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Data: 15/09/2015
Testata giornalistica: Prima da Noi
Crisi in Regione, Sel medita di passare all’opposizione. Per D’Alfonso è «tutto risolto», ma la sinistra sta riflettendo

ABRUZZO. Crisi finita, crisi ancora aperta. Se il presidente della regione Luciano D’Alfonso sostiene di essere riuscito ad «asciugare una pozzanghera in 30 giorni» e di aver risolto tutti i problemi della squadra di Governo, forse non ha compreso che per Sel la partita non è ancora chiusa.

Gli esponenti di sinistra che fino a qualche giorno fa dicevano no a Mario Mazzocca sottosegretario sono stati investiti in pieno da una doccia fredda quando sabato scorso alla presentazione ufficiale della nuova giunta D’Alfonso ha confermato quanto si sospettava da qualche giorno: Gerosolimo dentro e l’ormai ex assessore all’Ambiente al posto di Camillo D’Alessandro.

Ma così non va, sostiene Sel, che in un comunicato dai toni poco conciliatori lascia intravedere anche una possibile fuoriuscita dalla maggioranza.

Si prova solo ad alzare il tiro? Evidentemente D’Alfonso sa quello che sta facendo: esperto di strategie politiche non teme di uscirne indebolito e alla fine, con le sue capacità affabulatorie potrebbe anche vincere su tutta la linea.

Dipende da quanto vorranno spingersi oltre quelli di Sel ai quali il collega Maurizio Acerbo chiede uno scatto di dignità, abbandonando il «caravanserraglio»: «basta solo un po' di coraggio», sostiene Acerbo, «lasciatelo solo con i suoi gerosolimi. La sinistra si ricostruisce da un'altra parte».

«ARROGANZA»
«Il rimpasto della giunta regionale è stato fatto in modo troppo sbrigativo e con arroganza», dice Sel. «Il metodo e il merito delle decisioni aprono una vera e propria crepa nella maggioranza di governo regionale.
Non è ammissibile che si possa chiudere il rimpasto prima della conclusione della verifica politico programmatica».

Così Mazzocca non ha controfirmato il decreto di nomina di sottosegretario e rimette le proprie scelte alle decisioni del partito.

In vista della verifica programmatica con la maggioranza di governo regionale, Sel a avviato il percorso delle consultazioni dei sindacati, delle associazioni ambientaliste e di categoria, nonché degli amministratori locali «per confrontarci sullo sviluppo sostenibile dell'Abruzzo e sulle proposte delle organizzazioni sociali».

Al termine della verifica politico-programmatica dei prossimi giorni, l'assemblea regionale di SEL farà le proprie valutazioni nel merito e assumerà le proprie determinazioni politiche in modo collegiale.

«Solo dopo», annuncia Tommaso Di Febo, coordinatore regionale di Sel, «si deciderà il nostro futuro ruolo in consiglio regionale e, dunque, se ci saranno le condizioni politiche per proseguire il nostro lavoro nell’ambito della coalizione di maggioranza di governo regionale, oppure se passare all'opposizione».

«Siamo stati sempre leali», sottolinea Mazzocca, «anche quando non eravamo granché convinti di talune scelte, abbiamo sempre assicurato la nostra presenza in ogni dove (al contrario di altri), siamo stati sempre rintracciabili dall’intera comunità abruzzese».

Mazzocca non accetta che il suo partito sia stato l’unico a subire gli effetti di una situazione di stallo indotta da altri. Per il futuro? «Se riscontreremo la concreta possibilità di espletare al meglio e caratterizzare la nostra azione, ci ributteremo a capofitto e con le solite nostre 16 ore al giorno di lavoro per il
governo della nostra regione. Qualora, viceversa, tali condizioni minime non saranno rintracciabili, vorrà dire che in futuro la coalizione di maggioranza che esprime il governo regionale sarà un pò più di centro e
un pò meno di sinistra».
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Il Partito Democratico, invece, si dice soddisfatto. «Con Sel apriremo un confronto programmatico vero su temi di grande valore per la sinistra», dice Marco Rapino, segretario regionale del Pd : «sarà una grande occasione, per dare contenuti alle politiche sociali, come lavoro, ambiente, sviluppo sostenibile, salari».

Così come è soddisfatto Abruzzo Civico che sostiene che adesso la giunta sia «più forte e rappresentativa». «Non volevamo ottenere una poltrona o aprire alcuna crisi», assicura Giulio Borrelli, «ma partecipare fattivamente alla rinascita della nostra regione rimarcando i temi che più stanno a cuore ai cittadini in questo momento».

Intanto il centrodestra sostiene che sia iniziato il declino di D’Alfonso: «Tra sei mesi toccherà a Monticelli o Pietrucci recriminare la maglietta di assessore regionale e così il cammino proseguirà, tra una crisi e un’altra, senza mai concentrarsi sui veri problemi della comunità abruzzese che sono tanti e indifferibili», sostiene il presidente regionale di Forza Italia, Nazario Pagano.

«Il presidente», continua Pagano, «è diventato ostaggio della sua maggioranza che fino a un mese fa voleva consapevolmente dominare e piegare».

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