L’AQUILA. Misura interdittiva della sospensione dal pubblico ufficio per un funzionario del Comune di L’Aquila.
Il reato contestato è induzione indebita a dare o promettere utilità. Su disposizione della Procura della Repubblica dell’Aquila la misura cautelare è stata emessa dal gip Guendalina Buccella, nei confronti di un Funzionario Comunale, dopo le indagini della polizia che non rivela i nomi degli indagati.
L'indagata principale è Patrizia del Principe, funzionaria del Comune de L'Aquila incaricata dal sindaco Cialente il 1° marzo 2014.
L’ex direttore pro tempore dell’Istituzione C.S.A (Centro Servizio Anziani), ex O.N.P.I. (Opera Nazionale Pensionati Italiani) in via Capo Croce 1, nonché attuale coordinatrice della medesima struttura, organo strumentale del Comune dell’Aquila, è indagata perché avrebbe indebitamente indotto un imprenditore, titolare della ditta di facchinaggio e traslochi denominata “Logistica & Servizi”, a darle 1.000€, con la promessa estorta di farsene dare altri 100 o 200.
In caso contrario aveva annunciato l’intenzione di interrompere i rapporti lavorativi tra l’ istituzione pubblica e l’azienda in questione.
L’imprenditore, B.G., anche lui indagato, ha aderito alla richiesta consegnando in contanti i soldi richiesti e promettendo di consegnare a breve altri 100 o 200 €.
I gravi indizi di colpevolezza sono stati desunti dall’esame della documentazione acquisita presso il Comune dell’Aquila che evidenzia una richiesta di preventivo alla ditta “Logistica & Servizi” del luglio 2014.
In quella data la società ha consegnato l’offerta per il trasporto e rimontaggio del mobilio pari a 13.500 euro + iva; con determina sempre di luglio 2014, la direttrice ha affidato alla ditta i lavori di trasporto, revisione e rimontaggio del mobilio di 36 camere del corpo D, per un importo di 13.500 + iva.
Con la determina del novembre 2014 è stata liquidata la fattura emessa dalla ditta per un importo di 16.470 euro iva inclusa; nel marzo 2015 la Direttrice ha inviato alla ditta una nuova richiesta di preventivo per i lavori di revisione e montaggio di una porzione di arredi depositatati presso la sede A.S.M. in località Bazzano, all’interno di mini appartamenti ubicati al piano terra dei corpi D e Z dell’immobile ex ONPI“, assegnazione già prospettata al titolare con largo anticipo.
CONTROLLI BANCARI
Dall’esame della documentazione bancaria sono stati eseguiti i riscontri sugli estratti conto del conto corrente dell’imprenditore dai quali si è rilevato che il 21 novembre del 2014, pochi minuti prima che annunciasse alla direttrice che l’avrebbe raggiunta a casa, il titolare della ditta aveva prelevato dal bancomat dell’Ufficio Postale – L’Aquila, di via della Crocetta, la somma di 200.
Inoltre il 20 novembre l’uomo, dal conto corrente acceso presso la Banca del Fucino, aveva prelevato la somma di 800 euro. Il giorno prima dal bancomat aveva prelevato 250 euro.
Il 10 dicembre l’imprenditore ha versato (e non prelevato), proprio in quell’ufficio postale, luogo di incontro con la direttrice, la somma di 1.000 euro: è quindi provato che l’uomo, sostengono gli inquirenti, in quel luogo ed a quell’ora aveva la disponibilità di denaro contante (di cui una parte versato alle Poste ed una parte consegnata alla donna).
IL RACCONTO DELL’IMPRENDITORE E LE INTERCETTAZIONI
Gli inquirenti hanno raccolto anche le dichiarazioni spontanee dello stesso imprenditore indagato (rese durante la perquisizione domiciliare da lui subita nel corso delle indagini.
Determinanti anche le intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno evidenziato l’esistenza di un rapporto monetario tra i due, in cui il prestatore d’opera doveva consegnare del denaro, peraltro in contanti, alla direttrice.
Dal tono e dai riferimenti usati, la funzionaria allude anche ai possibili futuri lavori da assegnare all’imprenditore direttamente, ovvero senza gara pubblica o comparazione di prezzi; l’uomo riceve indicazioni su come compilare correttamente la fattura in modo da incassare rapidamente il corrispettivo di 13.500 € più iva, deliberato dal pubblico ufficiale con propria determina dirigenziale, incasso che effettivamente avverrà il 18.11.2014, con un bonifico di 16.466 euro.
Secondo gli investigatori il sincronismo tra le conversazioni telefoniche ed il giorno in cui è avvenuto l’accredito dei fondi sul conto corrente del titolare della società e soprattutto il prelievo di 200 euro dal bancomat di via della Crocetta, effettuato pochi minuti prima, lascia immaginare che anche il 21 novembre 2014, l’uomo potrebbe averle consegnato del denaro considerato che la proposta era quella di consegnarle le somme un pò alla volta.
LE VISITE A CASA
Altra visita a casa e di sera era in programma il 10 dicembre 2014, quando la donna ha preferito uscire subito dall’abitazione per raggiungere l’uomo all’ufficio postale dove quest’ultimo le ha consegnato 1.000 € ; il colloquio intercettato prosegue con una battuta-avvertimento velato del funzionario comunale che rimarca all’imprenditore l’eventuale interruzione dei loro futuri rapporti di lavoro se questi non pagherà.
Secondo il gip «non aderire alle richieste economiche del Pubblico Ufficiale avrebbe comportato per il titolare della ditta, quale conseguenza negativa, la perdita dell’opportunità di essere incaricato per l’esecuzione di lavori futuri: la sua piena adesione alle illecite richieste e il conseguente gradimento che ne derivava, determinava il proseguimento del rapporto lavorativo e il conferimento di nuovi incarichi: d’altro canto l’uomo nulla fa per opporsi alla volontà del Funzionario e ne segue dettagliatamente le indicazioni, preoccupato, evidentemente, per le conseguenze negative che una qualunque forma di diniego avrebbe comportato».
In ogni caso se da un lato subisce le pressioni illecite del pubblico ufficiale che lo inducono al versamento di 1.000 €, dall’altro ricava un concreto vantaggio dall’adesione a tali pressioni: trascorsi tre mesi dalla dazione di quell’importo, infatti, il 20.03.2015, l’uomo riceveva una nuova richiesta di preventivo per ulteriori lavori, venendo così mantenuta fede all’illecito patto. I fatti sono avvenuti a L’Aquila il 10 dicembre 2014.
Sono attesi a strettissimo giro ulteriori sviluppi su altri ipotesi di reato commesse.
Bufera Tangenti, nei guai anche il segretario generale del Comune de L'Aquila
L’AQUILA. Giornata decisamente difficile per l’ex direttore dell’ex Onpi Patrizia del Principe che nella stessa mattinata ha ricevuto due avvisi di garanzia. Il primo per una presenta tangente richiesta ad una impresa che effettua traslochi per farla lavorare per il Comune e il secondo per un bando di concorso che sarebbe stato pilotato per prorogarle l’incarico.
Per questo secondo filone è finito nei guai anche per il segretario generale del Comune aquilano, Carlo Pirozzolo, nominato dal sindaco Cialente il 23 gennaio 2012.
Tra i vari incarichi ricoperti, quello di Segretario generale della Provincia di Teramo.
I REATI CONTESTATI
Induzione indebita a dare o promettere utilità, corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, turbata libertà di scelta del contraente: sono questi i reati contestati dall’autorità giudiziaria.
Oltre all’ipotesi di induzione indebita a dare o promettere utilità nei confronti del titolare della Ditta Logistica & Servizi, dunque, sono stati contestati all’attuale coordinatore della struttura, il reato di corruzione e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente in un bando di gara; per i primi due reati è indagato anche il segretario generale del Comune, che verrà interrogato dal gip, così come il funzionario Comunale.
«PREDETERMINARE CONTENUTI DEL BANDO»
Si ritiene che i due abbiano tentato di condizionare, predeterminandone l’esito a loro favore, i contenuti del bando di concorso pubblico indetto dal Comune nel 2014 per la copertura del posto di Direttore del Centro Servizio Anziani, organo comunale. In particolare, l’ex direttore del C.S.A., in scadenza di incarico al 31 dicembre 2014, volendo riassumere la Direzione della Struttura, predisponeva e consegnava al segretario, presidente della Commissione che avrebbe dovuto esaminare i concorsisti, un appunto, da lei redatto il 26 novembre 2014, sul quale era riportato un elenco di materie d’esame, confacenti alle sue conoscenze e al suo curriculum di studi e professionale, allo scopo di predeterminare e indirizzare a proprio vantaggio i contenuti del bando di concorso pubblico indetto dal Comune per la copertura dell’incarico a tempo determinato per due anni – 2015 e 2016 - di direttore dell’Istituzione C.S.A.
Queste materie sono state poi effettivamente inserite dal presidente nel bando di concorso; inoltre la donna avrebbe suggerito a quest’ultimo di nominare, quale membro della commissione di concorso, un professore presso il Dipartimento di Scienze umane dell’Università degli studi di L’Aquila, suo amico, che aveva già contattato in quanto contava sul suo appoggio per la ‘promozione’.
In questo modo, sostengono gli inquirenti, compiendo un atto contrario ai doveri di ufficio, si determinava al funzionario comunale l’ingiusto vantaggio patrimoniale consistito nella redazione di un bando di concorso pubblico redatto in base alle sue aspirazioni e conforme al suo percorso formativo e professionale, ma anche nell’ammissione, insieme ad altri 3 concorrenti su 8 domande complessivamente presentate, alle prove orali.
In questo modo si sarebbe turbato il procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto del bando per condizionare il Comune di L’Aquila circa le modalità di scelta del soggetto con cui contrarre il rapporto di lavoro dirigenziale.
LA CONTROPARTITA
Secondo gli investigatori come contropartita ai suoi interessamenti, il Segretario Generale avrebbe ottenuto dal direttore pro-tempore, che nominava se stessa responsabile del procedimento, la nomina di un collaboratore da impiegare in attività di natura giuridico–amministrativa, da assumere con contratto Co.co.co, presso l’ex ONPI, per la durata di un anno: in particolare si trattava di un avvocato.
Secondo l’autorità giudiziaria il fatto che l’ex direttore, unico concorrente a sostenere la prova orale il 23 marzo 2015, non abbia superato il concorso, non elimina il pregiudizio penale: «al di là del malcostume che emerge da tutte le intercettazioni trascritte, di muoversi con abilità e disinvoltura; al di là dello scarso peso che in tale vicenda sembrano avere, per le persone coinvolte, i principi di trasparenza, equità e efficienza che dovrebbero sovraintendere all’azione amministrativa e ispirare l’azione di tutti i suoi componenti, deve rilevarsi, che anche se il concorso si concludeva con esito negativo per il mancato superamento della prova orale, dalla fraudolenta condotta contestata derivava una indubbia turbativa del procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto del bando», sostiene il gip.
IL CONCORSO LO VINCE UN ALTRO
Per i giudici sarebbe derivato anche per il funzionario comunale «un ingiusto vantaggio patrimoniale consistito nella redazione di un bando di concorso pubblico fatto su misura, redatto in base alle sue richieste, conforme al suo percorso formativo e professionale, da cui conseguiva la sua ammissione alle prove orali insieme ad altri soli tre concorrenti, su otto domande complessivamente presentate».
Da parte sua il segretario generale del Comune «sebbene non abbia assecondato il richiedente su tutto e abbia alla fine cambiato i componenti della commissione esaminatrice, che poi non ha fatto vincere il concorso all’ex direttore, accoglieva di buon grado le richieste in ordine alle materie d’esame e ad altro, salvo appunto poi cambiare di colpo e quasi inspiegabilmente indirizzo e programmi, facendo vincere il concorso ad altro candidato, ma facendo comunque sì che il funzionario comunale venisse poi nominato coordinatore della struttura dell’ex ONPI, incarico e mansione creato ad hoc, visto che era stato soppresso proprio dall’ex Direttore nella su qualità pro tempore precedente».
«SELEZIONE NON TRASPARENTE»
Secondo l’attività della Squadra Mobile le indagini tecniche, in particolare alcuni dialoghi intercettati contengono molteplici indicatori per ritenere che la selezione dei concorrenti non sia avvenuta in maniera del tutto trasparente e che l’avviso pubblico sia stato confezionato e successivamente adattato “ad personam“ per favorire l’assunzione a tempo determinato dell’avvocato, su indicazioni/pressioni del Segretario Generale del Comune di L’Aquila: tale conclusione nasce dalla valutazione, in particolare, di due intercettazioni, entrambe riferibili a colloqui del funzionario comunale, che parla con una sua amica della vicenda, dai quali emerge, allo stato, un evidente collegamento tra i due episodi: per ricompensare la Direttrice pro tempore dell’appoggio ricevuto circa l’assunzione dell’Avvocato, il segretario la compiace nella predisposizione del bando per la rinomina a direttore dell’ex ONPI.
I fatti contestati risalgono al periodo ricompreso tra novembre e dicembre 2014. L’attività investigativa, coordinata dal Procuratore della Repubblica Fausto Cardella e dai sostituti procuratori Fabio Picuti e Stefano Gallo, è stata svolta dalla Squadra Mobile della Questura dell’Aquila, con la collaborazione della Sezione di Polizia Giudiziaria - aliquota Polizia di Stato - presso la Procura.