi le scrivono i parlamentari, non i sindacalisti. Come è potuto accadere? «E’ vero, anche se i parlamentari spesso non possono sapere nel dettaglio cosa votano in aula. Spesso si fidano del lavoro dei colleghi in commissione». Ma qualcuno l’ha scritta. «Eravamo nel periodo della riforma Dini sulle pensioni...». Il passaggio dal sistema retributivo al sistema contributivo, molto doloroso per le tasche dei pensionati. «Evidentemente il passaggio al contributivo per i sindacalisti non è valso». Adesso che cosa succederà? «Stiamo in attesa della risposta del presidente Boeri. Dopo di che, con i dati certi in tasca, riusciremo a capire se c’è stato un abuso della norma o se è stata applicata in maniera corretta. Se ci sono stati abusi ci rivolgeremo alle autorità, se risulterà bene applicata la riteniamo comunque una grande ingiustizia sociale e Scelta Civica farà una proposta di legge per tagliare retroattivamente questo privilegio». Ci spiega in quali casi si può parlare di abuso? «Diciamo prima la “parte buona” della norma. I sindacati dicono: se ho un impiego e vado in distacco presso il sindacato a lavorare per i miei associati perdo una serie di gratifiche, come gli straordinari o i premi di produttività, quindi tutta quella parte di reddito accessorio a cui avrei avuto diritto se fossi rimasto a lavorare nella mia azienda. La norma andrebbe dunque a compensare questa perdita». E l’abuso? «Se prima di andare in pensione ti fai aumentare di mille euro lo stipendio fai un abuso». Ne verrete a capo? «Il sistema pensionistico è una giungla, ma abbiamo molta fiducia nel presidente Boeri, penso che in maniera sinergica riusciremo a fare emergere certe contraddizioni». Vi muoverete anche sui vitalizi dei parlamentari? «Quelli in corso, visto che i vitalizi sono stati cancellati. Noi naturalmente non vogliamo cancellarli ma ricalcolarli con il metodo contributivo. Vogliamo cioè trasformare il vitalizio in un integrativo della contribuzione». Anche i vitalizi regionali? «Il ricalcolo deve valere per tutti. In sede di seconda lettura della modifica della legge costituzionale abbiamo presentato emendamenti sia per i deputati che per i consiglieri regionali, ma siamo stati battuti. Non ce li hanno votati né Forza Italia né Ncd». E allora? «Spero che Renzi riesca a farli votare nella penultima lettura».


LA DIFESA»
PESCARA Un attacco frontale allo stato sociale, una resa dei conti minacciata da una parte del mondo politico che vorrebbe depotenziare il sindacato per cancellare l'intermediazione tra lavoratori e datori di lavoro, Stato compreso. Così nell'Abruzzo della crisi industriale e dei timidi segni di ripresa viene vista in ottica sindacale l'iniziativa del deputato di Scelta Civica Giulio Sottanelli. Toni e parole quasi identici marcano le reazioni di Cgil, Cisl e Uil, che smentiscono l'esistenza, almeno in Abruzzo, delle “pensioni d'oro” oggetto della polemica. E in qualche caso partono anche al contrattacco: 123mila iscritti, la Cgil regionale affonda subito i colpi con il segretario generale Gianni Di Cesare. «Sottanelli fa una ricostruzione scorretta dei fatti», spiega, «prova ne è la natura trasparente e assolutamente pubblica del nostro contratto, che è in rete e consultabile da chiunque. Abbattere, come si vorrebbe, la quota integrativa per i lavoratori distaccati o in aspettativa sindacale che svolgono attività dirigenziale e di indirizzo politico equivale a introdurre il nero per questi sindacalisti. Forse Sottanelli vorrebbe proprio questo». Ma qualcuno ha sbagliato, se si parla di pensioni di decine di migliaia di euro l'anno? «E' possibile, anche se in Cgil non c'è alcuna evidenza di pratiche del genere», argomenta Di Cesare, «e laddove sono stati versati contributi mensili a 3 zeri nell'ultimo periodo di attività di un sindacalista, per gonfiare le pensioni calcolate col vecchio sistema retributivo, ebbene questo è stato fatto a danno del sindacato in questione, quindi dei suoi iscritti, ed è evidente che è sono stati aggirati lo spirito e le finalità della riforma del 1996. Nella Cgil d'Abruzzo, e di tutte le altre regioni, abbiamo sempre e solo versato la differenza tra i contributi spettanti al lavoratore-sindacalista cioè l'integrazione sindacale come prevede la legge. Non siamo evasori, né fiscali e tantomeno contributivi». Anche Maurizio Spina, numero uno della Cisl abruzzese, parte subito all'attacco. «E' un altro colpo che si vuole assestare alla legge 300, lo Statuto dei lavoratori, che accorda alla rappresentanza e all'attività un ruolo decisivo nelle politiche attive e di rilevanza sociale. Esattamente come per i lavoratori che mantengono il posto di lavoro quando si dedicano alla politica. Il sindacato non è dunque un luogo di privilegi e privilegiati, e la Cisl ha da tempo messo in campo regole sempre più stringenti e trasparenti, poiché l'attività sindacale comporta responsabilità verso i lavoratori e l'opinione pubblica». Poi Spina si concentra sulle ragioni che hanno scatenato la polemica antisindacato, forse con un accenno implicito al caso Bonanni, l'ex segretario nazionale andato in pensione con cifre ragguardevoli, abbastanza da attirare le attenzioni di politica e opinione pubblica. «E' vero che ci sono stati casi anomali, pensioni spropositate, ma non ci sono colpe dirette del sindacato. In più, col nuovo corso riduciamo da 25 a 7 i segretari confederali tra Abruzzo e Molise, e le 19 categorie vengono unificate a 7 o 8. Non è affatto il profilo di un sindacato che ruba ai lavoratori, è avvinghiato alle poltrone e distribuisce benefici a pioggia imponendo all'Inps e quindi alla collettività esborsi previdenziali maggiori». Pacato ma non meno irritato è Roberto Campo, segretario generale di Uil Abruzzo, che rinvia ad altro indirizzo l'uscita di Scelta civica. «E' singolare che sia proprio la politica, la stessa che ha partorito le leggi alla base del trattamento pensionistico dei sindacalisti, a fare revisionismo di se stessa. E lo è ancora di più», annota Campo, «che sia proprio quella politica che nel suo insieme è in discesa nel consenso popolare, mentre noi Uil, per esempio, registriamo un aumento delle iscrizioni, e in regione siamo sui 50mila iscritti. E sempre la Uil», incalza, «pubblica da almeno 15 anni il bilancio nazionale e quelli regionali, con l'obiettivo del bilancio certificato e sottoposto a controllo di organismi terzi. Così è difficile che ci siano abusi, per cui consiglio alla politica di mettere mano senza coda di chiacchiere a quelle zone d'ombra che hanno permesso la distorsione dello spirito originario della riforma. Ma basta aggredire il sindacato».

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