ROMA La crescita migliore delle attese, inclusa nel Def che sarà presentato in settimana, e tassi di interesse bassi portano carburante al governo per gli obiettivi di riduzione delle tasse, in primis quella sulla casa, e sterilizzazione delle clausole di salvaguardia. Misure alle quali potrebbero aggiungersi poi nella legge di stabilià quelle a favore delle imprese. Per il ministro del lavoro Giuliano Poletti comunque «il dato sul Pil 2015 sarà tendenzialmente migliore dello 0,7 %. «I vantaggi ci sono, ma è ancora presto per parlare di destinazione di risorse e se queste possano andare nella legge di stabilità a interventi sul lavoro. In ogni caso» assicura il ministro «i soldi per uno dei provvedimenti “bandiera” dell’esecutivo, il bonus assunzioni previsto dal Jobs act, ci sono e non c’è un problema di coperture». Ci saranno nuovi interventi sul lavoro? «È evidente» risponde Poletti «che nel Def un aggiornamento delle previsioni al rialzo del Pil ci sarà ma al momento è prematuro prevedere se il “tesoretto” che ne deriverà sarà utilizzato anche per possibili interventi sul lavoro. I vantaggi ci sono ma è ancora presto per parlare di destinazione di risorse». Per le pensioni invece «il cantiere è aperto». Nel documento di programmazione economica quindi il governo Renzi ritoccherà al rialzo le stime di Pil per il 2015 e del 2016. Una revisione, “scontata” come l'ha definita il governatore di Banca d’Italia, Ignazio Visco, e che secondo alcuni potrebbe essere fissata allo 0,9% quest’anno e l’1,6% il prossimo grazie quantomeno a un effetto trascinamento. L’esecutivo dovrebbe anche chiedere maggiore flessibilità all’Europa facendo leva presso Bruxelles sulle riforme attuate e in cantiere. Secondo il premier l’Italia può contare su spazi di manovra che arrivano fino all’1% del Pil, pari a circa 17miliardi. In gioco ci sono infatti sia la clausola delle riforme (già ampiamente sfruttata da Roma per lo 0,4% del rapporto deficit/Pil su un massimo dello 0,5%) sia quella sugliinvestimenti (un altro 0,5% ottenibile con investimenti cofinanziati dall’Ue). Oltre al Documento di Economia e Finanza nella legge di stabilità l'esecutivo si giocherà un’altra carta: gli interventi per le imprese del Mezzogiorno. Le voci e le ipotesi circolate in questi giorni parlano di un totale di quasi 1 miliardo di euro con taglio diretto dell’aliquota Ires (in anticipo dunque rispetto alla riduzione programmata a livello nazionale per il 2017) o per un alleggerimento in forma di credito di imposta, di sgravi o di detrazioni che comporterebbe comunque un’attenuazione della pressione fiscale.