PESCARA «Non è sufficiente che Mario Mazzocca conservi la delega all'Ambiente, non ci interessa la poltrona di Sottosegretario alla giunta regionale. Potremo discutere di rimpasto solo dopo la verifica politico-programmatica che abbiamo chiesto al presidente della Regione». Il coordinatore regionale di Sel Abruzzo, Tommaso Di Febo, ribadisce il dissenso rispetto al valzer di poltrone ipotizzato dal governatore Luciano D'Alfonso per risolvere la crisi in Regione. La continuità della linea politica sulle questioni ambientali è un tema caro a Sel e il sottosegretario uscente Camillo D'Alessandro (Pd) aveva spiegato che «Mazzocca può conservare la delega all'Ambiente anche lasciando l'assessorato». Sel, però, resta sulle sue posizioni, temendo i lacci derivanti da un incarico più istituzionale e meno politico per Mazzocca. Intanto «sconcerto e sconforto, perché da oltre un mese la Regione, è completamente ferma» viene espresso dal vice presidente del consiglio regionale Paolo Gatti (Fi) che pone l'accento anche sulla legge elettorale regionale, che secondo alcuni sarebbe parte di questa crisi, a causa dell'esigua differenza nel numero di consiglieri tra maggioranza e opposizione: «Tutti vorrebbero avere maggioranze larghissime, ma 18 consiglieri in maggioranza e 13 all'opposizione credo sia un rapporto normale. La verità è che c'è un deficit di coesione tra le liste della maggioranza, fattore fondamentale per poter governare». Duro anche il presidente regionale di Forza Italia, Nazario Pagano: «Il Pd abruzzese dovrebbe chiarirsi le idee, ammettere che il suo presidente è finito fuori dai radar, il quale, anziché privilegiare gli interessi della comunità, è impegnato a curare le vecchie liturgie della politica. Siamo tornati nel Medioevo».