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Data: 23/09/2015
Testata giornalistica: Rassegna.it
Prefetture, quando lo Stato se ne va

Cgil Cisl Fp e Uil Pa puntano il dito contro un governo che con 23 accorpamenti decisi per decreto “adotta misure di vero e proprio ridimensionamento dei presidi di legalità e sicurezza sul territorio disinteressandosi completamente dei lavoratori"

“Un arretramento inaccettabile dal territorio, frutto di un provvedimento sbagliato”. È il messaggio emerso oggi nel corso della giornata di mobilitazione delle Prefetture coinvolte dal processo di riordino del ministero dell'Interno.

“Ventitré assemblee - spiegano Fp Cgil Cisl Fp e Uil Pa - tante quante sono le Prefetture che subiranno l'accorpamento, nel corso delle quali si è denunciato come lo schema di decreto sul riordino del Viminale renda evidente il ritiro dello Stato dal territorio, in un momento di massima emergenza in materia di gestione dell’immigrazione, della sicurezza e del controllo del territorio: pensare di accorpare ventitré Prefetture significa togliere capacità di intervento allo Stato e ridurre importanti servizi ai cittadini”.

Secondo i sindacati, quanto previsto dal decreto “non tiene conto della realtà sociale, economica, geografica del nostro paese che necessita di una diffusa rete di presenza dello Stato in stretto coordinamento con i governi locali, per garantire quel sistema dei servizi pubblici che rende civile una comunità nazionale e che sempre più viene messo in discussione da scelte politiche che ne riducono l'efficacia”.

Cgil Cisl Fp e Uil Pa puntano il dito contro un governo che “a dispetto degli annunci, adotta misure di vero e proprio ridimensionamento dei presidi di legalità e sicurezza sul territorio, disinteressandosi completamente dei lavoratori delle Prefetture, dei quali nello schema di decreto non si parla minimamente, ma soprattutto dei cittadini e delle comunità locali, che saranno lasciati più soli”.

“La riorganizzazione dei servizi sul territorio non si fa smantellando lo Stato e lasciando nell’incertezza il personale che serve a garantire coesione sociale, integrazione e convivenza civile. Per questo daremo seguito alla mobilitazione perché è necessario cambiare il provvedimento: si taglino i veri sprechi, i doppioni, le consulenze ma non si taglino i servizi e gli uffici”, concludono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa.

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