L'AQUILA «Abbiamo conquistato il diritto di decidere», dice il governatore Luciano D’Alfonso. La battaglia promessa in aula dalle opposizioni contro il sub-emendamento "bavaglio" presentato dalla maggioranza e firmato dal consigliere del Pd Camillo D'Alessandro non è servita. La "minaccia" di occupare i banchi fino a farsi arrestare, come aveva più volte detto il consigliere del Movimento 5 stelle Domenico Pettinari, non ha sortito effetti. Il sub-emendamento che modifica il regolamento interno per i lavori dell’assemblea, nato dall'esigenza di impedire che l'ostruzionismo della minoranza impedisca al consiglio regionale di decidere su provvedimento urgenti, è stato alla fine approvato dopo 20 ore di dibattito proseguito tutta la notte. In prima lettura il provvedimento ha visto 16 voti a favore, un'astensione (quella di Mario Mazzocca di Sel) e 9 voti contrari (assente Donato Di Matteo). Non essendo stato raggiunto il quorum di 21 voti (maggioranza qualificata richiesta), la modifica tornerà in aula per una seconda lettura. Se anche in questo caso dovesse mancare il quorum, i sarà sufficiente la maggioranza semplice. La novità principale riguarda la previsione dei cosiddetti “emendamenti d’urgenza”, che la giunta può presentare sia in Consiglio che in commissione, e che «esprimono l’orientamento conclusivo del progetto» con cui si potranno azzerare gli emendamenti delle minoranze. «Dopo 45 anni muore la democrazia, noi non potremo parlare più», commenta Pettinari. Per la maggioranza la modifica è, al contrario, fondamentale. La prova ultima è arrivata dall'ennesimo stop alla discussione in commissione Cultura del provvedimento salva-Isa (Istituzione sinfonica abruzzese), che non è arrivato nemmeno in aula. «Quello delle opposizioni è soltanto un teatrino, la stessa norma è in vigore da anni nella Regione Piemonte ed è simile anche in altre regioni soprattutto del Nord», spiega D'Alessandro, che rivela: «Abbiamo assunto l'impegno di modificare il testo venendo incontro alle aspettative di maggiore garanzia del diritto delle opposizioni. Non è stato possibile modificare subito la norma a causa della non volontà di una parte dell'opposizione, per cui l'accordo è saltato. Manterremo comunque l'impegno». Lapidario il consigliere di Forza Italia Mauro Febbo «Una norma porcata che ha messo a nudo le spaccature nella maggioranza».
L’astenuto Mazzocca: «Scelta di coscienza»
L'AQUILA «Ho deciso un voto di coscienza e non politico». Così il consigliere di Sel Mario Mazzocca (nominato Sottosegretario dal governatore) ha commentato la sua decisione di astenersi dal votare (unico dell'intero consiglio regionale) il sub-emendamento definito "norma bavaglio" dalle opposizioni. L'ex assessore all'Ambiente che ha dovuto cedere il posto a Gerosolimo per permettere di superare la crisi della maggioranza, ha chiarito di avere deciso per l'astensione perché durante la conferenza notturna dei capigruppo «è stata avviata una mediazione tra maggioranza e opposizioni per tentare di raggiungere una forma condivisa della norma della quale», aggiunge, « vorrei aspettare la conclusione». Una mediazione che non è andata in porto dopo ore di lavori notturni e dunque semplicemente rinviata. «Ora si dovrà tornare in aula per la seconda e terza votazione», continua, «e credo che si troverà una formula condivisa, d'altra parte ci sono state delle dichiarazioni da parte di tutte le minoranze che lasciano intendere la volontà a venirsi incontro». «L'intenzione della maggioranza non è di imbavagliare le opposizioni», comenta, «ma di evitare che diventi una consuetudine portare i consigli regionali a durare 24 ore e non bloccare l'operatività dell'assemblea».