E l’opposizione grida al golpe per il tentativo della maggioranza di metterle il bavaglio in aula
L'AQUILA Una giornata campale quella del consiglio regionale di ieri. Quella che doveva rappresentare la prova del nove della nuova giunta targata D'Alfonso, "rimpastata" l’11 settembre dopo le dimissioni in massa dei sei assessori per risolvere un'impasse che durava da oltre un mese, in realtà si è conclusa con un gran caos, il Consiglio rinviato più volte dal mattino fino a sera (riunendosi soltanto alle 21), a dimostrazione che i problemi del pre-dimissioni non sono stati risolti. Una giornata cominciata con la convocazione della I commissione Bilancio alle 10, conclusasi con un nulla di fatto soprattutto sul tema dei temi: il rifinanziamento dell'Isa, l'Istituzione sinfonica abruzzese che rischia la chiusura dopo 45 anni di attività se la Regione non aprirà “i rubinetti”. Inutile l’attesa dei musicisti fuori dall’Emiciclo insieme ai lavoratori del Ciapi (centro di formazione regionale) di Chieti scalo. La giunta dimessa e rinnovata nel giro di un pugno di ore la scorsa settimana per cambiare tutto, ha in realtà lasciato tutto uguale e ora di questo il presidente della Regione Luciano D'Alfonso dovrà tenere conto. L'ingresso in giunta di Andrea Gerosolimo di Abruzzo civico come assessore (subentrato al posto di Mario Mazzocca di Sinistra ecologia e libertà), che ieri ha esordito sullo scranno regionale come titolare di Lavoro e Aree interne, non ha spostato di una virgola vecchi rituali.
GIRANDOLA DI RINVII. Ci risiamo. Cominciamo dall'ultimo atto: il consiglio regionale dopo i soliti continui rinvii, si è riunito alle 21, dopo l'ultima convocazione della V commissione Cultura (ore 20,30) dove si sarebbe dovuto discutere il progetto di legge del consigliere del Pd Pierpaolo Pietrucci, firmatario del progetto di legge per il rifinanziamento straordinario dell'Isa con 800 mila euro (in due tranche da 400mila, una subito e l'altra l'anno prossimo). E invece nessuna discussione: la Commissione è subito stata sciolta a causa dei troppi emendamenti, sui quali il confronto si è arenato. Tutto rinviato a data da destinarsi per l'Isa, che intanto ha i giorni contati prima che, raschiando il fondo del barile, finiscano gli ultimi soldi (33mila euro arriveranno dal Comune di Celano), necessari per pagare i contributi e di conseguenza avere il Durc in regola, condizione indispensabile per ottenere i finanziamenti di enti o di privati.
MILLE EMENDAMENTI. Quasi un migliaio gli emendamenti sul provvedimento Isa: 439 presentati dai consiglieri del Movimento 5 stelle, quasi altrettanti dalle opposizioni di centrodestra. Circostanza che ha mandato su tutte le furie il consigliere Pietrucci, scuro in volto per l'ennesimo arroccamento delle opposizioni e reduce da un altro acceso battibecco con Luciano Monticelli (Pd-vedi intervista in alto), l'altro consigliere "traditore" per avere aperto un mese fa la crisi nella maggioranza insieme a Gerosolimo e Mario Olivieri (Abruzzo Civico). Uno scontro-appendice di quello avvenuto in giunta lunedì. Una posizione, quella di Monticelli verso l'Isa, definita un "abuso" da Pietrucci: «E’ una sorta di ricatto alla giunta». In commissione Bilancio, poi, tensione fra maggioranza e opposizioni anche sui fondi per il trasporto scolastico dei disabili. SUB-
EMENDAMENTO "BAVAGLIO". A rendere l'atmosfera ancora più tesa è stato il sub-emendamento presentato da Camillo D’Alessandro (Pd) per modificare il regolamento del consiglio regionale. Che ha sollevato proteste dure delle opposizioni: «E' un sub-emendamento bavaglio, un provvedimento tagliola, nemico della dialettica»: è stato definito il provvedimento che, nelle intenzioni della maggioranza, invece, «darà il diritto alle opposizioni di presentare emendamenti e subemendamenti», ha spiegato D'Alessandro, «ma, in caso di urgenza, gli abruzzesi hanno diritto a un consiglio regionale che decide». M5s e centrodestra hanno fatto muro contro la proposta di D'Alessandro. In una conferenza stampa congiunta hanno spiegato che si tratta di «un tentativo di ridimensionare l’autonomia del Consiglio, subordinandola alle volontà dell’organo amministrativo» e annunciato di occupare l'aula per bloccarlo. «Ci rivolgeremo alla Giunta per il regolamento e al Collegio delle garanzie statutarie», ha detto Sara Marcozzi del M5s. «Mi farò arrestare se questo provvedimento non sarà ritirato», ha detto Domenico Pettinari (M5s) mentre per il centrodestra (Gianni Chiodi) il sub-emendamento è incostituzionale. «E’ un tentativo di golpe», ha gridato Mauro Febbo. Il testo, che era all'ordine del giorno del Consiglio serale, istituisce gli “emendamenti d’urgenza della giunta” in deroga ai commi 3, 4, 5 e 6 e all’articolo 99 del regolamento: «Tali emendamenti d’urgenza», si legge, «servirebbero ad esprimere “l’orientamento conclusivo” di un provvedimento. Inoltre gli emendamenti presentati d’urgenza dalla giunta non possono essere emendati».