GIULIANOVA La mamma di una ragazza di 15 anni, con tanto di lettera-denuncia inviata al presidente della Regione Luciano D’Alfonso e al presidente di Tua, Luciano D’Amico, ha raccontato quanto avrebbero subito sua figlia e un’amica da un controllore della compagnia di trasporti regionali (ex Arpa, ora appunto Tua) che, secondo la donna, «ha abusato del potere conferitogli dalla divisa indossata infierendo su due quindicenni impaurite e mortificate». L’episodio è accaduto lo scorso primo settembre, quando le due 15enni hanno preso il pullman dalla stazione di Giulianova per andare al centro commerciale Gran Sasso. «Poco prima di arrivare a destinazione», racconta Marinella Rotondi, madre di una delle giovani, «suonano il campanello per segnalare al conducente di dover scendere, ma l’autobus prosegue la sua corsa e, nonostante continuassero a suonare in prossimità delle fermate successive, sono scese ben tre fermate dopo il centro commerciale; quindi le due quindicenni hanno percorso a piedi circa un chilometro della Statale 80 per ritornare dove erano dirette». Già questo è sembrato un fatto grave alla donna, ma il fatto ancora più grave sarebbe avvenuto nel viaggio di ritorno. «Alle 14,15», ha proseguito la madre, «le due ragazze si trovano alla fermata dell’autobus. Essendoci molte persone in salita, decidono di entrare dalla porta posteriore, vorrei far presente che esternamente al pullman non è indicata la porta di salita e discesa, tenendo il biglietto in mano per timbrarlo non appena entrate. A causa del numero di persone in piedi che occupavano il corridoio, una è rimasta in prossimità della porta di entrata mentre l’altra, impiegando un po’ di tempo, si è diretta verso la macchinetta obliteratrice. Quando ha introdotto i biglietti, però, questa non funzionava perchè bloccata dal controllore salito subito dopo la partenza; quest’ultimo avvicinandosi alla ragazza, che, tengo a specificare, si trovava di fronte alla macchinetta con i biglietti in mano, verificando che non era stato timbrato le ha detto di aspettare. A niente è valso il tentativo della ragazza di spiegare che non aveva fatto in tempo a timbrare; il controllore ha chiesto loro i documenti e quando una delle due ha detto che non li aveva ha minacciato di portarle dai carabinieri». La giovane, allora, ha chiamato la madre, la quale ha chiesto invano di parlare col controllore. Alle due ragazze, alla fine, è stata elevata una multa da 44 euro per mancanza di biglietto. «Il comportamento di questo individuo», ha concluso la donna, «è a dir poco ignobile».