MARE DI VELENI Che nella sua esperienza di sindaco avrebbe potuto ritrovarsi al cospetto della magistratura lo aveva messo in conto almomento in cui ha accettato la candidatura. Ora che il suo nome è finito sul registro degli indagati per la vicenda dell’ordinanza fantasma sul divieto di balneazione - insieme con quello del suo vice Enzo Del Vecchio e del dirigente Tommaso Vespasiano - Marco Alessandrini guarda avanti senza paura, anzi, «oltre la paura» ha scritto su facebook, frase presa in prestito dal convegno di ieri mattina all’Aurum. «L’essermi presentato spontaneamente dinanzi ai Procuratori che si occupano della vicenda con l’assistenza del legale di fiducia ha determinato, per ragioni procedurali, la mia iscrizione nel registro degli indagati» ha sintetizzato il primo cittadino. «Tutto questo certo non mi piace - ha aggiunto -ma sono fiducioso di aver fornito ogni idoneo chiarimento e una leale collaborazione per una rapida definizione della vicenda. Senza paura».
LA BUFERA POLITICA Ma oltre al percorso giudiziario, che dice di affrontare con serenità, Alessandrini deve adesso fare i conti con la bufera politica che il suo coinvolgimento nell’inchiesta ha provocato. Tanto il centrodestra quanto i cinque stelle, se mai ce n’era bisogno, tornano oggi alla carica invocando a gran voce le sue dimissioni «perché ha taciuto quella situazione davanti alla città» dicono il capogruppo di Forza Italia, Marcello Antonelli, e quello del M5S, Enrica Sabatini. Nel Pd la tensione è altissima perché è forte il timore che Alessandrini, logorato dalla vicenda, possa davvero fare un passo indietro e lasciare l’incarico. «Il sindaco si era già autodenunciato in commissione di vigilanza, il che significa già molto - ha commentato Antonelli -. Un conto è l’aver sbagliato a non diffondere l’ordinanza il 29 luglio, cosa ben più grave è stata l’aver sommato ritardi a ritardi prima di emettere quel divieto per il mare inquinato, cosa che dice di aver fatto solo il primo agosto e peraltro senza diffonderlo. Come giustifica quella omissione? Domanda che in consiglio comunale è rimasta senza risposta nonostante il sindaco sia stato incalzato da me, da Masci e da Testa, ecco perché torniamo a chiedergli di rassegnare le dimissioni » ha detto il capogruppo di FI.
M5S: «COLPEVOLE SILENZIO» Rincara la dose il Movimento 5 Stelle per voce di Enrica Sabatini: «Nel consiglio comunale di giovedì scorso, alla domanda se fosse anch’egli indagato per la vicenda del mare inquinato, Alessandrini non ha risposto. Così come ha taciuto sulla vera data della firma al divieto di balneazione rimasto nel cassetto: è stata posta l’1 o il 3 agosto? E’ stata retrodatata? Consideriamo il suo silenzio peggiore del fatto in sé perché in aula avrebbe dovuto dare la sua parola di sindaco e non l’ha fatto e questo lo priva della credibilità che è fondamentale nel rapporto tra un sindaco e la sua città: ecco perché chiediamo che se ne vada - ha tuonato la Sabatini -. Sempre che non sia costretto a farlo comunque, vista la disperata e temiamo irrecuperabile situazione di dissesto finanziario dell’ente, la cui responsabilità ricade anche sull’ex maggioranza di centrodestra: in questo dramma, va detto, il mal comune non fa mezzo gaudio».
Testa: «Pescaresi presi in giro». Fiorilli: «Fango contro di me»
`«Una perdita di tempo e una ulteriore presa per i fondelli da parte di Alessandrini». Così Guerino Testa, capogruppo Ncd, definisce il consiglio comunale di giovedì sul mare inquinato:«Un giudizio dato con un certo fastidio alla luce di quanto emerso ieri: il sindaco risulta indagato ma in aula non si è mai degnato di rispondere alle mie domande su un suo coinvolgimento nella vicenda giudiziaria,né ha chiarito il giallo dell’ordinanza che si ipotizza retrodatata. Ma ieri era tutto spiegato suFacebook: evidentemente Alessandrini preferisce informare i cittadini non nella sede istituzionale del consiglio comunale,ma tramite i social». Alle critiche di Testa si aggiunge la replica dell’ex vice sindaco, Berardino Fiorilli,che secondo Alessandrini si sarebbe comportato allo stesso modo in analoga circostanza nel 2012, parlando dunque di prassi consolidata. Cosa che a Palazzo di città ribadiscono ma che Fiorilli smentisce:«Anche Alessandrini ha provato a giocare con la macchina del fango in aula,maha sbagliato bersaglio e linea difensiva. Al Comune non c’è mai stata alcuna prassi consolidata sulla non-pubblicazione delle ordinanze divieto di balneazione: nel 2012,come dimostrano i documenti, venivano scritte, emesse, pubblicate, notificate agli interessati e, soprattutto, rese note alla cittadinanza. L’attacco alla mia persona da parte del sindaco Alessandrini è stato di pessimo gusto e una grave caduta di stile, vista la mia assenza dall’aula. E non vero che l’ho querelato, come lui ha urlato in aula, ma mi sono limitato a segnalare pubblicamente la mancata ufficializzazione di un divieto di balneazione».