Iscriviti OnLine
 

Pescara, 24/11/2024
Visitatore n. 740.933



Data: 11/09/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Chieti e Teramo, addio prefetture. Mazzata sulla regione: il governo accorpa le sedi rispettivamente a Pescara e all’Aquila Chiudono anche vigili del fuoco e questure. L’ira di Di Primio e Brucchi: «Pronti a tutto».

CHIETI Il Viminale taglia le prefetture di Chieti e Teramo accorpandole, rispettivamente, a Pescara e L’Aquila. Lo schema di decreto del presidente della Repubblica, messo a punto dal ministero dell’Interno, prevede la soppressione, entro il 31 dicembre 2016, di 23 prefetture. Tra queste figura, oltre alle due abruzzesi, anche quella di Isernia (accorpata a Campobasso). Le prefetture diventeranno così 80, rispetto alle attuali 103. I tagli riguarderanno anche le questure e i comandi dei vigili del fuoco delle sedi interessati. Per l’Abruzzo è una mazzata. Due su quattro sono out. Il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, attacca: «È una decisione assolutamente sbagliata e improponibile. Non è una questione di campanilismo, ma è un problema oggettivo: bisogna assolutamente rivedere questo schema. Ho già scritto al ministro Alfano e, presto, chiederò un incontro. E’ assurdo, in un momento in cui il Governo sceglie la mia città per un progetto-pilota a livello nazionale come quello della caserma Berardi (dove sorgerà una cittadella della pubblica amministrazione; ndr)». Per Di Primio c’è anche un problema politico imbarazzante: «Alzerò la voce non solo perché la mia città (in cui la Prefettura è stata istituita fin dal 1861) ha ragione, ma anche perché sono l’unico sindaco di un capoluogo di provincia in quota Ncd (lo stesso partito del ministro Alfano; ndr). Difenderò Chieti in ogni modo».
Anche il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, va giù duro: «Mi dispiace moltissimo che la mia lettera premier Renzi sia rimasta inevasa: neanche una riga per rispondere a un primo cittadino che pone importanti questioni a salvaguardia del territorio. Avevo sottolineato l’illogicità dell’accorpamento Teramo-L’Aquila, ma evidentemente tutto era già stato deciso. Mi erano giunte voci di un unico accorpamento in Abruzzo e avevo suggerito Chieti e Pescara perché si tratta di territori più simili tra loro. Mal comune non è mezzo gaudio. Resta la criticità enorme che i cittadini dovranno affrontare: nella mia missiva avevo ribadito che per noi teramani L’Aquila si trova dall’altro lato del Gran Sasso. Mi sono detto pronto a un dialogo con il Governo, ma non ci hanno ascoltato. In questo modo l’Abruzzo è davvero troppo penalizzato rispetto alle altre regioni».

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it