Paura e delirio a via Prenestina. Ieri mattina sono arrivate nei depositi almeno 140 lettere che annunciavano sanzioni disciplinari ad altrettanti macchinisti delle metropolitane e delle ferrovie concesse. Parliamo di un’ipotesi di sospensione dal lavoro (e dalla paga) che va dai 3 ai 9 giorni. I conducenti sono accusati di aver rinunciato in massa ai servizi di straordinario dal 28 maggio all’11 giugno scorso, mettendo così in difficoltà l’azienda e il servizio pubblico. Un episodio che ha fatto infuriare l’assessore alla Mobilità, Stefano Esposito, il quale nei giorni scorsi aveva chiesto ai vertici Atac (con cui attualmente non corre buon sangue) una «tregua» nella battaglia con i lavoratori. «Consiglio» inizialmente non seguito dall’azienda, che però nella giornata di ieri ha fatto un leggero dietrofront, affermando in una nota ufficiale che ìsi sta valutando attentamente una revoca delle sanzioni”.
Insomma, è probabile che questi provvedimenti alla fine non trovino applicazione, ma intanto le lettere ci sono e il personale è in subbuglio. Lo sciopero degli straordinari è stato una delle forme di lotta che i macchinisti hanno scelto in questi mesi nella vertenza contro Atac che dura ormai dal gennaio scorso. In effetti, le ore di lavoro straordinario non sono obbligatorie ed è un diritto del lavoratore rinunciarvi, purché la comunicazione all’azienda avvenga nei tempi previsti (di solito fra le 24 e le 48 ore). Pesa però una dichiarazione dell’Autorità Garante sugli Scioperi che, in occasione di una protesta simile effettuata a dicembre 2014 dai vigili urbani, affermò che ìl’astensione contemporanea può essere intesa come una forma di sciopero non autorizzata”.
Ora però il tema è un altro, ed è di natura politica. Esposito, venerdì scorso aveva «chiesto» all’azienda di sospendere i provvedimenti disciplinari, schierandosi affianco a Cgil, Cisl e Uil, le sigle che hanno firmato l’accordo per ora rigettato dai lavoratori. Dal 1 ottobre, infatti, i macchinisti guideranno in totale 1000 ore l’anno, contro le 750 del vecchio contratto. Ma pesa su questo contratto il fatto che le assenze per malattia o per ìmalattia bambino” (la legge 104, che consente a mamme e papà di restare a casa quando i figli piccoli sono malati) non vengano più retribuite. Un cavillo «da correggere», per il quale però serve «una tregua» con i lavoratori. Ma le indicazioni di Esposito ancora una volta sono rimaste inascoltate. Almeno fino all’ora di pranzo di ieri. Pare che l’assessore abbia chiamato il direttore del Personale, Giuseppe Depaoli, e gli abbia «chiesto» di nuovo di «valutare» la sospensione dei provvedimenti. Vedremo. Intanto il sindacato Faisa Confail, che ieri ha denunciato l’arrivo delle sanzioni, attacca: «Chiediamo la retrocessione parametrale per manifesta incapacità di coloro che hanno provveduto ad emettere tali provvedimenti disciplinari». Sul futuro dell’azienda, ieri poi c’e’ stato un battibecco a distanza fra Esposito e il coordinatore romano di Sel, Paolo Cento. L’ex deputato ha detto chiaro e tondo che «Sel è contraria alla proposta dell'assessore Esposito di commissariare Atac». Il senatore-assessore ha replicato: «Ci tengo a tranquillizzarlo: il sottoscritto non ha mai parlato, né pensato all'idea di Commissariare l'Atac».