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Pescara, 23/11/2024
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Data: 06/10/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Canone tv in bolletta. Codacons: «Illegale». Per il presidente di Assoelettrica è «un’operazione impossibile». Fitto (Cr) chiede l’abolizione. Zanetti (Sc) vuole riduzione a 85 euro

ROMA Canone Rai a 100 euro. E andrà in bolletta. Lo ha detto l’altro ieri Matteo Renzi dallo studio di “In Mezzo’ora”, trasmissione di Lucia Annunziata in onda su Rai 3, anticipando alcuni punti della legge di Stabilità. «Dal prossimo anno ci sarà una riduzione del canone e diciamo che lo devono pagare tutti - ha spiegato il premier - e credo che lo strumento scelto sarà la bolletta. Oggi costa 113 euro, il prossimo anno costerà 100 euro». Le associazioni dei consumatori Codacons, Unc, Adiconsum e Federconsumatori ieri hanno fatto fronte comune: mettere il canone Rai in bolletta senza modificare il decreto legge del 1938, è illegale. «Legare il canone Rai alla bolletta elettrica sarebbe un provvedimento illegittimo e incostituzionale e, in quanto tale, impugnabile nelle competenti sedi - ha detto il Codacons, annunciando battaglia dopo le affermazioni del premier Matteo Renzi -. In base al Regio decreto legge del 21 febbraio 1938, n. 246, tale imposta si applica solo a chi possiede un apparecchio adibito alla ricezione di radioaudizioni televisive nel territorio italiano. Per questo snaturare il canone, vincolandone il pagamento a una bolletta sarebbe illegittimo, poiché non garantisce il verificarsi della condizione essenziale per il pagamento dell’imposta, ossia il possesso di un televisore o altro apparecchio atto a ricevere frequenze tv». «Il canone Rai nella bolletta elettrica è una operazione impossibile - ha spiegato Chicco Testa, presidente di Assoelettrica, l’Associazione nazionale delle imprese elettriche -. Non tutti i possessori di un televisore sono possessori di un contratto elettrico e non tutti i possessori di un contratto elettrico sono possessori di un televisore. È sbagliato - ha proseguito Testa - riversare sui produttori di energia elettrica il compito di recuperare il canone per la Rai, perché non ci compete». Sul versante politico, c’è chi contesta lo «sconto» proposto da Renzi. Secondo Raffaele Fitto, leader dei Conservatori e riformisti, il canone Rai andrabbe abolito. Ma non solo. «Occorre anche superare il tabù della privatizzazione della Rai - ha detto l’ex Forza italia -. Un punto essenziale (mai praticato finora) è quello di mettere i partiti fuori dalla Rai. Renzi non vuole farlo - ha continuato Fitto - e in questo si mostra come l’ultimo dei vecchi partiti, anziché come il primo dei nuovi. Come Conservatori e Riformisti, presenteremo emendamenti di svolta: proprio per abolire il canone, per abolire il tetto pubblicitario, per privatizzare la Rai». È invece d’accordo con il premier Pino Pisicchio, presidente del gruppo Misto alla Camera e componente della commissione di vigilanza Rai. «Il canone Rai serve a mantenere in vita il servizio pubblico - spiega Pisicchio -. Che sia pagato in bolletta o versato direttamente alla Rai, è la risorsa che serve per poter dire che una rete televisiva è al servizio dei cittadini e non dell’impresa commerciale. Se siamo d’accordo, sulla necessità di un servizio pubblico, dobbiamo mantenere il canone. Se, viceversa, riteniamo inutile il servizio pubblico, possiamo abolirlo. Dunque l’annuncio di Renzi del ridimensionamento del canone va salutato positivamente nello schema della permanenza del servizio pubblico». C’è anche chi chiede un ulteriore sconto e propone di passare «come minimo» da 113 euro a 85. Secondo Enrico Zanetti, segretario di Scelta civica, «se la motivazione per fare una scelta di questo tipo che apre profili oggettivamente problematici da gestire è una evasione al 27%, allora da 113 bisogna come minimo scendere ad 85. Noi diciamo - continua Zanetti - che se ne può parlare, non siamo contrari a priori. Di certo però deve essere consistente la riduzione, portarlo da 113 a 100 è troppo poco per mettere in piedi questo ambaradan».

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