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Pescara, 24/11/2024
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Data: 12/09/2015
Testata giornalistica: Il Centro
La nuova giunta fatta dopo le dimissioni. Oggi l’ufficialità sulla risoluzione della crisi: deleghe pesanti a Gerosolimo, Mazzocca va al posto di D’Alessandro

L'AQUILA La “disfatta” regionale è durata poco più di 12 ore, breve, ma concitata. Ieri è stato "l'11 settembre" della giunta regionale a un mese esatto dall'apertura della crisi, l'11 agosto scorso, ultima convocazione del consiglio regionale prima della pausa estiva. Era stato quello il giorno in cui i tre consiglieri della maggioranza ormai noti come "ribelli", o "traditori" (Andrea Gerosolimo e Mario Olivieri di Abruzzo civico e Luciano Monticelli del Pd) hanno imposto la loro deadline al presidente Luciano D'Alfonso. Giunta azzerata dalle 9,30 del mattino - quando gli assessori, chiamati dal comandante come soldati al fronte, si sono presentati alla spicciolata negli uffici della presidenza di viale Bovio, a Pescara, consegnando la lettera controfirmata di dimissioni - fino alle 22 circa. A quell’ora si sarebbe dovuta tenere una riunione tra assessori vecchi e nuovi, infine rimandata a questa mattina presto, prima della conferenza stampa delle 11,30 quando le nuove deleghe verranno ufficializzate. Un "atto di dovere", le dimissioni, per consentire la risoluzione di una impasse che andava per le lunghe e definita da D’Alfonso “una pozzanghera”, sabbie mobili in cui la Regione stava per essere risucchiata. Una riunione saltata per gli impegni presi nella giornata di ieri da D'Alfonso e rispettati fino all’ultimo (fra i quali un importante incontro con le Province per discutere, in vista del consiglio regionale di martedì 15 , la redistribuzione delle funzioni e delle competenze provinciali tra Comuni e Regione), come a voler rimarcare che il lavoro viene prima delle beghe politiche. Giornata di girandole e di commenti, di prese di posizione e anche di silenzi, o di semplici "non so nulla, ho solo ricevuto l'invito alla riunione di stasera", come ha commentato Gerosolimo.
LA NUOVA GIUNTA. Salvo colpi di scena dell'ultimo minuto, non nuovi a D'Alfonso, la nuova giunta regionale, che sarà ufficializzata questa mattina, si comporrà così: Mario Mazzocca (Sel) lascia l'assessorato per assumere il ruolo di Sottosegretario alla presidenza al posto di Camillo D'Alessandro (Pd), mantenendo però la delega pesante all'Ambiente. Si dissolve così l’ultima girandola di ipotesi che aveva visto contendersi il posto in giunta tra Mazzocca e Donato Di Matteo (Pd), con quest’ultimo che dunque mantiene le deleghe a Lavori pubblici ed Edilizia popolare. Resterà forse scontenta Sel, che vede così uscire dalla giunta Mazzocca, il quale perde il suo ruolo politico per acquisirne uno più istituzionale e dunque meno autonomo. Entra in giunta come previsto il "ribelle" Andrea Gerosolimo, che esibisce, così, il trofeo di deleghe importanti come Aree interne e Grandi eventi, Formazione e Lavoro, queste ultime sottratte a Marinella Sclocco che resta in carica “blindata” per mantenere la quota rosa in giunta. La Sclocco mantiene la delega alle Politiche sociali. Resta tutto uguale per Dino Pepe (Agricoltura), e per Silvio Paolucci (Sanità). D'Alessandro torna nel consiglio regionale, ma sarà un super-consigliere, con le deleghe ai Trasporti e al Turismo e restando spalla destra di D'Alfonso che preferisce avere un consigliere “amico", su cui contare, e che non tradisca in aula. Insomma, anche in politica l'esperienza insegna.
REAZIONI. «Una crisi creata da altri e subita soprattutto da noi. La richiesta fatta da Sel di compiere un percorso di verifica ed aggiornamento del programma di governo è a questo punto ineludibile», è stato il commento di Mazzocca al momento della consegna delle dimissioni. «Con questo atto», aggiunge, «si sgombra finalmente il campo dai pettegolezzi e dalle dietrologie». Gerosolimo ha plaudito all’avvio di «una fase due del governo regionale, esattamente ciò che Abruzzo Civico aveva chiesto». Ha confermato la sua piena fiducia nell’azione del governatore l’assessore Pepe. E sulla stessa lunghezza d’onda si è sintonizzato l’assessore Di Matteo, che si è limitato a dire: «Decide tutto il presidente».

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