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Data: 13/09/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Trasporti, il Comune paga i privati di Tpl e Atac resta in rosso. Il Campidoglio ha intenzione di saldare il debito con la società esterna, mentre la municipalizzata vanta crediti per 45 milioni.

Una transazione con Roma Tpl per saldare un lodo da 120 milioni di euro, più altri 43,8 milioni di integrazioni salariali da stornare alla concessionaria che gestisce i bus periferici, per onorare una sentenza del Tribunale di Roma. Tre giorni fa in Campidoglio si è svolta una riunione a tre (c’erano l’assessore ai Trasporti Esposito, il vicesindaco Causi, il diggì di Atac Micheli) per definire una exit strategy su una delle questioni più spinose che questa amministrazione ha ereditato. Une delle opzioni in campo, caldeggiata proprio dall’assessore ai Trasporti, è quella di saldare subito l’importo dovuto alla Roma Tpl, senza aspettare l’esito del ricorso in Cassazione (il Comune ha già perso in primo e secondo grado). Perché tanta fretta? Aspettare è doloroso, per dirla con Paulo Coelho, perché ogni mese che passa fa crescere di altri 450mila euro la somma dovuta dal Campidoglio, per via degli interessi. Ecco perché il Comune ora vorrebbe spingere sull’acceleratore per trovare un accordo con la società che gestisce 28 milioni di km all’anno sui complessivi 150 della rete del trasporto di superficie.
Non è un’operazione facile, per ragioni sia finanziarie che giuridiche. Intanto perché bisogna trovare le risorse, in un momento non facile per le casse di Palazzo Senatorio. Che sia Atac a saldare le fatture è impensabile, dato che solo nei primi sei mesi del 2015 ha accumulato un passivo da 60 milioni (nel 2014 era in rosso di 140 milioni). Poi perché una manovra di questo tipo ha dei rischi sul piano legale. Non è un caso che alla riunione abbiano partecipato anche membri dell’Avvocatura capitolina. Il pericolo è che una transazione fatta prima della decisione della Cassazione, possa finire nel mirino della Corte dei Conti.
LA MUNICIPALIZZATA
Potrebbe esserci poi un discorso di opportunità politica. Atac vanta nei confronti di Roma Capitale (che è suo azionista al 100%) un credito di 45 milioni di euro, che si somma a quello, ben più sostanzioso, nei confronti della Regione (circa 580 milioni). Se dal Campidoglio partissero i bonifici verso Roma Tpl qualcuno potrebbe chiedersi per quale motivo non si è data priorità al salvataggio della municipalizzata pubblica, impegnata in una complicatissima operazione di risanamento. Un motivo in realtà c’è: i 45 milioni “dovuti” dal Comune, fanno parte di una modifica contrattuale (la cosiddetta Erg) firmata dall’assessorato ai Trasporti nel 2009, con la passata amministrazione, e che la giunta attuale non ha mai riconosciuto legittima. E infatti, proprio su questo tema, l’assessore Esposito ha chiesto all’Avvocatura comunale di «diffidare cautelativamente» chi ha firmato quel provvedimento sei anni fa. In questo caso insomma, la questione finirà in Tribunale.

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