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Data: 10/09/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Pensioni, stretta sull’anticipo per le donne Il Tesoro: niente più fondi per gli esodati

IL CASO. ROMA Sulle pensioni scoppia un nuovo caso. Dopo che il premier, Matteo Renzi, ha precisato che modifiche sulla flessibilità in uscita ci saranno solo se a costo zero, ieri il ministero dell’Economia ha di fatto fermato il percorso avviato dalla commissione Lavoro alla Camera sulla settimana salvaguardia per gli esodati e sulla cosiddetta Opzione donna, ossia la possibilità di lasciare il lavoro con 35 anni di contributi e 57 anni e tre mesi di età accettando un ricalcolo dell’assegno con il metodo retributivo. Secondo il Tesoro, per un’ulteriore operazione di salvaguardia - per i lavoratori che sono rimasti senza pensione a causa del giro di vite imposto dalla riforma Fornero - non ci sono le risorse necessarie poiché i soldi risparmiati con i salvagente precedenti sono tornati allo Stato. Stessa conclusione per l’estensione, fino al 2023, dell'Opzione donna che, a detta dell'Inps, costerebbe 2 miliardi di euro. Stima che il presidente della commissione Lavoro, Cesare Damiano, ha definito «esagerata». Una posizione «inaccettabile», secondo Damiano, che non si basa su dati di «realtà». Anche perché, ha aggiunto al termine della maxi- riunione con Tesoro,ministero del Lavoro, Inps e Ragioneria dello Stato, «come noi la pensa il ministero del Lavoro». Uno stop dunque che apre una questione politica all’interno del governo: la decisione di ieri dei tecnici di Pier Carlo Padoan lascia infatti scarsi margini di manovra a chi, come il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, sarebbe favorevole a un ammorbidimento della legge Fornero.
LE TENSIONI Il punto è se le lavoratrici che hanno maturato 57 anni e 3 mesi di età con 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2015 potranno andare in pensione anticipata a gennaio 2017. Una scelta, come detto, che comporterà il calcolo contributivo della pensione con un taglio fino al 30%.Ma secondo l’interpretazione del Tesoro la data del 31 dicembre vale per la decorrenza (i requisiti vanno quindi raggiunti nel 2014). Questo fermerebbe le domande acquisite dall’Inps. Tensioni non sono mancate anche sul fronte degli esodati e in particolare sul Fondo istituito per incorporare le precedenti risorse. Il Tesoro ha tirato il freno a mano sulla settima salvaguardia precisando che le risorse del fondo non spese, ovvero 500milioni di euro, non possono essere utilizzate, in quanto inglobate dalla Tesoreria. Ma i conti sembrerebbero non tornare, visto che l'Inps - ha spiegato Damiano - ha parato di circa 3,3miliardi di euro. I ministeri dell’Economia e del Lavoro in serata hanno poi diffuso una nota nella quale hanno precisato che «le stime sul numero dei soggetti interessati, sugli oneri e le risorse necessarie a finanziare gli eventuali interventi» saranno certificate «in una conferenza dei servizi» da tenersi con l'Inps. Sul rischio «scippo» delle risorse del fondo hanno espresso preoccupazione i sindacati - attesi domani a Montecitorio per un'audizione proprio sul tema delle pensioni - che hanno definito «intollerabile» e «inaccettabile »

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