PESCARA Fuori l'assessore di Sel, Mario Mazzocca, dentro Andrea Gerosolimo, di Abruzzo civico, con probabile delega al Lavoro. Detta detta così sembra oggi la soluzione più attesa e più scontata per superare la crisi di maggioranza che dal 13 agosto ha tolto il sonno a Luciano D'Alfonso. In realtà, il mini rimpasto della giunta regionale non è ancora giunto del tutto in porto, perché Mazzocca, dopo aver firmato le dimissioni dall'esecutivo (come gli altri cinque assessori) non ha ancora accettato l'incarico di sottosegretario lasciato vuoto da Camillo D'Alessandro, restando fermo su un punto: "Abbiamo posto il problema di una verifica che può avere anche tempi brevi. Soltanto dopo un confronto con il territorio sulle questioni programmatiche decideremo cosa fare e si capirà se questa è ancora una maggioranza di centro-sinistra o di centro".
I CONVOCATI
Nel frattempo D’Alfonso ha mandato avanti le cose e ieri mattina tra i primi ad arrivare al’incontro, l'indipendente Leandro Bracco, ex 5 stelle transitato nel gruppo misto dopo lo strappo con il movimento di Beppe Grillo: "Sono qui per un fatto tecnico, avendo avuto da D'Alfonso la delega alla cultura...". Presenza da non sottovalutare visti i numeri ballerini con cui il centrosinistra si è trovato ad affrontare sino ad oggi l'arena dell'Emiciclo.
CHE COSA E’ SUCCESSO
Non a caso D'Alfonso parte proprio da qui per spiegare cosa è successo nelle quattro settimane di crisi: "Tutti, in maggioranza, avrebbero diritto a un ruolo di prima fila. Se ci fossero stati i numeri della precedente legislatura si sarebbe potuta riempire ogni casella, ma oggi la situazione è questa". Una "pozzanghera", minimizza D'Alfonso, facendo osservare che in queste quattro settimane l'azione di governo non si è mai arrestata: "La marcia programmatica è andata avanti. La cultura, le società partecipate, i centri di ricerca e di innovazione. Abbiamo conquistato l'uscita dal commissariamento della sanità, ottenuto il via libera della Commissione europea al Por-Fesr, i finanziamenti destinati alla crescita e allo sviluppo del territorio. Stiamo incrociando tutti i venti positivi dopo aver fatto una operazione verità sul bilancio che ci consentirà di disporre anche di risorse aggiuntive per la cultura (una delle spine della crisi, assieme ai punti nascita, ndr)".
E GLI INCARICHI?
Sì, ma le nuove deleghe da distribuire tra gli assessorati? "Saranno confermate al 90% - assicura D'Alfonso - e se avrete la pazienza di aspettare altre 24 ore saprete tutto. E' naturale cercare di conquistare spazi e ruoli in politica". Alcune cose, però, sono già scontate e D'Alfonso lo dice subito: («grazie a D'Alessandro, si occuperà ancora di trasporti e turismo»), poi Non si toccano neanche le deleghe del vice presidente Giovanni Lolli, attivissimo nel settore delle Attività produttive, né quelle di Di Matteo (Lavori pubblici), Paolucci (Sanità e bilancio), Pepe (Agricoltura) e dello stesso Mazzocca, che se dovesse accettare il ruolo di sottosegretario continuerà ad occuparsi di Ambiente e difesa del territorio. Pagherà la Sclocco tenendo l’assessorato nella casella Pd, ma sostanzialmente svuotato.
Nel circo delle reazioni c’è di tutto. Per Rapino, segretario Pd, «siamo soddisfatti, D’Alfonso ha agito con intelligenza». Monticelli (Pd, ex dissidente) dà fiato alle trombe: «Ora la Regione ha un metodo, l’ospedale di Atri sarà potenziato». Il neo acquisto Gerosolimo parla di «Abruzzo finalmente a una velocità, anche le aree interne avranno visibilità» e il segretario di Abruzzo Civico, Borrelli descrive una «giunta più rappresentativa e governo più forte» mentre l’onorevole Sottanelli spinge più in là Mazzocca («saprà fare bene anche dal sottosegretariato»). Per il collega di maggioranza Di Febo, segretario di Sel invece si tratta di «rimpasto sbrigativo e arrogante». Dall’altra parte della barricata Pagano, Forza Italia: «Tra sei mesi toccherà a Monticelli o Pietrucci recriminare l’ assessorato regionale. Oggi inizia il declino di D’Alfonso».