ROMA Matteo Renzi torna a chiedere flessibilità per chi vuole andare in pensione prima, già nella legge di Stabilità, e il ministro Pier Carlo Padoan non chiude la pratica. Ma avverte: «La flessibilità non può essere a costo zero, dobbiamo valutare e risorse che sono disponibili, capire quanto costa a chi paga». In partenza per New York dove parlerà all’Onu, il premier affida alla sua rubrica sull’Unità le risposte sulla stato di salute dell’Italia e le riforme, il Pd e i conti. E torna sulla questione delle pensioni anticipate. «Dobbiamo trovare il giusto equilibrio, c’è un sistema pensionistico che non può costare come in passato e ci sono persone che vorrebbero godere della pensione anche prendendo qualcosa di meno, va trovato l’equilibrio e ci stiamo provando», dice. «Spero che la flessibilità in uscita sia realizzabile già in questa legge di Stabilità e il ministro Padoan è tra i più sensibili sull’argomento», aggiunge il premier rispondendo alla lettera di un militante. Da Salerno dove partecipa a un convegno di Scelta civica la replica di Padoan. «L’operazione di flessibilità costa, dobbiamo vedere come viene attribuito questo costo e a chi», spiega il titolare del Tesoro. Secondo le ultime indiscrezioni il governo starebbe pensando all’ipotesi un’uscita anticipata delle donne dal lavoro. A partire dal 2016 le lavoratrici potrebbero andare in pensione a 62/63 anni con 35 di contributi, subendo una riduzione dell’assegno pensionistico, in base alla speranza di vita pari al 10% per tre anni di anticipo rispetto alla età di vecchiaia. Padoan ha promesso che saranno esplorate nella prossima legge di Stabilità anche altre misure per uscite anticipate e ha garantito che si saranno anche le risorse per gli esodati. Il ministro, smentendo anche in questo caso dissensi con il premier, ha inoltre difeso la scelta di abolire la tassa sulla prima casa contro il parere di molti economisti convinti che non sia la misura giusta per incentivare la crescita. «Abbattere la tassa sulla casa è un modo sia pure indiretto di sostenere l’industria delle costruzioni, uno dei pezzi dell’economia italiana ancora in ritardo. L’abbattimento della Tasi riguarda l’80% degli italiani», spiega. Il ministro ha ricordato che il governo ha già operato due tagli sul costo del lavoro. «I tagli per essere credibili devono essere permanenti», spiega Padoan che non ha voluto dare numeri precisi, chiedendo di aspettare ancora due settimane perché il governo è al lavoro. Ma abolire la tassa sulla casa è di destra o di sinistra, gli chiedono? «Fate voi, di sinistra è una politica che crea occupazione e l’abbattimento delle tasse crea occupazione, la politica di questo governo di sinistra sta producendo risultato sul mercato del lavoro». Intanto sull’Unità Renzi torna sul Pd e sulle riforme. «Il Pd deve essere un partito popolare di massa e deve essere moderno, tutti coltiviamo dubbi perché c’è bisogno di riflettere, discutere e approfondire ma poi bisogna anche agire perché c’è un Paese bellissimo che ha bisogno delle nostre energie e del nostro entusiasmo e siamo noi gli unici che possono restituire speranza e fiducia all’Italia», dice il segretario premier alla vigilia della settimana decisiva per la riforma del Senato che mercoledì arriverà in aula per il voto.