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Data: 01/10/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Tangenti & mazzette - Mazzette per i traslochi del centro servizi anziani. Sospesa la funzionaria Del Principe: secondo l’accusa ha preso mille euro da un imprenditore e truccato il concorso. Nei guai anche il segretario generale

L’AQUILA Mille euro di tangente in cambio di lavori per 16mila. Un concorso truccato per scegliere il direttore del Centro servizi anziani. Una funzionaria, Patrizia Del Principe, sospesa dall’incarico (la Procura aveva chiesto i domiciliari); il segretario generale del Comune Carlo Pirozzolo (viene interrogato oggi) indagato, e con lui l’imprenditore di una ditta di traslochi Bruno Galgani di Antrodoco (Rieti). Questo il (primo) bilancio di un’inchiesta che scuote il palazzo comunale. E in particolare quello che finora era ritenuto un “fiore all’occhiello”, l’Istituzione Centro servizi anziani (ex Onpi) intitolata al cardinale Corradino Bafile, nota come ex Onpi. Tre pm, Fausto Cardella, Fabio Picuti e Stefano Gallo, hanno coordinato il lavoro della squadra Mobile diretta da Maurilio Grasso, in sinergia con la sezione di polizia giudiziaria (aliquota Polizia di Stato) della Procura. L’ordinanza del gip dispone la misura cautelare interdittiva della sospensione dal pubblico ufficio. Il reato contestato è induzione indebita a dare o promettere utilità. L’inchiesta viaggia su un doppio binario. LA TANGENTE. L’ex direttore del Csa di via Capo Croce 1, attuale coordinatrice della struttura, organo strumentale del Comune, è indagata per aver indebitamente indotto un imprenditore, titolare della ditta di facchinaggio “Logistica&Servizi”, a darle mille euro «con la promessa estorta di farsene dare altri 100 o 200, palesandogli, in caso contrario, l’interruzione dei rapporti lavorativi», come sostiene l’accusa. L’imprenditore ha aderito alla richiesta consegnando i soldi richiesti e promettendo di consegnare a breve altri 100 o 200 euro. L’accusa poggia sulla documentazione acquisita al Comune, ma anche dall’esame dei movimenti bancari. Le intercettazioni telefoniche e ambientali hanno evidenziato, come sostiene l’accusa, «l’esistenza di un rapporto monetario tra i due, in cui il prestatore d’opera doveva consegnare del denaro, peraltro in contanti, alla direttrice». La consegna sarebbe avvenuta con visite a casa della funzionaria. Secondo pm e gip, non aderire alle richieste economiche del pubblico ufficiale avrebbe comportato per il titolare della ditta, quale conseguenza negativa, la perdita dell’opportunità di essere incaricato per l’esecuzione di lavori futuri. Trascorsi tre mesi dalla consegna dei mille euro, a marzo 2015 l’uomo riceveva una nuova richiesta di preventivo per ulteriori lavori, «venendo così mantenuta fede all’illecito patto». IL CONCORSO TRUCCATO. Contestato a Del Principe e Pirozzolo anche il reato di corruzione e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente in un bando di gara. Si ritiene che i due abbiano tentato di condizionare, predeterminandone l’esito a loro favore, i contenuti del bando di concorso pubblico indetto dal Comune nel 2014 per coprire il posto di direttore del Centro servizi anziani. L’ex direttore, in scadenza il 31 dicembre 2014, volendo riassumere l’incarico, predisponeva e consegnava al segretario, presidente di commissione, un appunto sul quale erano riportate materie d’esame confacenti alle sue conoscenze e al curriculum «allo scopo di predeterminare e indirizzare a proprio vantaggio i contenuti del bando per il biennio 2015-2016. Materie poi inserite nel bando. Inoltre, suggeriva di nominare in commissione un suo amico, docente dell’Ateneo, sul cui appoggio contava per l’esito finale. Infine, il segretario otteneva dalla direttrice la nomina di un collaboratore (avvocato) da impiegare come co.co.co all’ex Onpi. L’ex direttrice non superò il concorso. Ma questo per l’accusa non cambia nulla.


Le intercettazioni. Del Principe: «L’abbiamo detto: quello che ci interessa è un racimolare possibile»
«Della dignità personale me ne frego»

L’AQUILA «No, Marì,...io allora...la dignità personale non me ne frega niente...è il discorso che abbiamo fatto sempre...quello che ci interessa...è un racimolare possibile...è brutto parla’ così...però...è impossibile». Così parlava il 25 marzo 2015, senza sapere di essere intercettata, l’indagata Del Principe nel corso di una conversazione finita agli atti dell’inchiesta. Il gip ritiene quest’intercettazione «emblematica in ordine alla propensione a delinquere, e in particolare a trarre illeciti profitti dall’attività lavorativa svolta». Lo stesso giudice che ha disposto la misura della sospensione temporanea dal pubblico ufficio ricoperto al Comune o in enti collegati e strumentali ritiene sussistente «il concreto e attuale pericolo di commissione di condotte illecite omologhe a quelle per cui si procede», parlando poi di «particolare gravità dei fatti commessi» e di «personalità spiccatamente incline a delinquere». Le intercettazioni gettano ombre anche su altri personaggi che gravitano nell’orbita del Csa, che nei loro dialoghi affrontano con disinvoltura i discorsi legati alla nomina dei componenti delle commissioni. Un dirigente dice: «Chiamo Pirozzolo da parte e gli dico...Piro’...la commissione la decidiamo insieme...». E un altro vorrebbe mettere in commissione «un dondele (uno che non capisce niente, ndr)..uno che non fiata...non parla e se fa’ i cazzi se’». Altra frase chiave viene ritenuta quella pronunciata il 10 dicembre 2014. Il giorno della consegna del denaro – i mille euro dell’asserita tangente – la funzionaria dice: «Sennò non lavoro più con te, basta». E l’imprenditore: «Cattiva!»

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