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Pescara, 27/11/2024
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Data: 04/10/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Inchiesta mare sporco a Pescara, il sindaco: non mi dimetto. Il giorno dopo la notizia dell’indagine a suo carico per falso e omissione, Alessandrini rivela: sono andato dai magistrati e ho chiarito tutto di Simona De Leonardis

PESCARA. «Se tornassi indietro mi comporterei allo stesso modo. Se ci sono state deviazioni, ma i processi si celebrano nei Palazzi di giustizia, sono state innocue per la salute pubblica, non hanno provocato alcun attentato alla salute dei cittadini».

Il sindaco Marco Alessandrini è amareggiato per l’avviso di garanzia, ma dice che non ha nulla da rimproverarsi per il pasticcio dell’ordinanza sul divieto di balneazione che ha fatto scattare l’inchiesta sul mare sporco e sul mancato avviso alla cittadinanza, e che ha visto indagati, oltre al primo cittadino, anche il suo vice Enzo Del Vecchio e il dirigente comunale all’Ambiente Tommaso Vespasiano.

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«Sono tranquillo», dice alla stampa prima di aprire il convegno all’Aurum che neanche a farlo apposta si intitola «Oltre la paura», tema che Alessandrini è bravo a prendere in prestito per dire, all’opposizione che non aspetta altro che vada a casa: «Non mi dimetto. Vado avanti senza paura. Nella polemica politica non ci entro».

E però una cosa tiene a precisare, tra i sorrisi e le pacche dei compagni di partito arrivati all’Aurum anche solo per vedere che faccia ha il sindaco il giorno in cui giornali e locandine raccontano alla città che è indagato. «Voglio sgomberare il campo dagli equivoci: la settimana scorsa mi sono presentato io spontaneamente dai magistrati, chiedendo di poter fornire tutti i chiarimenti necessari sulla vicenda della balneazione. Ci sono andato con il mio legale, senza ricevere alcuna convocazione, ma questo ha fatto sì che venissi comunque iscritto sul registro degli indagati, cosa che è avvenuta la scorsa settimana, non certo ieri. Ho fornito un’ampia e leale collaborazione alla magistratura, sono fiducioso e tranquillo. E comunque», ammette, «anche se è un’esperienza che non fa piacere, sapevo chiaramente, sin dall’inizio del mio mandato sindacale, che il mio operato poteva finire al vaglio della magistratura. Perché amministrare significa fare le scelte e le scelte vanno giudicate».

E a proposito di scelte, Alessandrini non fa fatica a snocciolare quelle avviate per risolvere i danni provocati al mare dal fiume inquinato: «Entro fine ottobre sfonderemo la diga foranea», annuncia, «così come ai pescaresi va ricordato che i disagi che stanno vivendo sul lungofiume sono dettati dal lavori sulla golena per raccogliere i “troppo pieni” negli scarichi. E poi ci sono 8 milioni e mezzo sul depuratore, senza contare la convenzione sottoscritta con Arta e Capitaneria per monitorare lo stato delle acque anche durante l’inverno. La verità è che sono questioni che non si possono risolvere in un attimo. Noi stiamo lavorando, ma chiediamo di essere giudicati alla fine».

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