Presi a pugni, minacciati, graffiati da cabine - quando ci sono - mandate in frantumi. Morsi, schiaffeggiati, accoltellati. La rabbia dei pendolari, tra ritardi, scioperi e corse saltate, esplode con violenza contro gli autisti dell’Atac, bersagli di pendolari furibondi ma anche di folli e rapinatori spesso armati. È il caso accaduto venerdì sera ad Acilia ad Alessandro Ruggiero, il 37enne al volante della linea 03 pugnalato alle braccia da uno straniero per il telefonino. «Nell’autobus sul quale stavo prestando servizio non c’erano né la cabina di sicurezza né le telecamere - spiega il conducente - Avevano promesso tante cose, si sono allargati la bocca dicendo che avrebbero messo almeno il posto guida blindato, invece c’è solo un pulsante d’emergenza che ci mette in collegamento con la nostra sala operativa. Io l’ho pigiato, ma nessuno è intervenuto. Ho dovuto chiamare i soccorsi con il mio cellulare, il primo a intervenire è stato il mio ispettore». Quindici giorni di prognosi per le ferite alle braccia, Ruggiero si dice poco ottimista sulla possibilità di rintracciare il suo aggressore, nonostante l’identikit fatto ieri insieme alla polizia.
Martedì scorso, un suo collega «più fortunato» è stato colpito dalla pioggia di vetri provocata da un pugno dato alla cabina da un passeggero furibondo per il cambio di percorso negato. Erano le 16,30 sullo 051 in servizio in via don Primo Mazzolari, a Ponte di Nona e del «biondino, robusto, forse romeno» si sono perse le tracce subito dopo il suo raptus. Solo il giorno prima un senza fissa dimora era finito in manette perché in via del Plebiscito, a bordo del bus 64, prese a calci il parabrezza dopo aver minacciato l'autista al rifiuto di fermarsi dove chiedeva. Nella notte tra sabato e domenica scorsi, infine, un altro autista a La Rustica venne preso a calci e a pugni da un ragazzo, dai suoi genitori e dalla fidanzata, colpevole di aver chiesto di spostare l’auto parcheggiata in doppia fila. I componenti dell’irascibile famiglia vennero identificati e denunciati. Ma ora i conducenti per primi e i sindacati poi chiedono provvedimenti seri. Pochi giorni fa lo stesso assessore capitolino ai Trasporti, Stefano Esposito, manifestò l’intenzione di affidare alla vigilanza privata la sicurezza sui mezzi pubblici. «Intanto i buoni propositi restano al palo dal 2011 - spiega Pino de Persiis, dell’Ugl - Allora venne sottoscritto da Azienda e sindacati un accordo nel quale Atac si impegnava ad istallare le cabine di sicurezza al posto guida in tutte le vetture. L’intervento non è stato mai completato ed i risultati sono questi».