Gentile Direttore, ci risiamo. Sono ormai anni che, in prossimità del varo della Legge finanziaria (oggi Legge di stabilità), ci si ricorda del Canone Rai, odiata tassa che nel nostro paese (è bene ricordarlo) fa registrare un tasso di evasione di quasi il 33%, con punte del 50% in Campania. In pratica il canone Rai viene pagato da due soli contribuenti su tre e anche l'Abruzzo non è da meno. Già lo scorso anno vi fu un tentativo di inserire nella bolletta energetica l'ammontare del canone e ricordo che da questa operazione esponenti del Governo arrivarono ad ipotizzare una riduzione a 60/65 euro (Renzi oggi parla di 100 euro...) contro gli attuali 113,50 euro, con indubbi benefici per tutti soprattutto per quel 70% circa di cittadini onesti che pagano le tasse. Ma l'Italia è un paese assai strano, dove la voglia di evadere le tasse prevale sempre, al punto da spingere anche le associazioni dei consumatori a schierarsi contro questo provvedimento. Delirante il motivo di questa contestazione: Il fatto che si disponga di energia elettrica non significa che ci sia il contestuale possesso di un televisore o di altro apparecchio atto a ricevere frequenze televisive. Nel rammentare che per continuare a dare ragione a queste teorie, il sottoscritto insieme al 70% degli italiani da anni continua a pagare in più anche per il restante 30% di furbetti, lascio a Lei direttore un commento.
Armando Di Pasquale
Gentile direttore, in attesa di emanare una norma che permetta di stanare i soliti furbi che - sino ad oggi - evadono tranquillamente il canone RAI, sarebbe utile per ora obbligare i rivenditori a comunicare all'Agenzia delle Entrate i nominativi e il codice fiscale degli acquirenti di apparecchi televisivi. In tal modo si potrebbe iniziare a limitare i danni all'Erario, affiancando i " furbetti " ai soliti fessi onesti. Alessandro Bona, Pescara
Facciamo due conti: oggi a pagare siamo in 17 milioni (ci metto anche i due lettori, il sottoscritto e molti di voi), mentre le utenze elettriche residenziali sono 22 milioni. Se ognuna di queste fosse costretta a pagare 100 euro a testa in bolletta, pena il distacco della corrente, l’incasso sarebbe di 2,2 miliardi, contro gli 1,7 miliardi che entrano oggi alla Rai. Balla mezzo miliardo di euro che forse il governo terrebbe per sé. E questo forse spiega la premura di Renzi.