Nella gestione delle società partecipate - Asm, Afm, Ama, Sed, Ctgs e Csa - il Comune dell'Aquila non starebbe rispettando i contratti collettivi nazionali di categoria.
E' quanto sostengono Cgil, Cisl, Uil, Fiadel e Ugl, che accusano l'ente di aver emanato, lo scorso 31 agosto, un atto di indirizzo (approvato da giunta e consiglio) con cui, come afferma Rita Innocenzi, segretario provinciale della Fp-Cgil, "si prevede la cancellazione dei contratti nazionali e della contrattazione di secondo livello".
Cosa che, peraltro, sostiene sempre la Innocenzi, alcune società, come l'Asm, starebbero già facendo: "L'Asm" dichiara l'esponente del sindcato "è l'unica società partecipata, in Italia, a non aver dato ai lavoratori quanto dovuto nel giugno 2015, seguendo un'indicazione del Comune dell'Aquila". Un'inottemperanza che la Cgil aveva segnalato già lo scorso 8 agosto.
Cosa è avvenuto? In sostanza il Comune - impegnato, com'è noto, in un'opera di risanamento lacrime e sangue delle partecipate, tutte afflitte da pesanti situazioni di deficit e indebitamento - ha chiesto agli amministratori delle società, senza fare distinzioni tra l'una e l'altra, di applicare tutta una serie di misure draconiane su stipendi, straordinari, orari di lavoro, blocco degli adeguamenti salariali. Ma attuare tali provvedimenti vorrebbe dire disattendere i contratti nazionali di categoria e uniformare il trattamento dei lavoratori delle partecipate a quello dei dipendenti del pubblico impiego. Due comparti rientranti in categorie diverse.
I sindacati, che hanno tenuto una conferenza stampa congiunta, minacciano di ricorrere a forme di agitazione e di mobilitazione se alcune norme di quell'atto (che dovrebbe essere recepito a fine settembre) non verranno cancellate.
Nei prossimi giorni sarà convocata anche un'assemblea unica con tutti i lavoratori delle partecipate - fatto mai avvenuto prima d'ora - per fare un'analisi della situazione e chiedere il ritiro delle misure contestate.
Queste ultime, dichiara sempre Rita Innocenzi, "prevedono un costo del lavoro bloccato, cristalizzato al biennio 2012-2014, il che di fatto vorrebbe dire non applicare i rinnovi e canncellare la contrattazione di secondo grado, che quando è stata fatta è servita a efficientare e migliorare, a livello organizzativo interno, non potendo fare assunzioni, le attività dei lavoratori. Solo chi non conosce queste dinamiche contrattuali" prosegue la Innocenzi "può scrivere un atto di indirizzo che annulla la contrattazione di secondo livello, che certo può essere aggiornata e rivista ma insieme alle organizzazioni sindacali".
Peraltro, secondo i sindacati, l'atto del comune contiene un doppio effetto boomerang. Una sua applicazione aprirebbe la strada a una marea di ricorsi da parte dei lavoratori - che quasi certamente vedrebbero accolte le loro istanze dal giudice del lavoro, visto che la contrattazione nazionale è un principio garantito dalla Costituzione (art. 39). Viceversa, una mancata applicazione signficherebbe, per gli amministratori delle partecipate, essere rimossi.
"Ci chiediamo" conclude la Cgil "come mai il Comune dell'Aquila, dalla circolare Madia sugli asili nido alle partecipate, stia assumendo degli orientamenti difformi dalla normativa generando tutta questa confusione. Peraltro ci siamo voluti documentare e abbiamo voluto prendere come termine di paragone il Comune di Pescara, governato sempre dal centrosinistra. Lì l'atto di indirizzo tiene conto eccome delle norme del contratto nazionale. Anche per quel che riguarda le premialità, afferma che bisogna valutare le prestazioni dei lavoratori fermo restando, però, quanto stabilito dai contratti nazionali sugli adeguamenti automatici".