Dettagli. Il sindaco di Roma non parla con il presidente del Consiglio (o meglio, viceversa), e così ci pensa l’assessore-senatore Stefano Esposito a porre la questione al Governo: in vista dell’apertura Giubileo, «da qui al 15 dicembre», serve un commissario ad acta per i lavori di manutenzione delle linee A e B della metro. Interventi urgenti. Da far partire subito, con affidamenti diretti, in deroga al codice degli appalti. In questo caso sì, come accaduto per Expo. Sabato la prima telefonata tra Esposito e Renzi per illustrare al premier il problema («Matteo, dovete aiutarci»). Ieri mattina il colloquio via WhatsApp tra assessore premier. Poi l’annuncio, nel pomeriggio, dall’Arena su Rai1: «Renzi, mi ha detto che capisce, si rende conto e che il Governo ha intenzione di mettere le risorse. Io ho detto a lui: nomina un commissario sotto la tua responsabilità». Il capo del Governo, ha riportato ancora Esposito, «martedì o mercoledì mi ha promesso una risposta». In ballo c’è la tenuta dei trasporti in vista dell’Anno Santo straordinario, che si aprirà tra poco meno di due mesi. Le criticità sono sotto gli occhi di tutti i romani. Anche il prefetto Franco Gabrielli nei giorni scorsi ha ammesso: «Dopo il pericolo di attentati terroristici, eventualità di primaria importanza, la mia vera preoccupazione è legata alla mobilità». Altrimenti, «siamo appesi alla fortuna», per dirla con Esposito.
LE IPOTESI
Da Palazzo Chigi fanno sapere che sono in corso le «verifiche» del caso. Al momento non ci sono preclusioni verso la richiesta del Campidoglio. Ma nemmeno, ancora, la sicurezza del «sì». Le variabili in effetti sono diverse. E hanno ricadute tecniche e politiche. Le possibilità sono due. La prima porta dritti dritti a un decreto del consiglio dei ministri che dovrebbe così nominare il commissario e accompagnarne l’investitura con un’adeguata copertura economica. Esposito parla di trenta milioni di euro necessari per mettere in sicurezza le ferrovie sotterranee della Capitale gestite da Atac. Il Governo dovrebbe dunque indicare un esperto di trasporti a cui concedere i super poteri: gare in affidamento diretto, nessun tetto per gli appalti. Attualmente il Comune sta bandendo le gare con una certa lentezza (ne sono partite 5 su 13) lavorando sotto la soglia di 1 milione di euro, perché altrimenti scattano le procedure europee e tutto diventa più lungo e macchinoso. Il commissario ad hoc per i trasporti del Giubileo porta con sé una serie di controindicazioni. A partire dal ruolo del sindaco. Che dopo il faro del prefetto Franco Gabrielli sul Campidoglio per la fase post Mafia Capitale, lo sguardo severo di Raffaele Cantone sugli appalti passati al setaccio dall’Anac e il rigore di Silvia Scozzese sulla gestione del debito capitolino, ora si troverebbe un altro commissario sulla sua strada in un momento già di per sé molto delicato. I renziani spingono per questa ipotesi, il diretto interessato molto meno.
LO SCONTRO
Ecco perché si sta lavorando anche all’ipotesi B: «allargare il perimetro» della delibera del 27 agosto con la quale si danno al Campidoglio, secondo lo statuto di Roma Capitale, i poteri in maniera di traffico e lavori pubblici. In questo caso la modifica potrebbe prevedere per il Comune, staziona appaltante degli interventi di manutenzione sulla metro, la possibilità di agire in deroga. Senza creare nuove figure. Allo stesso tempo anche per i fondi sarebbe sempre tutto più agevole. Si continuerebbe a usare il meccanismo già adottato per la prima tranche dei lavori del Giubileo: l’allargamento del Patto di Stabilità. Dunque sempre risorse dei romani. «E sotto il controllo di Cantone, di Gabrielli, anche della Guardia di Finanza». Al di là degli strumenti, ammette Esposito, «se dovessimo ottenere questo risultato, sarebbe straordinario». Sullo sfondo i rapporti tra Renzi e Marino, la corsa verso il Giubileo in una città piena di problemi e la possibilità di un poker di commissari per Roma. L’assessore ai Trasporti guarda al risultato finale. E spiega: «Renzi ha a cuore Roma e ha a cuore il Giubileo, sa che la metro di Roma è una rete nazionale. Per quel poco che lo conosco, so che non tiene i dossier fermi a lungo, per questo solo il fatto che lo abbia aperto mi basta». E il sindaco Marino in tutto questo? Ha subìto la decisione o ne condivide lo spirito? Esposito: «Ne abbiamo parlato, non è contrario».