La fabbrica della legge di Stabilità lavora a pieno ritmo. Gli incontri si susseguono a Palazzo Chigi. In tanti vanno nella sede del governo per perorare la causa che sta più a cuore al proprio settore. Ieri il premier Matteo Renzi ha visto il ministro dei Trasporti Graziano Delrio e i tecnici del dicastero del Tesoro. Subito dopo, nella sede del governo, è entrato il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino. I nodi da sciogliere sono ancora sul tavolo ma c’è tempo fino a metà ottobre. Per adesso si ragiona su infrastrutture, sgravi alle imprese, pensioni, sanità e lotta alla povertà. Intanto per riavvicinare i cittadini all’Europa, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan proporrà ai colleghi della zona euro di creare un sussidio comune di disoccupazione, da usare come “scudo” per proteggere quei lavoratori che restano senza posto dopo uno choc economico che colpisce il proprio Paese. A proposito di occupazione, nella legge di Stabilità la priorità sarà data alla riduzione dell’Ires per tutte le aziende già dal 2016. Il timore però consisteva nel fatto che un intervento in tal senso comportasse la fuoriuscita dalla manovra finanziaria delle misure sulle pensioni per la flessibilità in uscita. E invece adesso i tecnici del Tesoro stanno studiando un prestito pensionistico, a carico delle aziende, per il lavoratore vicino all’età di vecchiaia. Ciò comporterebbe una spesa molto bassa per lo Stato, ma il rischio è che sia poco utilizzata per gli alti costi sia per l’impresa sia per il lavoratore che dovrebbe restituire all’azienda, una volta andato in pensione e tramite l’Inps, il prestito ricevuto. In pratica - hanno spiegato fonti vicine al dossier - azienda e lavoratore dovrebbero trovare un accordo per l’uscita anticipata con costi sia per l’impresa sia per il pensionando, mentre lo Stato avrebbe solo costi residuali. Un approfondimento, in questi giorni, lo richiedono anche i tagli da compiere dal momento che la spending review sarà inferiore alle attese (dai 10 miliardi auspicati si è passati a 6). Si sta invece valutando una social card per le famiglie povere di tutta Italia con un bonus fisso che potrebbe ammontare tra gli 80-120 euro procapite, con le dovute corsie preferenziali per i casi di estremo bisogno. Dal canto loro, le Regioni hanno avviato un confronto che potrebbe portare all’adozione a sistema dei costi standard nella legge di Stabilità. Al centro della trattativa ci sono le risorse del Fondo sanitario nazionale 2016, che nel 2013 erano 106 miliardi e che quest’anno ammontano a 110. L’accordo tra governo e Regioni prevedeva 2 miliardi in più quest’anno e 3 il prossimo. Ma Renzi nelle ultime dichiarazioni ha parlato di 111 miliardi, dunque un solo miliardo in più. Infine una nota positiva arriva dall’Istat: «L’economia italiana si rafforza». La speranza del governo è che si continui con la legge di Stabilità.