Secondo le carte dell’inchiesta la funzionaria voleva il posto senza sudare. L’intercettazione: «E secondo te mi metto a piglia’ i libri per studia’?»
L’AQUILA Voleva quel posto da dirigente a tutti i costi, ma senza studiare. Il gip pitta la funzionaria Patrizia Del Principe in un passaggio dell’ordinanza di 13 pagine con la quale la sospende dall’esercizio del suo incarico pubblico vietandole, nel contempo, ogni attività connessa con questo o altri ruoli al Comune dell’Aquila, ma anche negli enti collegati o strumentali. A pagina 10 del provvedimento cautelare si legge che «la Del Principe, volendo partecipare al concorso e vincerlo senza studiare, cerca, in vario modo, di condizionare anche la formazione della commissione di concorso».
«NON PIGLIO I LIBRI». Per corroborare la sua affermazione, il magistrato riporta lo stralcio di un’intercettazione telefonica nella quale l’indagata dice, tra le altre cose: «’sta commissione...’sta commissione...io non voglio pigliare neanche un libro! perché io fino alle...io...sto...sono le sette...io vado a casa e secondo te me metto a piglia’ i libri...pe’ studia’...». Nel suo disegno, secondo l’accusa, la funzionaria comunale che puntava al posto da dirigente per il biennio 2015-2016 cerca appoggi anche nei ruoli apicali dell’Istituzione Centro servizi per anziani “Cardinale Corradino Bafile” che tutti all’Aquila chiamano ex Onpi.
COLLUSIONI. Lo stesso gip parla di «collusioni» quando afferma che l’indagata, «in concorso con altri, ha turbato il procedimento amministrativo finalizzato alla scelta con cui l’ente pubblico doveva stipulare il contratto di lavoro dirigenziale, sia nella fase della predisposizione del bando di concorso – facendo inserire nello stesso materie a lei conosciute e sconosciute ai più – sia nella successiva fase della nomina della commissione di concorso, tentando di farvi partecipare un proprio caro amico o comunque sostenitore». In particolare, la funzionaria contatta due componenti del consiglio d’amministrazione (non indagati) e questi colloqui finiscono per essere intercettati. In uno si parla di mettere uno ’ndondele (uno che non capisce niente, ndr) nella commissione d’esame. Ma la Del Principe preferisce segnalare un docente universitario suo amico «quello che, telefonicamente», annota il gip, «l’aveva aiutata nella redazione della lista delle materie». Ma c’è di più. «Del pari significativa», secondo l’ordinanza, anche la conversazione nel corso della quale un altro componente del cda rassicura la donna «sia di intervenire a suo sostegno presso il sindaco, sia di parlare con Pirozzolo per la formazione della commissione del concorso». Seguono, puntualmente annotate, numerose telefonate che riscontrano l’esistenza di «manovre in atto funzionali a condizionare anche la formazione della commissione del concorso».
LA COMMISSIONE. In seguito alla determinazione dirigenziale 14 del 10 febbraio 2015, a firma del segretario generale del Comune Carlo Pirozzolo (indagato insieme alla stessa Del Principe e all’imprenditore di Antrodoco Bruno Galgani), con cui la funzionaria indagata e sospesa veniva ammessa agli orali del concorso insieme ad altre tre persone, si provvedeva alla nomina della commissione con determinazione dirigenziale 33 del 18 marzo 2015. Tra i componenti della stessa non figura il docente segnalato dalla Del Principe. Il 25 marzo 2015 si teneva la prova orale del concorso, all’esito della quale, «nonostante», osserva il gip, «la Del Principe fosse l’unica concorrente, la stessa veniva giudicata non idonea a rivestire l’incarico (per mancato raggiungimento del punteggio minimo richiesto)».
IL PERCORSO DEI SOLDI. Una dazione presunta e una accertata. Questo si legge nell’ordinanza. Se per l’incontro del 21 novembre, infatti, tra Galgani e Del Principe, gli inquirenti arrivano a ipotizzare che ci sia stata cessione di soldi, discorso diverso per il 10 dicembre. In quella data, infatti, gli investigatori seguono un incontro tra i due fuori dagli uffici comunali. «L’appuntamento per la sera a casa della Del Principe viene poi anticipato al pomeriggio nei pressi dell’ufficio postale di Acquasanta. L’incontro ha luogo nella vettura della funzionaria e viene, quindi, monitorato dalle forze dell’ordine. Nell’occasione, Galgani consegna a Del Principe la somma di mille euro, peraltro mancando all’importo dovuto ulteriori cento euro. Del Principe ricorda a Galgani di provvedere, altrimenti non avrebbe più lavorato con lei». Ecco le telefonate incriminate. Galgani: «Mille euro, eccoli qua». Del Principe: «Mille e cento erano». G.: «No, mille...ah, cento. E allora te li devo da’». D.P.: «Te possino...». G.: «E li ho presi mo’, dai...». D.P.: «Va bene, me li darai». G.: «Te li do...te li do...». D.P.: «E non me te fa’ chiama’ sempre a me..sennò non lavoro più con te...basta». G.: «Cattiva».
Il sindaco non commenta l’indagine in corso e dà i poteri di Pirozzolo a de Nardis
Nell’ordinanza viene sottolineato anche il «dietrofront degli amministratori»
Comune sotto assedio. Cialente: «Sono allibito»
L’AQUILA «Sono allibito». Il sindaco Massimo Cialente affronta a voce bassa la questione dell’inchiesta che scuote il Comune. Da un lato ancora non decolla il processo “Do ut des”, che ha rischiato di travolgere la sua amministrazione. E ora una nuova bufera si abbatte sul palazzo comunale. In questa indagine, a dir la verità, il livello politico non figura. Tuttavia, nel mirino finisce il segretario generale, oltre a una funzionaria dello stesso ente che il sindaco, nel corso di un’intervista a Laqtv, definisce «ex dirigente» quasi a voler allontanare lo spettro di una nuova grana giudiziaria. Il sindaco, per prima cosa, si affida al dirigente dell’Avvocatura comunale Domenico de Nardis che diventa vicario di Pirozzolo. Dalle carte dell’inchiesta emerge un dietrofront della macchina amministrativa del Csa (emanazione del Comune), che prima ha agevolato la Del Principe nella predisposizione del bando di concorso e successivamente ha cambiato rotta. L’ordinanza stessa cita espressamente anche il richiamo che un ex magistrato di lungo corso come l’attuale vicesindaco Nicola Trifuoggi, già procuratore della Repubblica, ebbe a effettuare nei confronti degli amministratori affinché il bando incriminato fosse “un bando vero” – e non incamiciato – creando evidente imbarazzo e minacciando le proprie dimissioni. Cialente ha dichiarato di non sentirsi accerchiato, pur ammettendo che «questi sono giorni molto difficili. Mi sento di dire che questi sei anni e mezzo sono stati, e sono, un calvario. In alcuni momenti si vedono addensarsi tante vicende e tante voci che fanno male. Ho la massima fiducia nella magistratura e nella sua capacità di valutare di volta in volta le cose. Se quando la magistratura va avanti poi c’è la giustizia...». Sul caso di stretta attualità ha poi aggiunto: «Del Principe non è più una dirigente del Comune. Adesso ha un compito di coordinamento all’ex Onpi. È stata dirigente all’assistenza alla popolazione, poi è stata spostata all’ex Onpi in una fase difficile. Sulla sua vicenda non mi pronuncio, anche se sono allibito dalle notizie che leggo. Per quanto riguarda la vicenda del dottor Pirozzolo, è legata a un concorso che si è svolto lì (al centro servizi per anziani, ndr). Io posso testimoniare per quello che ho visto e per come si muoveva Pirozzolo. Credo si sia mosso in assoluta buona fede. I nostri concorsi sono puliti al punto tale che c’era un solo concorrente a partecipare, che alcune prove le ha fatte bene e altre no. E che non avesse svolto bene delle prove decisive per una figura dirigenziale, sebbene fosse l’unico concorrente – e Pirozzolo era in commissione – fu fatto sì che anche quell’unico concorrente non passò il concorso e, come a tutti è noto, era proprio la dottoressa Del Principe».