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Pescara, 24/11/2024
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23/09/2015
Il Messaggero
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Tasse, c’è un’ipotesi di soluzione. Lolli: «Lo sbarramento a 500mila euro ridurrebbe la platea delle aziende coinvolte da 120 a 25, ci sarebbero tutti i grandi gruppi». |
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Le imprese del Cratere che devono restituire cento milioni di sgravi fiscali potrebbero sperare nell’innalzamento dei minimi.
La strada è stata tracciata, ma non si può certo dire che sia priva di incognite o di difficoltà. Le imprese del Cratere, su cui pende la mannaia della Commissione europea per la restituzione di cento milioni di euro di sgravi fiscali post terremoto, dopo il vertice dell’altro ieri in Regione (e quello contemporaneo a palazzo Chigi) intravedono una luce in fondo al tunnel. Intanto c’è la possibilità, concreta, che la Commissione applichi il provvedimento 2009/C16/01, pubblicato sulla Gazzetta Ue il 22 gennaio 2009: si tratta dell’innalzamento della soglia del cosiddetto «de minimis» da 200 a 500 mila euro, nel triennio 2008-2010. Il provvedimento ha una serie di condizioni: l’aiuto non deve essere superiore ad una sovvenzione diretta di 500 mila euro per impresa; è concesso alle imprese che al 1 luglio 2008 non erano in difficoltà; può essere concesso solo fino al 31 dicembre 2010. IL TESTO «Lo Stato membro - dice l’Europa - concede l’aiuto solo dopo aver controllato che questo non porti il totale degli aiuti ricevuti dall’impresa nel periodo 1 gennaio 2008-31 dicembre 2010 ad un livello superiore al massimale di 500 mila euro». Gli sgravi fiscali concessi per il terremoto (restituzione del non versato al 40 per cento in 120 rate mensili) sono ricompresi proprio nel periodo in questione (aprile 2009-dicembre 2010). Appare chiaro, in ogni caso, come ha sostenuto anche il vice presidente della Giunta regionale Giovanni Lolli, che servirà un provvedimento scritto e un iter burocratico. Lo sbarramento a 500 mila euro abbassa la platea delle imprese coinvolte: da 120 a 25. Ci sono dentro tutti i grandi gruppi che operano all’Aquila, ma anche tanti marchi nazionali che, avendo una sede legale sul territorio, hanno usufruito dello sconto. GLI OBIETTIVI In ogni caso l’obiettivo del tavolo è quello di «non versare un euro». Attraverso due considerazioni: il principio generale delle diseconomie di sistema prodotte dalla tragedia (tutti, indistintamente, sono stati danneggiati in un contesto catastrofico) e l’analisi dei dati economici che fotografano ancora una situazione di enorme difficoltà. Basterà a convincere l’Europa? Quasi impossibile. Gli stessi elementi sono stati addotti anche durante l’istruttoria della procedura d’infrazione e nelle motivazioni della Commissione sono state trascurate. Servirà uno scatto in avanti della politica (gli europarlamentari Sassoli e Paolucci venendo all’Aquila si sono «caricati» della questione), anche a livello governativo. C’è un tavolo aperto (che fa capo al Ministero delle Politiche comunitarie) che ha già ipotizzato alcune linee strategiche. LE TAPPE I prossimi passi dovranno essere mossi già da ottobre, quando è annunciata la pubblicazione di un nuovo dossier sulla Commissione sulle violazioni contestate. Gli europarlamentari torneranno in città, nello stesso periodo, come ha detto Sassoli, per definire gli ulteriori step di un percorso che non sarà certo in discesa.
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