LEGGE DI STABILITÀ ROMA La crescita migliore delle attese, inclusa nel Def che sarà presentato in settimana, e tassi di interesse bassi portano carburante al governo per gli obiettivi di riduzione delle tasse, in primis quella sulla casa, e sterilizzazione delle clausole di salvaguardia. Misure alle quali potrebbero aggiungersi poi nella legge di Stabilità quelle a favore delle imprese, come anticipazione del pacchetto destinato ad essere attuato in pieno nel 2017, come indicato dallo stesso presidente del Consiglio. Per il ministro del lavoro Giuliano Poletti comunque «il dato sul Pil 2015 sarà tendenzialmente migliore del +0,7 %». Per Poletti «i vantaggi ci sono, ma è ancora presto per parlare di destinazione di risorse» e se queste possano andare nella legge di stabilità a interventi sul lavoro. In ogni caso, assicura il ministro, i soldi per uno dei provvedimenti “bandiera” dell'esecutivo, il bonus assunzioni previsto dal Jobs act, ci sono e riguardo a questo strumento non c'è un problema di coperture. Per le pensioni invece «il cantiere è aperto». Ma a questo punto appare evidente che di eventuali ritocchi alla legge Fornero non si parlerà per lo meno in temi immediati. LA REVISIONE Nella nota di aggiornamento al Documento di programmazione economica, atteso in consiglio dei ministri alla fine di questa settimana, il governo Renzi ritoccherà quindi al rialzo le stime di Pil per il 2015 e del 2016. Una revisione, «scontata» come l'ha definita il governatore di Banca d'Italia Ignazio Visco e che secondo alcuni potrebbe essere fissata allo 0,9% quest'anno e l'1,6% il prossimo grazie quantomeno ad un effetto trascinamento. L'esecutivo dovrebbe anche chiedere maggiore flessibilità all'Europa facendo leva presso Bruxelles sulle riforme attuate e in cantiere. Secondo il premier l'Italia può contare su spazi di manovra che arrivano fino all'1% del Pil, pari a circa 17 miliardi. In gioco ci sono infatti sia la clausola delle riforme (già ampiamente sfruttata da Roma per lo 0,4% del rapporto deficit/Pil su un massimo dello 0,5%) sia quella sugli investimenti (un altro 0,5% ottenibile con investimenti cofinanziati dall'Ue). Oltre al Def nella legge di stabilità l'esecutivo si giocherà un' altra carta: gli interventi per le imprese del Mezzogiorno. Le voci e le ipotesi di questi giorni parlano di un totale di quasi 1 miliardo di euro con taglio diretto dell'aliquota Ires (in anticipo dunque rispetto alla riduzione programmata a livello nazionale per il 2017) o per un alleggerimento in forma di credito di imposta, di sgravi o di detrazioni che comporterebbe comunque un'attenuazione della pressione fiscale.