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Pescara, 24/11/2024
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Data: 13/09/2015
Testata giornalistica: Il Centro
«Cialente e Pezzopane sono i carnefici del Gran Sasso». Salviniani all’attacco

L’AQUILA Emanuele Imprudente, Luigi D’Eramo, Daniele Ferella (consiglieri comunali) e Alfonso Magliocco, tutti e quattro del movimento “Noi per Salvini”, attaccano il sindaco Massimo Cialente e la senatrice Stefania Pezzopane definendoli «i carnefici del Gran Sasso». «Lo sviluppo del Gran Sasso», continuano, «è un tema rituale che una città asfittica riscopre ogni anno: la querelle tra ambientalisti e coloro i quali, come noi, da anni, optano per uno sviluppo importante e definitivo, è diventata una replica che ormai si consuma senza soluzione di continuità. Pertanto crediamo sia il caso di riaffermare ancora una volta la verità (peraltro scontata): gli strumenti di blocco dello sviluppo del Gran Sasso sono i Sic e le Zps e le indicazioni alla Comunità Europea dei confini di tali zone sono stati individuati dal duo Pezzopane/Cialente. E anche se venissero modificati i confini del Parco la tutela delle zone Zps e Sic non muterebbe e dunque il problema non verrebbe risolto. È evidente, dunque, che il duo Cialente/Pezzopane, grazie alla “loro” giunta Falconio, sono i carnefici del Gran Sasso e i lamenti odierni e le sparate di un ambientalismo becero la dicono lunga sul trasformismo cialentiano. Ora basta. Cialente e Pezzopane riconoscano i loro clamorosi errori del passato che ancora oggi consentono, e solo grazie a loro, agli ambientalisti di sorridere alle sceneggiate del sindaco e del suo entourage. Cialente, consapevole del danno arrecato, per anni non ha mosso un dito per risolvere il problema e ancora oggi preferisce le piazzate che non porteranno a niente, al virile riconoscimento che l’errore dev’essere corretto, attivando quella politica in tutte le sue parti: Comune, Regione, governo, tutti di centrosinistra, che dovrebbero chiedere all’Europa una ridefinizione delle zone ipervincolate. Se questo non accadrà, il Gran Sasso sarà destinato a rimanere nello stato di fatto attuale. E la colpa sarà ancora una volta loro».

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