Presi in ostaggio, a sassate, colpiti, offesi. Un’escalation di violenza, nei confronti degli autisti, giovedì pomeriggio l’ultimo episodio. Giovanni, 60 anni, era alla guida di un bus della linea 447, tornava al capolinea per ripartire dunque era solo a bordo, quando è stato aggredito in pieno giorno e in mezzo alla strada. Il motivo? Era rimasto bloccato nel traffico per colpa di due auto in doppia fila ed ha suonato ripetutamente il clacson. E’ avvenuto a piazza della Rustica, nell’indifferenza generale. L’autista è stato colpito già quando era bordo e poi massacrato in mezzo alla strada, inseguito e pestato anche mentre si faceva medicare dagli operatori del 118, solo perché aveva osato lamentarsi con il conducente dell’auto in doppia fila.
«Ho insistito, alla fine quell’auto si è mossa e sono riuscito a passare». Per un breve tratto poi si fermata bloccando di nuovo il passaggio al bus. «Un ragazzo è sceso, ha detto: la macchina è rotta, non te la sposto più. Poi si è avvicinato al finestrino della cabina e con un pugno ha rotto il vetro. Le schegge mi sono finite in faccia, perdevo sangue, ho dovuto chiamare l’ambulanza, insieme con l’auto di assistenza della mia azienda». Ma all’arrivo dell’ambulanza, alcuni parenti e amici dell’aggressore gli si sono scagliati contro. Calci, pugni fino a farlo cadere a terra. A denunciare quest’ennesimo episodio di violenza ai danni di un autista, esprimendo solidarietà, è stato il capogruppo Di Fdi-An Fabrizio Ghera, ricordando anche «che i conducenti della Roma Tpl da mesi non percepiscono stipendio e sottolineando come in alcune zone di Roma il territorio sia ancora fuori controllo».
LE PROMESSE
Intanto le aggressioni aumentano specie in periferia, quando fa buio ma anche in pieno giorno. E quella promessa, dopo gli episodi più gravi, vedi Corcolle, della cabina blindata resta una chiacchiera. Tra le «chiacchiere» che circolano da anni «c’è anche quella dell’installazione di telecamere all’interno dei bus, ma la cabina blindata resta uno degli strumenti migliori per tutelare gli autisti», ricorda Renzo Coppini segretario del Sul, che sta raccogliendo firme per chiedere il cambiamento della legislazione e far diventare gli autisti pubblici ufficiali, «in questo modo le pene previste per le aggressioni sarebbero più severe». Le Rsu della Roma Tpl ieri hanno scritto all’assessorato alla Mobilità e al prefetto Franco Gabrielli per chiedere di tutelare «chi svolge ogni giorno un servizio di pubblica utilità» e per «individuare strategie più forti e incisive che possano garantire la sicurezza degli operatori e degli utenti del trasporto pubblico». I sindacati tornano a chiedere telecamere interne, cabine con un bottone collegato alla questura, anche il ritorno del bigliettaio. Forse così un autista non verrebbe pestato mentre lavora, da chi ha l’auto in doppia fila. «Atti di pura follia ingiustificabile, verso dei professionisti che continuano ad assicurare un servizio pubblico nelle periferie romane, malgrado si lavori ormai da 25 giorni senza stipendio (di agosto). Una vergogna», le parole di Marco Rodari, dell’rsu Filt Cgil. Solidarietà all’autista è stata espressa ieri dal consiglio comunale. «Non aspettare il morto per reagire», chiede Stefano Pedica (Pd), mentre l’assessore Stefano Esposito assicura: «Mi impegno perché venga rafforzata la sicurezza sui bus».